Capitolo quattordici

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Nel capitolo precedente: Harry è il little spoon, lui e Louis indossano bruttissimi maglioni natalizi complementari ed il futuro è un posto veramente, veramente spaventoso.

•••

"Puoi aspettare solo un minuto, Lou?" Harry si sforza di non ridere, e si divincola dalle mani di Louis. Non gli sta dando un attimo di tregua.

"Ma sei così bello." Dita svelte gli tolgono la camicia dai pantaloni, intrufolandosi subito dopo sotto per toccare la pelle nuda del basso della schiena del riccio. Il fatto che in questo momento siano seduti sul letto di Louis non sta affatto aiutando Harry a darsi una controllata. Beh, Louis è sdraiato, il che rende la situazione ancora peggiore.

Alquanto convinto che non riuscirebbe a far allontanare Louis con le parole --una volta aperta bocca gli direbbe sicuramente un "a dire il vero toccami ancora di più, per favore"-- Harry abbassa il viso verso di lui e gli lancia l'occhiataccia più dura del suo repertorio. Si sta allenando. Da quando hanno affrontato quel discorso sul loro futuro, Louis è diventato particolarmente appiccicoso nei suoi confronti. Gli sta sempre attaccato, lo tocca continuamente, non lo molla un attimo, come se ne stesse approfittando per vivere amplificati i momenti che in futuro non avrà la possibilità di assaporare.

"Sono uguale al solito," osserva Harry, cercando di concentrarsi sull'ultimo esercizio di scuola da risolvere mentre Louis gli accarezza la schiena. Il suo tocco gli spedisce un'ondata di calore che gli arriva fino ai polpastrelli. Harry stringe con forza la penna, e legge la consegna del problema per la quinta volta consecutiva.

"Beh, sì. Sei sempre bellissimo. Tutto tirato a lucido. Ho voglia di farti cose indicibili." Louis gli allaccia un braccio intorno alla pancia e strofina il naso sulla carne morbida che ricopre i fianchi di Harry, quelle maniglie dell'amore che non vanno proprio via, non importa quanti addominali faccia al giorno. Forse, gli sta bene così come sono. Louis ama ogni singola parte di lui.

"Lou," si lamenta, perché il fatto che tutto il sangue stia iniziando a scorrergli verso il basso non lo aiuta affatto a pensare alla velocità di un vaso di fiori che cade dal sesto piano di un palazzo. Harry è alquanto sicuro che il professore di educazione sessuale, che parlò alla classe del concetto di astinenza, non abbia mai incontrato Louis.

"Perché hai sempre un profumo così buono?"

"Perché," gli occhi di Harry si chiudono l'attimo in cui Louis gli solleva la maglietta e gli preme le labbra sulle fossette di Venere. Louis è la malizia in persona, ed Harry è così maledettamente debole, "Perché mi lavo?"

"Voglio leccarti dappertutto."

"Ngh."

"Sarebbe un sì?" Louis suona fin troppo compiaciuto, così Harry gli dice, "No. Io... io devo finire i compiti."

"Nessuno ha detto che non puoi fare più cose contemporaneamente."

Quando Harry viene improvvisamente spinto sulle ginocchia e trascinato fuori dal letto, squittisce ed afferra all'ultimo secondo il libro di scuola. Forse la donna di mezza età che lo sta giudicando con un'occhiataccia, da dove è stampata sulla copertina, lo aiuterà a lenire la sua erezione.

"Siediti," gli ordina Louis, sollevando con aria di aspettativa un sopracciglio mentre gli indica la poltroncina girevole davanti alla scrivania.

Harry obbedisce senza chiedergli spiegazioni. Ha imparato tanto tempo prima che, spesso, quando si tratta di Louis, risulterebbe infruttuoso anche semplicemente provare ad indovinare.

"Adesso fai i tuoi compiti."

"Oh-kay?" Harry si limita a scuotere la testa e ad appoggiare il libro sulla scrivania. Louis gli passa i suoi appunti, una manciata di fogli bianchi e la sua penna, per poi lasciarsi cadere sulle ginocchia.

Want You More Than A || Larry Stylinson || Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora