XxCapitolo 6

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'Ok sono un'idiota. è confermato. Anzi mi correggo: sono una fottuta idiota. Come ho fatto ad accettare di giocare a 'obbligo o verità'?! no dico, mi sono fumata il cervello? Dio Santo. mi tartasserá di domande. Ok dobbiamo farlo? bene allora facciamolo subito e non ci pensiamo più. Prima incominciamo e prima finiamo'

"allora Jake incomicia tu." dissi mentre intanto ci sedevamo uno di fronte all'altro a gambe incrociate sul suo letto.

"Bene." incominciò lui guardandomi "Perché tu e tua nonna vi siete trasferite qui? Obbligo o verità? "

sorrisi tra me e me. Non era un domanda difficile questa. Anzi, più semplice di quel che mi aspettavo.

"problemi con i vicini. Non mi sopportavano.O meglio non sopportavano chiunque avesse a che fare con la mia famiglia. Così abbiamo pensato che fosse ora di cambiare area" scrollai le spalle prima di riprendere a parlare "tocca a me. Perché da quando mi hai vista al parco continui a parlarmi e ti ostini a volermi conoscere? obbligo o verità? "

'Questa la voglio proprio sentire. È da un pò che voglio saperlo. Ho bisogno di sapere perché."

"verità"rispose sempre guardandomi fisso negli occhi. "Semplicemente perché vuoi sembrare ciò che non sei. Perché sei diversa da tutte le altre ragazze che abbia mai incontrato. Mi incuriosisci." Aveva uno sgurdo così intenso che incomiciai ad avere paura di perdermi nei suoi occhi, così già troppo famigliari.

"ti incuriosisco eh?" dissi con un sorriso alquanto stupido stampato in volto .

"eh già, signorina melligan" rise mentre io in una velocità sorprendente ero tornata totalmente seria.

"Non chiamarmi così, Jake. Non chiamarmi con il mio cognome." gli dissi a fior di labbra.

Mi guardò sbalordito prima di scrollare le spalle e fare la sua domanda.

"Allora perché non vuoi che ti chiami con il tuo cognome? Obbligo o verità?"

cazzo. Fregata da sola.

Ecco l'ennesimo errore che confermava la mia idiozia.

'Jake. ti sto odiando in questo momento. Ok. Sarò sincera.'

"È il cognome di mio padre. E lui è la persona più falsa e meschina che ci possa essere in questo mondo. È già abbastanza deprimente dover portare come cognome il suo e il solo fatto di sentirmi chiamare così mi irrita. Molto." Avevo lo sguardo fisso nel vuoto mentre la mia mente volava a un passato ancora troppo vicino per poterlo dimenticare. Un passato che se anche fossero passati migliai di anni non avrei mai potuto dimenticare.

-Flashback

Ero in camera mia. Distesa sul letto, con la testa sotto al cuscino e la musica che usciva al massimo dalle miei cuffiette mi assordava ma non così tanto da impedire alle urla dei miei di arrivarmi alle orecchie.

Mio padre. Un fottutissimo giocatore di poker che ci aveva portato un casino di debiti. Debiti che non saremmo mai riusciti a pagare.

E lui, al posto di sistemare le cose, cosa fa? Beve. Si droga. Gioca a poker con non si sa che soldi e si diverte in giro.

Mentre io e mia madre siamo qui a casa a cercare di rimediare ai suoi errori. Errori del cazzo.

Guardai fuori dalla finestra: pioveva.

La mia vita aveva preso una piega che mai avrei immaginato prendesse.

Un sorriso più che triste si imposessó delle mie labbre mentre stancamente mi alzavo dal letto e lanciando le cuffie sul letto mi diressi nel mio bagno.

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