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Avevo preso una decisione, non volevo sentirne più parlare, questa storia mi urtava il sistema nervoso e meno ne parlavamo e meglio era.

Così risposi a mia sorella con un semplice "stai tranquilla non importa".

Mi alzai stiracchiandomi e mettendomi seduta sul letto.
Andai a passo lenti verso la cucina per scusarmi con Sascha, ma non lo trovai, quindi iniziai a girovagare per la casa cercandolo, ma di lui nessuna traccia.

Allora mi incamminai verso il salotto per cercare il telefono ma venni fermata da una fitta alla pancia, e poi due, tre, e infine vidi tutto nero.

Mi risvegliai per il fastidioso suono di un qualche aggeggio elettronico.

"Sabri - Sabri" qualcuno mi stava chiamando.

Cercai di aprire gli occhi, avevo la vista offuscata e provai sbattendo le palpebre a metterla a fuoco.

"Sascha - ciao" cercai di alzarmi per andare ad abbracciarlo ma non ci riusci.

"Calma calma" disse lui accendendo io suo bellissimo sorriso anche se sapeva troppo di tristezza.

"Che hai?"

Lui sbarró gli occhi e inizió a fissarmi con aria malinconica, poi gli occhi gli si riempirono di lacrime e si piego sulle mie gambe piangendo.

Ero sorpresa da quella rezione dalla perte di Sascha, non me lo sarei mai aspettata.

Gli accarezzai la testa dolcemente cercando di consolarlo.
Quando si fu calmato gli chiesi:

"Sa cosa c'è?"

"Avrei potuto perderti. E nel momento in cui avrei dovuto realmente esserci, non c'ero"

Mi scese una lacrima, lo amavo cazzo se lo amavo.

Mi avvicinai lentamente verso di lui e posai le mi labbra sulle sue, unendole.

"Ehm ehm, Signorina Cereseto" la voce squillante del signore in camice bianco dietro di noi interruppe quel momento perfetto.

"Eccomi"

Il signore mi guardó un po' stupito per poi dare un occhiata al foglio che si ritrovava in mano.

"Abbiamo le analisi" annunció infine.

Sgranai gli occhi, e beh si certo, effettivamente ero svenuta e ora ero in ospedale, mi ero persa questo piccolo passaggio.

Guardó Sascha per poi posare di nuovo il suo sguardo su di me.

"Ci puó lasciare soli?"

Ockei (fabio 🍐 is everywhere) in quel momento persi un battito, perché glielo aveva chiesto? Era forse qualcosa di grave? Degluti e iniziai a tormentarmi le dita delle mani.

"Vede, signorina, lei è in cinta"

Un brivido freddo mi scese lungo la schiena, e iniziai a sudare.
Sgranai gli occhi e nella mia testa iniziarono a farsi troppe domande.

Non sapevo se essere felice o triste, ma soprattutto Sascha come l'avrebbe presa?

TADADAN
Minchia dopo secoli sono ritornata UAO!
Ho finito ieri notte l'altra FF
(LUI andatela a leggere senó vi spezzo le gambine)
Questo è il penultimo/terzultimo capitolo MUHAHAHAHAH mi sento una persona cattiva hahha.
Vi lascio al prossimo capitoloo!! 🌞

Sorry, I love you - Sascha Burci | Sabrina CeresetoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora