"Mi è sempre piaciuto viaggiare, andare in terre sconosciute, allontanarmi da ciò che le persone definiscono "casa". La mia vita è tutto un susseguirsi di viaggi, biglietti per aerei, treni, navi e traghetti. Ho sempre amato conoscere nuove lingue, culture o persone. Ho sempre tenuto in considerazione l'idea di vivere in un treno per l'eternità, attaccare foto di ogni luogo che visitavo in un diario e scrivere ciò che mi passava per la testa. Idealista, così mi descrivo. Per me non c'è razionalità nelle cose, esiste sempre una seconda strada che porta alla fantasia, al surreale. E forse proprio la mia voglia di viaggiare, ereditata dai miei genitori, mi ha portata qui. Forse non sono la ragazza più fortunata del mondo dato che ho perso i miei genitori in un incidente d'auto pochi mesi fa, ma mi ritengo felice di aver visitato più luoghi possibili in sedici anni che in tutta la mia vita." concludo il mio discorso di presentazione e mi vado a sedere in fondo all'aula, agli ultimi banchi.
"Grazie per la tua presentazione signorina Jillian."
Afferro da sotto il banco il mio quaderno e inizio a disegnarci, la mia mente naviga oltre queste quattro mura che mi circondano. La scuola più prestigiosa di Miami mi accoglie come un gioiello prezioso ma la sottoscritta, Jillian Harris, non ha la più pallida idea di che materie insegnino in questo istituto. I miei genitori sono morti da pochi mesi, ma la loro eredità era così succosa che quasi tutti i miei lontani parenti avevano voglia di metterci mano, fin quando non hanno scoperto che i loro amatissimi Margaret e Cedric avevano avuto una figlia negli ospedali di New York, l'avevano cresciuta per la metà del tempo in Europa e poi negli Stati Uniti. E adesso sono qui, su una stupida sedia di Miami a decidere cosa mangerò per pranzo e in quale albergo dovrò dormire perché, come mi sono sempre aspettata, i miei nonni non hanno voluto sapere niente della loro unica nipote, per di più ereditaria diretta dei soldi che i miei genitori tenevano da parte per me e il mio futuro.
Banditi, ecco cosa sono i miei genitori per i loro parenti, dei ragazzi che, per stupido amore, sono scappati dalle loro case per inseguire una vita priva di futuro e lavoro prestigioso. E io sono il loro piccolo errore che è stato portato a spasso per sedici anni, ma non mi lamento mica. Insomma, non mi aspettavo che i miei nonni mi accogliessero con dei fiori davanti casa, con un tappeto rosso sul pavimento e un maggiordomo pronto a servirmi.
La campanella suona e io mi affretto a uscire dall'aula, la chimica non ha mai fatto per me, ma la professoressa la fa sembrare una materia dell'altro continente, è dire che io ne ho visitati parecchi!
Sicuramente andrò meglio nelle lezioni di lingue straniere, lì sono abbastanza brava. Conosco cinque lingue diverse, qualche tradizione messicana e so anche cucinare dei buonissimi burrito. Non ho mai avuto modo di incontrare degli amici, né di farmene di nuovi.
"Ciao fuocherello!", mi volto e vedo una ragazza bionda ridere con le sue amichette e farsi beffe di me.
I miei capelli rossi non mi hanno mai aiutato, soprattutto quando, in alcuni villaggi, avere i capelli così era un segnale che il diavolo si stava impossessando di te.
"Bel discorso fiocco rosso!" mi deride un altro ragazzo mentre mi sorpassa per andare in mensa.
"Avanti, non sapete trovare un nome meno squallido di questo?" gli grido dietro. Ho come l'impressione che questa sarà la giornata più stressante della mia vita.
"Non farci caso, sono tutti idioti qui" una ragazza esce fuori dall'aula di chimica, ha gli occhi verdi come smeraldi, le guance sono coperte da lentiggini e i capelli castani sono raccolti in una coda, inforca gli occhiali neri e mi sorride. "Sono Rachel, tu sei la Jillian, la nuova, giusto?"
"Esatto" le sorrido riconoscente, almeno una che si ricorda il mio nome!
"Bene, ci vediamo in giro Jillian" e scompare tra quella folla di ragazzi. Solo a vedere tutta questa gente mi viene il mal di testa. Decido di uscire fuori e di prendere qualcosa in qualche bar, così posso andare alla ricerca di un albergo.
Prima di uscire vado in segreteria e prendo il mio orario delle lezioni, non mancano le risatine degli studenti appena mi vedono passare e sghignazzare commenti poco piacevoli sui miei capelli.
Appena l'aria fresca mi investe mi sento come in un treno, dove il finestrino aperto mi scompigliava tutti i capelli facendomi sorridere di gusto. Miami, per quanto bella possa essere, a me sembra un vero e proprio buco. Sono qui da poco più di due giorni, ho alloggiato in casa di amici dei miei genitori, ma sono stati sfrattati di casa e così mi ritrovo a girare per una città che non ho mai visto, in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Il mio stomaco si fa sentire ad ogni passo che faccio, e come per miraggio trovo un ristorante che cucina messicano.
Entro dentro e mi siedo su un tavolo libero, il mio amore per i cibi messicani è qualcosa di fantastico. Adoro il gusto della salsa piccante, o i taco. Dopo pochi minuti arriva la cameriera, ordino dei burrito e dell'acqua minerale. Sembra che niente possa rovinarmi questa giornata, con i miei piatti preferiti a portata di mano. Mangio con lentezza, assaporando ogni morso come fosse l'ultimo. Noto che molte persone stanno pranzando da sole, mi si stringe il cuore a quest'immagine, ma non posso fare a meno di pensare che probabilmente, almeno loro, non hanno una famiglia che li ripudia.
Mentre sto per alzarmi e andare a pagare alla cassa vengo investita da un cameriere, il vino e la salsa che erano nel suo piatto cadono sui miei vestiti.
"Non ci posso credere...la mia ultima maglietta preferita..." piagnucolo.
"Dio, scusami. Non guardavo proprio dove andavo." si scusa il cameriere, non può essere più vecchio di me di molto. Ha degli occhi verdi molto luminosi, le ciglia lunghe e le labbra carnose. "Scusami tanto"
Guardo lui, poi la maglietta e mi metto a ridere, "Non preoccuparti" continuo a ridere.
Il cameriere mi guarda stralunato, poi accenna un sorriso.
"Posso almeno pagare quello che ho mangiato?" chiedo sarcasticamente e il ragazzo si ricompone subito. Andiamo entrambi alla cassa, "Non ti ho mai vista qui, sei nuova per caso?"
"Sì, sono nuova da queste parti", rispondo mentre gli porgo le banconote.
"Da dove vieni?""Diciamo che vengo da molti posti", mi metto a ridere di fronte la sua faccia confusa.
La gente dietro di me inizia a lamentarsi, "Allora ci si vede in giro" dico e abbandono il ristorante.
....Tre ore, tre maledette ore per trovare una stanza d'albergo libera ed economica. Assurdo, da quando Miami è così caotica?
Appena apro la porta della stanza mi fiondo sul letto morbido, gli armadi sono pieni di asciugamani e coperte più pesanti. La mia roba dovrebbe arrivare tra un po'. Osservo il panorama che mi circonda, e ammetto che è bellissimo. Nonostante i palazzi alti, le vie sempre popolate e confusionarie, il panorama è semplicemente perfetto. Il sole sta tramontando e il cielo ha assunto un colore arancio-oro. Se avessi con me la mia macchina fotografia non perderei un attimo a scattare una foto, ma è andata distrutta quando sono partita per la Tailandia.
Qualcuno bussa alla porta per portare la mia roba dentro la camera, la lascio fare mentre continuo ad osservare fuori. Noto qualcosa, di sotto, tra le persone. Una figura indistinta sta correndo come se fosse rincorso da cani, spintona la gente e poi, d'un tratto scompare dal nulla. Mi stropiccio gli occhi, sono sicura di aver visto una persona che correva, dov'è finita adesso?
"Lo ha visto?" chiedo con la testa tra le nuvole.
"Che cosa signorina?" mi chiede la donna delle pulizie mentre poggia la mia roba sul letto.
"Un uomo che correva..."
"Oh, signorina Harris, di persone che corrono c'è ne sono molte a Miami" e ridacchia chiudendosi la porta alle spalle. Forse sono solo troppo stanca, eppure ero sicura di aver visto qualcosa...
Mi stendo sul letto, sotto le coperte, e aspetto che la notte passi a prendermi per portarmi in un posto che mi protegge dalla realtà e crudeltà del mondo.
Spazio autrice:
Questo è solo il primo capitolo della mia nuova storia, spero di riuscire a pubblicare il prima possibile.
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The Time Machine- la macchina del tempo
Fantasía"Nulla accade per caso", questo è il motto di un'associazione, dotata di una macchina del tempo, che recluta giovani ragazzi per portare a termine una missione che hanno iniziato i genitori di Jillian, sedicenne dalle grandi idee e con un animo buo...