La mattina successiva mi svegliai assonnata. L'agitazione mi aveva tenuto sveglia tutta la notte. Mi alzai e addolorata abbandonai il mio caldo letto per andare a vestirmi. Indossai del jeans lunghi neri e una felpa leggera rossa molto larga. Dovevo andare a scuola non a Milano per una sfilata. Passai un po' di mascara come al solito e andai a fare colazione. Entrai in cucina e notai Liam che faceva colazione solo. Lo salutai e mi sedetti davanti a lui e presi una tazza di latte che cominciai a sorseggiare. Misi in bocca solo pochi cucchiai di cereali al cioccolato, di fame in questi giorni non ne avevo molta. Liam si alzò da tavola e se ne andò. Maleducato! Nessuno gli aveva insegnato ad aspettare che tutti avessero finito prima di alzarsi? E per di più aveva lasciato tazza e tutto sul tavolo. Con pazienza mi alzai e misi tutto in lavastoviglie, non ero abituata ad avere persone che mettessero in ordine al mio posto. Ma il signorino a quanto pare si. Andai in camera e buttai dentro lo zaino nuovo i primi quaderni che avevo trovato. Aggiungi astuccio e diario comprati ancora nel mio vecchio paesino. Entrai in bagno e mi lavai i denti. Successivamente spazzolai con energia i capelli che non so per quale miracolo di Dio erano al loro posto. Questo prima di fare il conto con il vento. Si perché lo stronzo di Liam non mi aveva aspettata ed era andato in macchina senza di me. Avrei dovuto correre fino a scuola altrimenti rischiavo di arrivare in ritardo il primo giorno. Corsi senza nemmeno sapere la strada quando alla fine morta e senza più e energie cominciai a camminare. Una macchina si fermò davanti a me e abbassò il finestrino. Quella stupida macchina io la conoscevo. E infatti dal finestrino spuntò la faccia di Liam sorridente.
" dove cazzo sei stato per tutto questo tempo?" Chiesi incazzata nera
" in realtà ti ho seguito sai che corri come una gallina?" Rispose
" ma vaffanculo" e lui sorrise
Che cazzo sorrideva? Non doveva farlo
" dai salta su non vorrai fare tardi"
Quasi costretta dal tempo montai in auto e lui dopo un centinaio di metri girò a destra e si fermò.
" beh perché ti fermi?" Chiesi infastidita
" perché siamo arrivati piccola" disse come se fosse ovvio. Sospirai. Era già qualcosa avere una conversazione civile. Ma non per merito mio, io lo avrei volentieri preso a sberle. Liam riusciva a farmi diventare cattiva. Pochissime persone ci riescono e che cazzo una di loro in casa non ci voleva. Feci per scendere quando Liam mi bloccò prendendomi un braccio.
" io e te assoluti sconosciuti chiaro?"
Disse serio e io completamente d'accordo feci su e giù con la testa. Scesi e mi concessi qualche minuto per osservare la scuola. Era una scuola privata davvero prestigiosa. Era tenuta benissimo: i muri azzurro pastello non attiravano molto l'attenzione al contrario dell'entrata: una scalinata di marmo che portava a delle porte in vetro. Con indifferenza avanzai verso di esse e andai in segreteria per ritirare l'orario e per farmi dare le chiavi dell'armadietto. Avevo il numero 209 al terzo piano. Ormai la prima ora era persa e ne approffitai per cercare armadietto e classe. Prima di salire le scale con la coda dell'occhio vidi Liam ritirare orario e chiavi. Scossi la testa sia per non pensare più a Liam sia per sistemare un po' i capelli. Inutile dire che peggiorai la situazione. Arrabbiata più che mai con l'idiota che vive con me trovai quasi per miracolo l'armadietto. Lo aprii e dentro ci trovai i miei libri. Appesi l'orario allo sportello dell'armadietto e lo fotografai con il telefono. Poi lo misi in tasca in silenzioso. Cominciai la ricerca della classe. Cercare cercare e cercare non riuscivo a trovarla. Ad un tratto vidi una ragazza dai capelli biondi vestita da cheerleader. Non mi ispirava molta fiducia, ma tentare non costa nulla. Mi avvicinai e attirrai la sua attenzione picchiettando sulla sua spalla. Lei si girò e mi sorrise.
" ti serve qualcosa ? Chiese con voce quasi dolce
Sembrava simpatica
" si in verità sto cercando la 3C sai dov'è?" Domandai
" certo ci sei davanti" e indicò la porta.
Alzai gli occhi al cielo e ringraziai poi mi presentai alla ragazza.
" piacere Isabelle e grazie per l'aiuto"
Le mi strinse la mano
" piacere Elisabeth, è un vero piacere"
Comminciammo a parlare del più e del meno fino a che la campanella non suonò. L'impressione che avevo avuto era giusta. Era simpatica, il detto era davvero giusto. " l'apparenza inganna". Entrammo in classe e mi sentii osservata da tutti. Soprattutto dal professore che sembrava sorpreso.
"Una nuova alunna, che piacere! Dimmi cara come ti chiami?"
" Isabelle" Sorrisi timidamente e con tutti gli sguardi su di me mi sedetti vicino a Elisabeth. Forse mi ero fatta un'amica. Le ore di lezione passarono e arrivò l'ora di pranzo. Mi accomodai al tavolo delle cheerleader e feci amicizia finché una di loro si faceva strada tra la folla per venire nella nostra direzione con Liam. Merda.
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Curiose di sapere come va a finire con Liam e Isabelle in mensa?
Al prossimo capitolo
Didizzy02
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Quello che vedo in te
RomanceUna ragazza semplice, un po ' acida e scontrosa con una dolcezza immensa nascosta Un ragazzo davvero stronzo e bello il classico ragazzo che tutte amano. Lui che si diverte con tutte tranne che con lei. Ma cosa succede se questi due si ritrovano a...