-Un'estate difficile-

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Io ho ucciso Sirius Black! Vieni a prendermi!

Helena si svegliò e si ritrovò a fissare il soffitto di un grigio triste, nella sua stanza buia.
Si sentiva stranamente lucida, come se non avesse dormito affatto, come se non fosse riuscita mai a dormire, da quando suo padre era morto.
Uno strano sudore le imperlava il corpo, anche se effettivamente non aveva caldo. Uno dei pochi pregi di quell'estate era il clima quasi freddo portato dai dissennatori che si erano uniti a Voldemort, e che probabilmente, data la diffusione della nebbia in tutto il paese si stavano moltiplicando con una velocità inquietante.
Si passò una mano sul viso e si mise seduta con molta cautela.
Un lato schifoso della sua vita in quel momento? Si sentiva sempre stanca e vuota. Sarebbe mai passata quella tristezza? Probabilmente no.
L'unica persona cara che le era rimasta l'aveva lasciata, l'ultimo membro della sua famiglia.

Non erano successi eventi particolari dopo il disastro al ministero, a parte il suo inevitabile ritorno nella struttura babbana che ospitava i minorenni.
Lupin non si era voluto assumere la responsabilità di prenderla con sé, e Malocchio era in missione per conto di Silente, perciò il preside stesso le aveva detto di tornare lì per un po' di tempo fino ad una nuova sistemazione.
Si alzò dal letto e si diresse verso il comodino, dove giacevano un po' spiegazzate varie copie de La Gazzetta del Profeta, che ravveduta sul ritorno di Voldemort cercava di tranquillizzare la popolazione magica, anche se con scarso successo. Non poco distante dai giornali c'era un libriccino viola pieno di norme preventive per la sicurezza inviatole dal Ministero.
Dopo essersi data un lungo sguardo al vecchio specchio inchiodato al muro si pentì subito di averlo fatto, aveva un aspetto terribile.
Insieme all'appetito aveva perso qualche chilo, c'era da aspettarselo, dimagriva con una facilità impressionante.
Sospirò e non avendo nulla da fare si mise a riordinare la stanza spostandosi di tanto in tanto una ciocca di capelli dal viso.
Quando sentì bussare si interruppe bruscamente fissando la porta bianca.
"Sì?" domandò, ma le uscì a malapena un filo di voce, perciò si schiarì la gola "Sì?" Questa volta uscì più vigorosa.
"Fai i bagagli, il tuo nuovo tutore è venuto a prenderti!" Le urlò la voce dall'altra parte.
Il suo nuovo cosa?
La ragazza di diresse verso la porta e aprì uno spiraglio.
"Come hai detto scusa?"
"Sei sorda o cosa? Preparati e basta" le ordinò con tono acido.
Helena richiuse la porta e si preparò senza chiedere ulteriori spiegazioni, qualunque posto sarebbe stato meglio di quello.

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