Chapter 4

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Rieccomi col capitolo 4!
Ricordo, come tutte le volte, che la parte in corsivo è un flashback della vita della protagonista.
Oggi verrà finalmente svelato come si chiama, quasi per sbaglio, ops! :D
Buona lettura.
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Erano le 6 di sera, camminavano da lungo tempo. Stavamo salendo nel primo anello rosso, a San Siro. Non smettevamo di agitarci, ridere e strillare. 

Era arrivato il gran giorno del Baell Tour. 

Io e le ragazze che avevo conosciuto al primo firma copie, che mi accompagnavano sempre a qualsiasi evento degli Urban Strangers, avevamo preparato un enorme striscione, sperando di farci vedere. Sullo striscione c'erano i componenti della Baell Squad e la frase: "Siete BAELLISSIMI ". 

L'euforia era a livelli massimi.

Finalmente ci sedemmo ai nostri microscopici posti, ed iniziammo ad attendere, mentre il caldo infernale di luglio ci uccideva. Vedevamo abbastanza bene il palco, eravamo riuscite con gran fatica a ottenere alcuni dei posti migliori disponibili. Sentivamo i fiati di tantissime persone sopra e sotto di noi, tutti in fibrillazione. 

Dopo un paio di ore, le luci si accesero, e si sentirono delle voci lontane, ma estremamente chiare e conosciute a tutto il pubblico, che urlarono: "Sei pronta Milano?!?" 

E poi solo urla.

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Mi svegliai, stranamente avevo dormicchiato al mattino sul bus. 

Con una cuffia nell'orecchio, stavo ascoltando una calma white wood, una delle mie canzoni preferite in assoluto, mentre ormai ero arrivata al parcheggio.

Scesi di corsa, e mentre camminavo, ripensavo a quello che era successo una settimana fa. 

Lo avevo raccontato solo a poche persone di cui mi fidavo, cioè Alice e le altre 3 ragazze del firma copie. Una di queste, Miriana, mi invidiava davvero molto. Continuava a chiedermi se era meglio abbracciare Alex o Genn, e non sapevo rispondergli.

Ci siamo viste proprio il giorno dopo del grande evento, e hanno voluto sapere tutto nei dettagli. In realtà non a tutte ho detto per filo e per segno ciò che ci siamo detti io e gli Urban. 

Chiara, una delle 4, mi ha detto che sono stata un fottuto genio. A nessuna poteva venir in mente di orchestrare una bugia del genere solo per vederli.

Io ero sempre più triste, perché Alice, la ragazza a cui ero più legata, poiché sapeva tutto ciò che ci eravamo detti, era rimasta ancora più sbalordita delle altre. 

"Come hai potuto non dirgli il tuo nome?! Dafne, ogni volta sbagli qualcosa!!" mi rimproverava.

Poi mi abbracciava, dicendomi che comunque gli avevo lasciato il mio biglietto da visita. Stavolta ci tenevo davvero, in una loro risposta. 

E nel frattempo è passata più di una settimana. Io non ci speravo più ormai. Ma forse avrei dovuto ricredermi.

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Stavo cercando di concentrarmi, durante la terza ora, per fare bene stile libero, nella mia scuola si fa anche le lezioni di nuoto a ginnastica perché abbiamo una piscina proprio accanto al liceo.

Durante gli anni passati alle superiori, stavo davvero imparando a nuotare come si deve. Quando ero piccola, l'istruttore di nuoto, quando ancora ero all'asilo, mi ha spaventata, buttandomi nell'acqua quando ancora non sapevo nuotare. 

Sarei annegata se non fossero venuti sotto ben due metri di acqua i bagnini a salvarmi. Da quel momento mi ero sempre rifiutata di fare un corso di nuoto, ci è voluto parecchio tempo prima di decidermi a tornare al mare, poi anche in piscina.

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