CAPITOLO 1

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Vog dunque, dopo aver avuto le indicazioni su come andarsene da quella terra, si mise in marcia.

Il piccolo preferì camminare per paura che qualche viverna lo avrebbe notato ed attacato dall'alto dei cieli, anche se il viaggio sarebbe stato molto più lungo.

Per la strada Vog incontrò dei piccoli esserini simili a granchi ma ricoperti da uno strano guscio di pietra, di nome thryck. Questi esserini iniziarono a ballare e a cantare, pur non essendo belli esteriormente i thryck avevano inaspettatamente una voce radiosa, che avrebbe aperto anche il più grigio dei giorni. Vog rimase basito nel vedere degli esserini così minuti in un posto tanto angosciante e pieno di pericoli, però appena i thryck si misero a cantare Vog li ascoltò con grande interesse:

Sogni di primavera,

sogni di un ritorno al passato,

sogni di felicità e amore

sperando il ritorno di chi ci stava accanto,

sperando il ritorno di una terra,

sperando la nostra salvezza,

e non torneranno mai più quei giorni

e non tornerà mai più quella vita.

Noi siamo i superstiti

di una vita passata,

che ormai più nessuno ricorda,

che ormai più nessuno,

ricorderà;


Una grande tristezza d'animo pervaso lo spirito del nostro giovane Vog sentito quel canto tanto melodico quanto triste.


-Che cosa volevate dire con quelle parole?- domandò con grande curiosità Vog;

-abbiamo cantato ciò che successe alla regione di àlom, ci rattrista molto vedere come la nostra terra natia sia potuta cadere in disgrazia sin dagli anni primordiali, ma ciò non ci lascia perdere d'animo poichè la profezia prima o poi si avvererà!- rispose uno dei thryck;

-profezia?-;

-non dirmi che non sai della profezia? la profezia narra le vicende di un eroe che porterà àlom al suo antico splendore-;


Vog lasciò perdere tutto quello, anche perchè per lui era inutile preoccuparsi di quelle cose, e tornò a camminare per tornare a casa ma da ora avrebbe avuto una compagnia per il viaggio.

Ben presto Vog cominciò ad avere paura di quelle lande, tra l'altro di sera quelle terre erano ricolme di insidie, e iniziò a pensare a colle Santutegia, e iniziò a pensare:

pensò ai bei momenti col padre, a quella volta che lui e Gahum per sbaglio incenerirono l'abitazione del vicino, o, a quella volta in cui fece deglutire dell'acqua al padre nello stesso momento in cui stava per sputare una sfera lavica e non potè sputare fuoco per una settimana;

pensò alla madre ,la bella Viska, un angelo di bontà ma un demone in cucina, una volta la madre gli fece lo stufato di anguilla che beh... diciamo che non era molto digeribile. La cucina per Viska era come stare a casa della suocera... un tormento! Fortunatamente la cucina era l'unica cosa in cui non era brava, del resto era una draghessa che sapeva sempre quale fosse la cosa giusta, ed è per questo che l'ammiravano tutti.

Bastarono quei pensieri per far nascere in Vog un senso di nostalgia, ma non si demoralizzò anzi questo gli fece salire la voglia di tornare a casa.

Camminare, camminare e ancora camminare, sembrava che quella serata non passasse mai e, per passare il tempo chiese ai thryck di cantare ancora, i thryck inziarono, e subito le loro voci divennero una:

Dura è la nostra pelle

molli sono le nostre interiora,

facendo sempre più marachelle

aspettando la nostra ora,

e siamo qui a dirti che

per tornare a casa

abbiamo sbagliato strada perchè due chilometri fa

dovevamo stare là

ma adesso stiamo qua.


-Cosa! perchè non avete detto niente?- disse Vog infuriato;

-tu non ce l'hai chiesto e quindi siamo stati zitti- risposero i thryck;


I thryck iniziarono ad aver paura del giovane drago vedendolo sempre più arrabbiato e si trasformarono in roccia. Nel vedere tale trasformazione Vog riuscì a capire come degli esserini così innoqui potessero sopravvivere in un luogo così pieno di avversità, diventare roccia era una tattica molto intelligente perchè così non si sarebbero potuti far trovare dai predatori e, se nel caso qualche bestia avesse capito il trucco, si sarebbe spaccato un dente nel tentativo di mangiarli.

Adesso però sorse un altro problema, i thryck erano gli unici a conoscere la strada per andarsene da quella terra ed ora che erano diventati roccia Vog si sentì perduto.

Tentò più e più volte di far spietrificare i thryck ma nulla, provò con le buone maniere parlandogli e scusandosi, poi preso dalla disperazione provò con una palla di fuoco ma niente, non succedeva niente. Il buio della notte si fece sempre più fitto e senza una guida si sarebbe certamente perso, scovò in lontananza una grotta dove si sarebbe potuto riposare finchè non si fosse fatto giorno.

Vog entrato nella caverna creó un pò di luce con una sfera di fuoco che sputò sul pavimento della caverna per riscaldare la zona, poi si stese intorno ad una roccia e si addormentò.

Vog stava per passare una notte di grande paura, per la prima volta non aveva le comodità di casa sua, per la prima volta si trovava lontano dai suoi genitori. Vog nonostante tutte le sue paure riuscì ad addormentarsi, nel mentre la luna si elevò in cielo come mai fatto prima e proprio quando raggiunse il punto più alto la terra iniziò a tremare.

E si sentì tremare, e tremare, e ancora tremare come se la terra fosse in preda ad una rabbia incommensurabile e la stesse rigettando su Àlom, la caverna iniziò a crollare su se stesse, il soffitto cadeva a pezzi e il pavimento si separava creando lacerazioni nella roccia, ad un certo punto un'enorme masso precipitò dal cielo sfondando il soffito della caverna.

Vog, una volta svegliò, si fece prendere dal panico cercando l'uscita della caverna, ma il terremoto aveva chiuso ogni via di fuga, allora Vog perse ogni speranza ed incominciò a piangere, e pianse, e continuò a piangere in mezzo a quella devastazione e poi si sentì un rumore simile ad una spaccatura e poi: CRACK, uno squarcio nella roccia, l'unica possibilità di salvezza per Vog era quella via, e quindi dopo essersi asciugato le lacrime si fece coraggio e si addentrò in quello squarcio nella parete della grotta.


CONTINUA...

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