CAPITOLO 4

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-Mi hai fatto convocare padre?-domandò kaosu al cospetto del padre;

-In verità si, un mio servitore dice di averti visto giocare con un qualcuno, ovviamente non ci ho creduto, però dopo avergli divorato la testa mi sono sentito alquanto perplesso ed ecco il motivo del perchè ti ho fatto convocare-disse Eodum;

Kaosu iniziò ad aver paura, sapeva che il padre lo avrebbe punito se gli avesse detto la verità, quindi dopo un respiro profondo iniziò a parlare negando tutto.

-La tua perplessità è infondata padre, non penserai davvero che io Kaosu figlio di Eodum possa giocare con un drago-;

-Non ho detto che si trattava di un drago-;

-cosa? bhe si che l'hai detto- disse Kaosu capendo di aver fatto una mossa sbagliata;

-Non l'ho detto io, Kaosu hai qualcosa da dirmi?- gli domandò Eodum;

-Padre, io...- Kaosu non riuscì a parlare perché subito il padre lo lanciò talmente forte da far spaccare la parete e farlo finire nella stanza accanto.

-È così che mi ringrazi? Dopo tutti i miei sacrifici per farti diventare il prescelto dall'oscurità tu mi tradisci in questo modo, ti metti a giocare con un draghetto!- esclamò Eodum arrabbiato e tradito;

-Che c'è di male padre, perchè non posso giocare, perchè non posso avere amici, dici sempre che io sono il prescelto dall'oscurità, e se io non volessi diventarlo?- domandò Kaosu dolorante per la botta precedente.

In quel momento Eodum non riuscì a controllarsi e con una zampata finì per colpire il figlio graffiandogli il volto.

-Non mi importa nulla di ciò che vuoi tu, il tuo destino è stato segnato fin dalla nascita, tu sei il frutto dell'unione mia e di Nadi , tu sei oscurità , tu sei morte , tu sei il caos , il caos più puro che ci sia-;

-Io sono oscurità? Io sono morte? Io sono caos?- continuò a ripetersi Kaosu nella mente anche dopo che il padre se ne andò.

-Si, sei tutto ciò, e questo significa obbedienza, dimmi Kaosu dove posso trovare il giovane drago?-;

In quel momento nella mente della piccola viverna risiedeva una grande confusione, e il piccolo iniziò a provare rabbia, odio e un'irrefrenabile voglia di far male al prossimo; alla fine Vog gli aveva mentito, non era più tornato, meritava una punizione, un castigo per aver osato prendersi gioco di lui, e lì, tra quelle mura, Kaosu capì la sua vera natura, morendo e rinascendo come l'unico e solo re del caos. Gli occhi divennero rossi, e un incredibile energia maligna iniziò a circondare il giovane.

-Padre, il draghetto si chiama Vog risiede a colle Santutegia, vai porta qualche viverna con te e rendi quelle verdi colline rosse, ed io farò altrettanto- disse... Kaosu, che ormai era dominato dalla rabbia e dal caos da lui repressi per troppo tempo;

-Cosa, e dove avresti intenzione di andare? tu non puoi andartene senza il mio consenso-;

-Ma certo che posso, l'hai detto tu stesso, io sono oscurità, morte e caos, il re del caos e in qualità di re non ho bisogno di chiedere il consenso a nessuno, e comunque vado alle montagne silenti, ho bisono di un luogo dove esercitare la mia potenza a lungo sopita- disse Kaosu;

Eodum resosi conto del cambiamento del figlio, capì che l'oscurità si era risvegliata, si rese conto di stare al cospetto del caos e si inchinò, si prostò alle zampe di Kaosu facendo le sue scuse e porgendo i suoi omaggi per il suo attesissimo ritorno leggendario.

Il dragone nero uscì dalla stanza per organizzare l'attacco su colle Santutegia, ma il caos era rimasto dentro, da solo. Kaosu uscì da quella stanza e andò sul balcone, si mise sul bordo e si lasciò cadere e nel cadere ricordò come era prima, alla bontà che proveniva dal suo cuore, al divertirsi nel giocare con Vog e la rabbia in lui continuò a crescere sempre di più, finchè quando stava per toccare terra aprì le ali, quelle grosse ali nere e volò talmente veloce da squarciare il cielo.

In tutti quegli anni non si era mai vista una creatura così veloce, così veloce da rompere la barriera del suono, in pochi attimi si ritrovò sopra le montagne silenti, si lasciò precipitare, toccato il terreno creò un'incredibile esplosione al cui centro c'era lui, le polveri si corspasero nell'aria e solo quando ritoccarono il suolo Kaosu iniziò il suo allenamento.

Appena anche l'ultimo granello di polvero toccò il suolo Kaosu scattò verso un'enorme masso e, con un colpo di coda ben sferrato, lo distrusse ma non era soddisfatto. Si recò davanti ad un altro masso, ancora più gigantesco del precedente, e con una zampata riuscì a spaccarlo in minuscoli pezzettini , ma non era soddisfatto. Allora si recò dinanzi al masso più grande che ci fosse e iniziò a battere le ali, in un istante si creò un tornado che sollevò la pietra e la fece scontrare col fianco della montagna, ma non era ancora soddisfatto. Quindi si portò in alto, fin sopra le nuvole e lanciò una sfera di energia che distrusse tutte le montagne silenti.

L'aria era carica di elettricità e finalmente Kaosu era soddisfatto del potere in suo possesso e spiccò il volo per tornare a casa.

Il sole era ormai tramontato e la giovane viverna tornò giusto in tempo per vedere Eodum partire portando con se quattro viverne pronte per fare un massacro a colle Santutegia.

-Lo sai che non faranno più ritorno vero?- disse Nadi;

-Le viverne probabilmente, ma Eodum, mio padre tornerà, d'altronde ci sono pochi guerrieri a colle Santutegia e nessuno di essi è abbastanza forte da sottomettere il dragone nero- rispose Kaosu;

-non riesco a capirvi, perchè prendersi così tanto disturbo per un cucciolo di drago-;

-dovresti capire invece, Eodum è un cane rabbioso, cerca sempre qualche pretesto per creare distruzione, e io gliene ho fornito uno- disse Kaosu;

-e adesso godiamoci la carneficina- replicò Kaosu;


CONTINUA...

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