Capitolo 4

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Alle sette mi sveglio, ho un gran mal di testa, mi alzo e prendo un'antidolorifico. Faccio colazione, mi lavo e mi preparo. Alle otto esco di casa, sono in ritardo, ma non ho proprio voglia di correre, questa giornata è già iniziata male.
Cammino tranquillamente e per strada vedo Maicol con la tipa dai capelli verdi  , appena mi vede gira la faccia dall'altra parte.
<<Ciao Maicol!>> sorrido e saluto con la mano, adoro  fare la santarellina e far incazzare gli altri.
<<Ciao>> appena ci superiamo sento la ragazza che gli chiede chi sono.
Arrivo a scuola che ormai sono le 8.30, entro in classe e mi siedo al mio posto.
<<Signorina Aberti, come mai è entrata in ritardo.>> la prof di inglese non l'ho mai sopportata, abbiamo litigato spesso e oggi ho proprio voglia di far incazzare qualcuno.
<<Forse perché non avevo voglia di vederla>> silenzio
<<Benissimo se non ha voglia di vedere me forse avrà voglia di vedere la preside.>> mi alzo e prendo la cartella
<<Perfetto, non si scomodi neanche, la strada la so.>>
Mi avvio e esco dalla scuola, l'anno non è iniziato bene.
Chiamo Mirko e mi faccio trovare alla stazione, salgo in macchina e mi porta a casa sua.
Vive con un suo amico da quando i suoi genitori hanno scoperto che spacciava erba e lo hanno cacciato da casa. Il tempo passa in fretta con lui, tra una sigaretta, una birra e una scopata. Verso le quattro mi avvio verso il boschetto e aspetto che arrivi Alex.
Arriva in ritardo e con tutta calma si avvina.
<<Ciao, ti va se facciamo un giro qua nel bosco?>> dentro di me sento che non dovrei ma ovviamente accetto.
Fumo un sigaretta per rilassarmi, voglio arrivare a un dunque.
<<Allora perché volevi vedermi?>>
<<Ti devo chiedere un piccolo favore.>>
<<Che tipo di favore?>> prende una sigaretta l'accende e fa due tiri, me la offre ma rifiuto.
<<Potresti ospitarmi per un po' a casa tua?>> alzo il sopracciglio e lo guardò con aria scettica.
<<Mi hanno sfrattato perché non ho pagato l'affitto.>> ci penso su un po', mio papà non sarà d'accordo, ma non deve per forza saperlo, è più il tempo che è fuori casa che quando ci sta.
<<Va bene, ma mio papà non deve saperlo.>>

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