6-disastro a scuola

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20 ottobre, lunedì. Come ogni mattina mi alzai, mi preparai per andare a scuola e sopportare un'altra settimana. Tutto sembrava essere tornato normale, come se mamma non avesse lasciato nessuna lettera e non se ne fosse andata. Tutto mi sembrava una recita, mamma che bacia papà come se il loro fosse un matrimonio perfetto, (finto!), papà che va contento a lavoro, (finto!), io che sono felice(finto!). Ormai la mia vita è diventata una recita, ed io dò il meglio di me nel recitare. Come ormai faccio sempre, andai sotto casa di Lara per andare a scuola insieme.

Scese di sotto.

-Ehi, ciao scusa il ritardo!- mi disse e guardando la mia faccia, che ormai era tornata al suo stato d'animo normale, mi chiese preoccupata- Che è successo?

-Se ti racconto una cosa tu prometti di non dirlo a nessuno?

-Promesso.

Le raccontai tutto, senza tralasciare nulla, nemmeno di Chiara, persino della vita di mamma. Era una storia lunghissima ma non so come io riuscii a raccontargliela in una ventina di minuti, così facendo arrivammo in ritardo di ben dieci minuti.

-Cazzo, quanto è tardi! Il prof ci ammazza. -disse lei, cominciando a correre e io la seguii- sai ora capisco perché hai preferito raccontarlo a me e non a Carla.

Lara aveva i genitori separati quindi avevo pensato che lei fosse la persona più adatta per sfogarmi.

-Sento un dolore soffocante in gola che non si decide ad andarsene- dissi portando una mano in gola- la mia vita mi sembra una recita.

Entrammo dentro la scuola.

-Dai vedrai che passa- mi disse Lara per tranquillizzarmi.

Entrammo in classe.

-Alla buon ora!- disse il prof Leandro che stava spiegando la circonferenza

-si può sapere cosa avete fatto tutto questo tempo? E' praticamente la seconda ora!

-Ci scusi prof- dicemmo all'unisono.

-Avete almeno il permesso?

-No, prof- disse Lara.

-Io sì- dissi stupendo tutti e due. La verità è che l'anno scorso arrivai in ritardo ma il prof Lancioni, insegnante di musica, non la volle e io ce l'ho da allora. Cambiai la data, glie lo diedi e mi sedei al mio posto. Passò un ora e mezza e la campanella della ricreazione suonò. Come sempre andai da Makoto per non destare sospetti e avere così mezza scuola intenta a farsi gli affari miei.
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Makoto uscì dalla classe e aspettò Emma. Sentiva che le era accaduto qualcosa perché sono tre giorni che quella soffocante sensazione alla gola lo perseguita, deve esserle successo qualcosa e voleva capire cosa.
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-Ciao- dissi sorridendo, da quel sorriso capì subito che era successo veramente qualcosa.

-Che è successo? Hai litigato di nuovo con i tuoi?- Chi è quest'essere? Glie l'ha detto sicuramente Lara. Era l'unica a saperlo. No aspetta non avrebbe potuto nemmeno volendo, le mancava il tempo, come ha fatto?!?! Okay Emma calma e fai finta di niente forse ce la fai ancora.

-Non capisco di cosa tu stia parlando.

-Non fare la finta tonta, lo so che stai male- accidenti!
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Lei sospirò-Come hai fatto a capirlo?

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