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"Agron!" gridò Levi quando fu nel giardino della villa, contianuando a correre come se avesse alle calcagna uno stuolo di demoni, fino a che non raggiunse la vittima designata: prima di potersi anche solo rendere conto di cosa stava succedendo, il gladiatore germano si ritrovò a terra, schiacciato dal peso del moro che, a cavalcioni su di lui, prese a tempestarlo di pugni in faccia, sul petto, sull'addome ed in qualsiasi altro punto riuscissero ad arrivare le sue mani, sputando intanto gli insulti più disparati, quasi con le lacrime agli occhi per la troppa rabbia. Per un momento, nonostante tutto, il moro fu pure abbastanza lucido da pensare che andando avanti così rischiava di uccidere il confratello, ma al momento era troppo preda del proprio lato emotivo per pensarci davvero...
Si risvegliò da quella spece di trans omicida solo quando due dei gladiatori più robusti lo tirarono a forza lontano dal corpo di Agron, che poi venne aiutato a rimettersi in piedi.
I due che avevano allontanato Levi, comunque, dovettero continuare a tenerlo fermo, perchè lui ancora sbaitava e ringhiava contro il germano come un lupo rabbioso.
"Si può sapere che ti prende, Levi?!" si intromise Spartacus a quel punto, piazzandoglisi davanti, chiaramente più che esasperato da tutta quella confusione. "La morte di Eren ti ha davvero dato alla testa fino a questo punto?!"
"Eren è vivo!" strillò di rimando lui, e questa volta le lacrime fli rigarono le guance.
Spartacus si fece indietro di un passo, incredulo: "Cosa?"
"E' nelle mani di un senatore romano, nella sua villa di campagna!"
"Devi averlo sognato"
"No! E' stato Nasir a raccontarmi la verità"
"Tu hai fatto cosa?" si intromise Agron, rivolto al giovane siriano, che si era trovato là dopo aver seguito Levi.
"Hai visto quanto era distrutto per quella falsità?" cercò di difendersi il ragazzo. "Non ce l'ho fatta a continuare a mentirgli: sarebbe stato troppo crudele!"
Spartacus alzò di colpo una mano, in una muta richista di silenzio, poi si avvicinò al germano, che ancora cercava di pulirsi il sangue dal viso: "Una bugia detta a fin di bene?" gli chiese.
"Proprio così" rispose convinto l'altro.
Il trace voltò le spalle un momento, sospirò appena, poi tornò a girarsi verso Agron, mollandogli un pugno alla mascella con una forza e una rapidità sorprendenti, gridandogli: "Una bugia che non sarebbe mai uscita dalla tua bocca, se al posto di Eren ci fosse stato Nasir!"
Questo perchè Agron ed il ragazzo siriano erano molto uniti.
Levi assistette a tutta la scena allibito, con la bocca quasi spalancata: certo il trace gli aveva giurato di aiutarlo a ritrovare il ragazzo dagli occhi di giada, ma fino a quel momento non aveva mai creduto che prendesse così sul serio la parola data...
Agron comunque non sembrava intenzionato a rassegnarsi, e si rivolse direttamente a Spartacus: "Stiamo parlando della villa di un senatore, maledizione! Sarà sorvegliata almeno dieci volte meglio di questa, e poi dopo averla attaccata ci ritroveremo con l'intera Repubblica alle costole"
"Ce l'abbiamo già alle costole" ribattè il trace.
"Ma fino ad ora non ci hanno mai attaccato seriamente! Andiamo, Spartacus, vuoi davvero mettere a rischio tutti noi per uno stupido moccioso?"
"Ho fatto una promessa"
"Però in parte il germano a ragione" si intromise Levi. "Tu sei troppo importante per tutti loro. Non puoi permetterti di morire con me, quindi andrò io solo"
"No. Non avresti neanche una possibilità di uscirne vivo"
"Indipendentemente da questo, ho giurato ad Eren che lo avrei liberato"
"E io ho giurato di aiutarti" sottolineò Spartacus. "Verrò con te, Levi. Su questo non transigo"
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La notte del giorno dopo, tutti coloro che avevano scelto di prendere parte all'operazione per salvare Eren furono pronti a partire al calare della luna.
Oltre a Levi e Spartacus, c'erano Barka, Crisso, Rascos e perfino Nasir.
Tutti gli altri avevano scelto di tenersene fuori. essendo daccordo con l'idea di Agron, secondo la quale quel savataggio altro non sarebbe stato che un suicidio di massa.
Levi non li biasimava per quella scelta, perchè in parte pensava avessero ragione, e per questo aveva provato fino all'ultimo a convincere gli amici a lasciarlo andare da solo. Ovviamente, non c'era stato verso.
Quelli che non sarebbero venuto con loro, comunque, non sarebbero rimasti con le mani in mano, ma si sarebbero diretti con le donne e gli anziani verso un tempio abbandonato nei pressi di un bosco, poche miglia più avanti della villa del senatore e abbastanza grande per garantire a tutti loro una vita abbastanza dignitosa.
"Possiamo andare?" chiese il moro al piccolo gruppetto che lo seguiva, con un tono che tradiva tutta la sua impazienza.
Gli altri annuirono, poi montarono ognuno sul rispettivo cavallo e partirono a spronbattuto, riuscendo ad arrivare nei pressi della villa prima di quanto Levi non pensasse.
Fu facile capire quanto intensa doveva essere la sorveglianza anche solo nel cortile, vista la tenue luce emanata dai tanti fuochi da bivacco.
"Non dobbiamo assolutamente attirare l'attenzione" sentenziò Crisso, e tutti furono daccordo con lui.
Avrebbero proceduto esattamente come un paio di notti fa: nel massimo silenzio e con la massima rapidità.
Anche in questa occasione utilizzarono i rampini per scalare le mura di cinta, ma, a differenza della volta precedente, non furono in grado di procedere all'attacco alle gurdie con la stessa brutale rapidità: i soldati erano molto più numerosi, e se tanti di essi caddero sotto le lame dei gladiatori sensa neanche accorgersene, tanti altri furono abbatanza pronti da reagire e costringere gli intrusi al duello. Si trattava di soldati abilissimi, ma nessuno di loro valeva tanto da riuscire a mettere seriamente in difficoltà i sei gladiatori; Levi tra tutti era quello più veloce ad avanzare, quello che faceva più vittime: non avrebbe permesso a nessuno di frapporsi tra lui ed Eren, ora che gli era così vicino, e per questo massacrò ogni soldato che gli capitava davanti sensa neanche guardarlo in faccia, la ferocia di quando ancora calcava l'arena di colpo risvegliata.
Alla fine non rimase una sola guardia viva, all'esterno, e l'interno no era sorvegliato altrettanto bene: in qualche minuto i sei intrusi non ebbero più nessn avversario davanti, e a quel punto, mentre gli altri cercavano il padrone di casa, Nasir professò agli schiavi radunati nella sala principale "la leggenda di Spartacus": spiegò loro che unendosi al suo gruppo avrebbero potuto essere liberi, tutti, donne, anziani e bambini; disse che nessuno avrebbe più dato loro ordini, che non sarebbero più stati picchiati per uno sbaglio, e che, anche se non avessero voluto seguirli verso il tempio, ormai potevano scegliere la propria strada sensa che nessuno glielo impedisse.
Alla fine di quel discorso, la maggior parte dei numerosi schiavi lì riuniti erano pronti ad unirsi a Spartacus anche a costo di scendere all'inferno.
In tutto questo, però, del padrone ancora nessuna traccia, e Levi cominciava a non sapere più dove guardare.
"I sotterranei!" gli gridò di colpo Barka.
E' vero! pensò Levi subito dopo, e si diede dell'idiota per non esserselo fatto venire in mente prima: vista l'incapacità di combattere dei patrizi romani, il proprietario della villa poteva benissimo essersi rintanato nei sotterranei, dopo aver visto la malaparata.
Rivolgendo un cenno a Spartacus perchè lo seguisse, il moro si catapultò letteralmente giù per il buio corridoio che portava alle prigioni, ed il puzzo di morte e sangue fu la prima cosa che captò, una volta che ebbe sceso le scale.
Ora lui ed il trace si trovavano in uno stretto corridoio costeggiato su entrambi i lati da piccole celle chiuse da porte con sbarre di ferro. Ognuna di quelle stanze era grande abbastanza per due persone appena... ed ognuna di esse era vuota.
I due uomini continuavano ad avanzare, guardando dentro ogni singola cella, ma del padrone a cui poter chiedere di Eren non c'era nemmeno l'ombra, e Levi stava cominciando a perdere le speranze.
Poi, un urlo risuonò poco distante.
E Levi avrebbe riconosciuto quella voce tra mille.
Corse, Levi, sentendo già il cuore arrivargli in gola e martellargli nelle orecchie, e quando alla fine arrivò alla cella dalla quale giungevano le urla, credette di morire.

Tranquilli non serve che mi dite che sono stronza perché lo so già 😆
E ora pregate per il prossimo capitolo!! 😈

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