Capitolo 9

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Ci siamo, era arrivato il giorno della partenza. Le mani tremavano, e il cuore batteva forte. L'agitazione mi attanagliava lo stomaco; non riuscii nemmeno a fare colazione.

Aspettai impaziente la fine della scuola, per incontrare Cameron e andare a Londra.

Andammo all'aeroporto con la sua macchina. Era gremito di persone: chi salutava in lacrime, chi controllava il proprio volo sul tabellone, chi faceva il check-in, ognuno con la propria storia e con la propria vita.

Facemmo i controlli di sicurezza, poi attendemmo che chiamassero il nostro volo. L'attesa era snervante.

Cameron mi teneva la mano e faceva piccoli movimenti circolari con il pollice, aveva capito come mi sentivo...ancora.

Prese un respiro più profondo degli altri, e tutt'un tratto mi abbracciò sfiorando il mio naso con il suo. Gli occhi bassi nascosti dalle ciglia folte, il cielo più azzurro offuscato dalle lacrime.

Ci furono attimi interminabili in cui ci guardammo negli occhi, ci attraversavamo a vicenda.

La chiamata del nostro volo ci fece allontanare, e dirigere verso il nostro aereo.

Prendemmo posto, io stavo dalla parte del finestrino.

Annunciarono la partenza; Cam mi lasciò un tenero bacio sulla guancia e poi si appoggiò alla mia spalla. Non so quanto trascorse prima di addormentarmi, però so che mi svegliai cinque minuti prima dell'atterraggio su qualcosa di caldo ed estremamente profumato, un profumo delicato e mascolino che inebriava i sensi.

Quel giorno a Londra pioveva, tanto per cambiare, perciò corremmo fino all'interno dell'aeroporto e chiamammo un taxi.

Decise di spezzare il silenzio che si era creato: -Ora dove andiamo?-

-Dai miei nonni, staremo da loro questi due giorni. Spero solo che tutto questo serva a qualcosa- abbassai la testa sconfitta, ma lui me la rialzò con due dita. Mise le mani a coppa intorno al mio viso e incominciò a lasciarmi piccoli baci prima agli angoli della bocca, poi sul mento, poi sulle guance, e infine ne schioccò uno sulla bocca. I nostri nasi si toccavano, come le nostre fronti. Sorridevamo, nessuno poteva dividerci. Il suo respiro era il mio, i suoi occhi erano i miei. 

Il tassista ci avvisò che eravamo arrivati. La villa era esattamente come la ricordavo: enorme, classica e perfetta. La parte di serra che sbucava dal retro, riempiva il cortile di mille colori e forme diverse, e la mia vecchia altalena aveva ancora l'incisione sul seggiolino.

Suonai al campanello e Mary, la domestica, venne ad aprire. Io e Cameron entrammo in casa e venimmo accolti dall'odore familiare dei gigli. Lui continuava a guardarsi intorno con il naso all'insù, e non riuscii a non ridere per la sua espressione, nonostante tutta l'ansia che mi sentivo addosso.

- Hope, cara, da quanto tempo, perché non ci hai avvisati? Ti avremmo fatto trovare un pranzo con i fiocchi!- la nonna era come al solito impeccabile, con il suo chignon e il suo filo di perle, e un tubino color azzurro carta da zucchero che le fasciava il corpo.

-No, non preoccuparti, sono qui per chiederti una cosa- dissi il più seria possibile

-O, certo. E chi è questo ragazzo con te?-

-Lui è Cameron, il mio...- il mio?- il mio...- aaaaaa aiutooooo, il mio che?

-Il suo ragazzo- finì la frase al posto mio Cameron. Persi un battito, non riuscivo a crederci. Non che ci comportassimo diversamente da due fidanzati eh...ma non lo avevamo mai detto esplicitamente.

Nel mio stomaco c'erano qualcosa come quindici cincillà che ballavano la macarena.

Ci sedemmo tutti davanti ad una tazza di thè alla menta, e iniziò il mio cammino verso la verità.

-Nonna, io ho trovato un documento a casa.- spalancò gli occhi, ma si ricompose.

-E?-

-Nonna dimmi la verità: io ho un fratello?- prese un respiro, poi parlò

-La verità è che...

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S.A.

E' il primo spazio autrice che scrivo. Il prossimo capitolo dovrebbe avere un piccolo extra con il pov di Cameron, dato che succederanno cose...succulente(?). Fatemi sapere se vi piace l'idea e commentate sia per consigli, che per critiche, che per complimenti (spero). GRAZIE DI TUTTO.

Odiavo AmartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora