Capitolo 3

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...Entrammo e ci ritrovammo davanti a una cattedra abbastanza grande, dietro essa si trovava una grande finestra e sulla parete c'era un enorme libreria.

P:-Che succede rosalia?-
Chiese il signore seduto sulla scrivania rivolto alla segretaria.

S:-signore, mi sono accorta che c'è un problema con la stanza della nuova alunna...-

P:-Quale problema?-
Disse allungando la mano per afferrare i documenti.

S:-Si, ecco, nei documenti risulta che la signorina dovrebbe alloggiare nella stanza 05F-
La donna lo disse formalmente ed era molto seria ma aveva una punta di paura per quello che aveva appena detto.
Il preside sbarrò gli occhi mentre io e mio fratello ascoltavamo attentamente cercando di capire qualcosa.

P:-E perché mai la signorina qui presente è stata spostata nei dormitori maschili?!-
Chiese il preside con tono accusatorio verso la segretaria; intanto mio fratello rimase a bocca aperta, invece, io mi paralizzati sul posto e aprii di scatto gli occhi che meno di un secondo prima avevo chiuso.

F:-Ma mia sorella non può stare in una grande casa, sola, con dei ragazzi!!!-
Scattò mio fratello dopo essersi ripreso dallo shock.
Ho sempre pensato che mio fratello fosse un bel ragazzo, aveva gli occhi celesti chiarissimi, li aveva ereditati da mamma mentre il verde dei miei occhi l'avevo ereditato da nostro padre; era alto e aveva un ciuffo rasato ai lati che a volte tingeva di biondo, non era né grasso né magro e si vedeva un accenno di tartaruga, oggi indossava una maglietta semplice bianca, con sopra una giacca di pelle nera e dei jeans strappati neri.

P:-Signore si calmi, la signorina mi sembra abbastanza matura da stare tranquilla in un dormitorio maschile senza problemi-
Disse il preside squadrandomi da capo a piedi.
Fede mi guardò come per chiedere conferma di ciò che aveva detto il cinquantenne davanti a noi, io annuii leggermente.
Fede sorrise nel vedere che ci vedevo veramente a venire in questo college anche se questo comportava stare in mezzo a tanti ragazzi.

F:-Allora? Quand'è che possiamo vedere la stanza?-
Lo disse col suo solito sorriso smagliante che non lasciava quasi mai il suo volto.

P:-Bene allora, arrivederci-

S:-Seguitemi-
Disse seria la donna.
Ci portò nel dormitorio dei ragazzi, salimmo fino all'ultimo piano e uscimmo dall'ascensore, poi ci condusse attraverso il corridoio dove alcuni ragazzi sorridevano, sgignazzavano, mi guardavano straniti o addirittura fischiavano; mio fratello guardò male molti di questi ragazzi.
Arrivammo in fondo al corridoio dove c'era un portone bianco come tutti gli altri; la donna estrasse dalla tasca un mazzo di chiavi dalla tasca e me le passò.

S:-Quella con la parte verde è quella di questo portone, quella rossa è quella della tua camera mentre la gialla è quella della cassaforte-
Mi sorrise e mi invitò ad aprire.
Mi trovai davanti ad un salotto (foto) abbastanza spazioso, bello e luminoso; sorrisi a mio fratello.

F:-Allora...Ti lascio disfare le valige, io vado a fare un giro...Ci sentiamo dopo-
Mi abbracciò e se ne andò insieme alla segretaria, lasciandomi sola.
Entrai in casa, poggiai le valige e ad un certo punto, da quella che sembrava la cucina, sbucò un ragazzo.

X:-E TU CHI CAZZO SEI !?!-

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