Quotidianità

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Avviso! Cari lettori, innanzitutto grazie per essere arrivati fino a qui! :) vedere che qualcuno legge i miei raccontucci mi riempie di gioia :) comunque! l'avviso lo scrivo perchè il prossimo capitolo, anche se non è mia consuetudine, potrebbe risultare un po' osé! E non so se devo segnalarlo per qualche motivo...insomma, io vi ho avvisati! Come dicevo, di solito mi riesce difficile scrivere di queste cose quindi questo pezzo è da considerare un po' come un esperimento e vorrei sapere cosa ne penserete dopo averlo letto! (se l'avete trovato banale, di cattivo gusto, ecc.). Aspetto i vostri commenti! Buona lettura :)

C'erano una volta, dopo quel fatidico giorno, dei baci nascosti, scoccati sommessi negli angoli angusti di certe aule, celati a sguardi indiscreti. Quelle labbra si ritrovavano dopo giornate intere passate giocosamente a fingere di ignorarsi e si salutavano con furore.
Un pomeriggio, con la solita scusa dello studio, decisero di fermarsi in aula; aspettarono fino all'uscita dell'ultimo compagno e la porta si chiuse all'eco dell'ultimo saluto. Con foga lui subito si avventò sul suo viso, nostalgico di quel contatto, lasciando le possibili conseguenze al di fuori di quella stanza. Lei rispose a quel bacio e lo lasciò scendere dolcemente lungo il suo collo. Anche se all'inizio provò a far rientrare quelle possibili problematiche, cercando di controbattere facendo appello alla sua ragione, dopo poco si ubriacò di quel respiro sulla pelle e lasciò andare tutti i pensieri. Entrambi concordavano che quella voglia aveva troppa fame e dovevano saziarla per evitare la pazzia. Lui la sollevò prendendola dalle cosce e la poggiò sull'estremità del primo banco che capitò. I vestiti caddero in terra come gocce di pioggia e lui si fece spazio nel suo corpo. Lei si aggrappava dolcemente con le unghie alla sua bianca schiena mentre la sua si inarcava per avvicinare il bacino; lui nel frattempo le baciava la sommità del seno giocando un po' con la lingua. Entrambi affogati nella passione non si accorsero che il banco cercava di sottrarsi a quell'abbraccio tra amanti e ben presto si ritrovarono senza più un appoggio. Le risate non bloccarono il desiderio e il pavimento nel mezzo degli altri tavoli, sembrò adatto a divenire il nuovo giaciglio per i loro corpi intrecciati.
E passavano così le giornate, le settimane, senza perdere interesse nello scoprire le forme dei loro corpi.
Quelle quattro parole, che prima avevano distrutto i sogni di lei, parevano dimenticate, visto che quegli stessi sogni si erano realizzati. Ma i sogni sono tali perché quasi mai rispecchiano la realtà, e quella ragazza doveva esistere da qualche parte; infatti sporadicamente quelle parole tornavano all'attacco ma lei le scacciava con una mano come si scacciano le zanzare. Quel sorriso che in quei giorni sembrava incorruttibile, aveva purtroppo un tallone d'Achille.

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