Silenzio

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Da due giorni nessuno aveva più avuto il piacere di sentire il cigolio della sua porta. La polvere si era depositata sulla maniglia e nessun rumore si udiva provenire da là dentro, nemmeno poggiando l'orecchio. La pioggia incessante sembrava andare a ritmo con il suo stato d'animo, e forse il cielo piangeva assieme a lei. In quella stanza lei era deposta sul letto sdraiata sulla pancia, mentre il malumore la scaldava con le vesti e le accarezzava i capelli, quasi pettinandoli, dividendo ciocca per ciocca per poi lasciarli ricadere sulla schiena. Il terzo giorno uscì dalla sua grotta come il salvatore, e passò alla sua seconda fase per il superamento del dolore: mangiare. Prese tutte le cose più ricche di lipidi che trovò nella dispensa e iniziò ad ingurgitarle senza badare ai sapori. Iniziò ad intingere le patatine nella cioccolata, per poi passare alle arachidi; non erano salate, ma tanto lei le condiva con le lacrime. Saziato il suo bisogno di cibo spazzatura si lasciò cadere nuovamente sulle lenzuola. Poco dopo entrò preoccupato il suo coinquilino che poté riconoscere solamente dalla voce, visto che non si voltò nemmeno a guardarlo. Cercò di convincerla ad uscire, farsi un bagno, parlare con lui, ma nulla la smosse. Le lacrime continuavano a sgorgare ed ormai conoscevano la strada da seguire per bagnare il cuscino. L'impensierito compagno abbassò lo sguardo rassegnato e richiuse la porta con la speranza che si riaprisse un giorno. Il quarto giorno un messaggio la destò dal suo coma. Era Marco, le chiedeva di incontrarsi quel giorno stesso. Improvvisamente le sembrò che il suggerimento del suo coinquilino sulla doccia non era così male. Non sapeva nemmeno se aveva voglia di vederlo; da una parte non poteva seppellire i sentimenti come un cane fa con l'osso, dall'altra non poteva negare a sé stessa il ribrezzo che provava in quel momento. Ma le sue dita, prima che lei potesse rendersene conto, avevano già deliberato e avevano dato il loro consenso alla richiesta. Un'altra parte della sua mente suggerì che magari le carte in tavola erano cambiate, che forse voleva vederla per raccontarle di come aveva lasciato la raperonzolo mannara. Diede ascolto all'altra sé e lasciò i sogni riprendere possesso dei suoi pensieri, uscendo dalla camera e richiudendosi in un'altra stanza, il bagno.

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