《 Capitolo 21 》

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Le voci si fanno sempre più chiare e trovo le forze per aprire gli occhi. È tutto bianco ma riconosco una figura accanto a me, Luke, che mi tiene la mano. Siamo in una stanza piccola e io sono sicuramente in un letto d'ospedale, lo capisco subito dall'odore in più la solita, stupida macchina con il bip.

Spiccico qualche lamento, mi viene difficile far uscire parole capibili.

-Oddio, ti sei svegliata.- il biondo rimane immobile e incredulo. Ma che è successo? Sul serio, perchè sono qui?

Quando si riprende si alza e corre a chiamare qualcuno, rientra in camera con un signore alto e magrolino con il camice.

-Ehi signorina, finalmente è di nuovo tra noi. Sono il dottor Gomez come ti senti?-
-Mi scoppia la testa, mi volete dire che ci faccio qui?-
-Era in coma, cara.-
-Che? Come e quando? Michael?- mi volto verso Luke preoccupata -Michael sta bene vero?-

Non dice niente, si limita ad asciugarsi una lacrima, quasi invisibile, che cade dai suoi occhi stanchi.

-Va bene signorina, la terremo sotto controllo per qualche giorno, non deve muoversi da questa stanza e non deve affaticarsi.- finisce di scrivere nella sua cartella ed esce, ma io ancora non so niente.

-Sdraiati e riposati Diana..-
-Luke.. cosa è successo?-
-Non posso dirtelo ora. Anche a me, i dottori, dicono niente su Mike.-
-Che cosa? Anche lui è in ospedale?-
-Si.. Non ti ricordi proprio niente?-
-Non so se è realtà o solo un sogno.. a questo punto.-
-Ti ricordi la sera dell'anniversario della morte di Jackson, il fratello di Michael?-
-Si ma che cosa centra? Ne è passato di tempo.-
-Scherzi? "Tutto questo tempo" lo hai passato qui..-

In che senso? Scherziamo? Gli esami che ho passato? Las Angeles? Io e Michael che ci dovevamo sposare?

-Quella sera.. eravamo in quel parcheggio del Target, facevamo le gare, come dei bambini stupidi, con i carrelli. Ricordi?-
-Si, ma..-

Squilla un cellulare e il suono rimbomba come un martello nella mia testa. Luke risponde ed esce dalla stanza socchiudendo la porta.
Dopo 10 minuti circa rientra ma questa volta con una figura femminile, Silvana.
Entra e rimane immobile, anche lei, ai piedi del letto. Scoppia a piangere e corre da me. Sono ancora troppo confusa non capisco nulla, non so neanche se fuori è notte o giorno.

-Mi sei mancata così tanto, Diana.- piange nella mia spalla.
-Per me è come se vi avessi visto tutti i giorni..-
-Luke non le hai raccontato niente?-
-Mi ha solo detto che eravamo al parcheggio quella sera e basta.- lo precedo.
-Bene, per ora non possiamo dirti di più.. Non voglio che ti succeda qualcosa.- mi stringe la mano.

Luke guarda il piccolo orologio appeso ad una delle pareti pallide e si alza, mi lasci un bacio in fronte e, a mia sorpresa, bacia Silvana, le sussurra qualcosa a proposito su un tribunale.

-Che succede?- dico curiosa e allo stesso tempo arrabbiata per il fatto che non mi dicano niente.
-Niente, va a casa a prendere delle cose..-
-Non ti credo, riconosco quando menti, ti fissi le mani.-
-Scusa ma..-
-..non puoi dirmelo. Tribunale?-
-Diana, ti diremo tutto quando torna.-

Le ore passano così lentamente, per di più la voglia di una sigaretta mi divora ma non posso muovermi, sono pure piena di fili e ho la cannula per l'ossigeno.
La porta è aperta almeno c'è corrente e non continuo a sentire quell'odore di medicine, fisso fuori sperando che passi qualche faccia conosciuta ma niente, solo medici con lettini.

-Oddio, è lui!- dico alzandomi di scatto con gli occhi lucidi.
-Cosa?- Sissi salta preoccupata.
-Era Michael. In quel lettino, ne sono sicura, i suoi capelli.-
-Sta tranquilla, non pensarci, non potrebbe essere lui, è in un'altro reparto.-
Mi butto all'indietro affondando nel cuscino portandomi la mano in fronte.
-Sto diventando pazza, dopo l'ospedale mi aspetta il manicomio, lo so.-

~¤~

Mi risveglio confusa, dopo un piccolo attacco d'ansia i dottori hanno deciso di darmi qualcosa per dormire e poi sono caduta in un sonno profondo.
Aprendo gli occhi riconosco un sacco di voci e nella mia stanza non ci sono le solite due persone.
In effetti mi chiedevo che fine avevano fatto Calum e Ashton, ma ancora nessuna traccia del batterista biondo.

Con un soffio di voce catturo la loro attenzione facendoli smettere di parlare. Cal si avvicina a me con uno dei suoi sorrisoni facendo diventare ancora più piccoli i suoi occhi a mandorla. (Cinegro)

-Finalmente la principessa Diana è resuscitata!-
-Sta zitto scemo.- dico mentre mi soffoca tra le sue braccia.
-Ti voglio bene anchio eh.- scoppio a ridere e lo riabbraccio.
In qualche minuto cambiano tutti la loro espressione, diventano seri e questo mi ricorda che è arrivato finalmente il momento di sapere ma sono così maledettamente spaventata.

Luke prende parola e inizia a parlare sedendosi davanti a me, Silvana si mette di fianco e Calum nella poltrona.

-Pronta?-
Faccio un lungo reapiro e acconsento.
-Non so da dove partire sinceramente..-
-Finisci di raccontarmi di quella sera.-
-Era l'ultimo giro della serata in quei carelli, io ero distratto ma tu e Michael eravate saliti in uno mentre Anna e un nostro amico nell'altro. Ashton guidava l'altro e alla fine ha perso il controllo e vi è venuto addosso.-

Si blocca, l'ultima frase l'ha detto con voce tremante e non promette niente di buono.

-Tu sei l'unica viva e coscente, ormai sono passati due mesi, Anna l'abbiamo persa sul colpo, il tipo pure, mentre Michael.. è ancora in coma.-

Le lacrime scendono senza controllo sulle guance, mi scoppiano in testa tutti i flashback di tutto quello che pensavo fosse successo in questi mesi, che alla fine sono nient'altro che sogni. Arrivo all'ultimo flash, l'ultimo ricordo che ho di lui, ed eravamo in quel parco, non mi ricordo le parole precise, diceva che avrei capito tutto quando avrei riaperto gli occhi.

-Il suo coma è diverso da quello in cui eri te, tu davi segni di miglioramento, mentre il suo corpo rifiuta pure il cibo delle macchine.-

Forse con quelle parole Michael voleva dirmi che comunque quei mesi li abbiamo vissuti vicini ma pur sempre separati. Forse ha dato a me tutte le sue energie per farmi rivedere la luce del sole, ma lui non sa che ora questa luce non conta niente senza lui.

Silvana mi porge un fazzoletto ma io mi fiondo tra le sue braccia cercando di strozzare i singhiozzi.

Luke riprende il coraggio di parlare.
-Siamo appena tornati dal tribunale, si è scoperto che Ashton quella sera era sobrio e non aveva fatto uso di niente, lo hanno reputato colpevole di omicidio colpevole e ha pure confessato..-




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Ciauuu
Finalmente sono ritornata a scrivere. Vi dico che questa storia avrà due finali. Il finale normale e il finale alternativo.
Preparatevi

Spero che vi piaccia come sta andando a finire. Commentate e graziee ♡

Everyday is a cactus day × mgc [IN SOSPESO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora