Capitolo VIII

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"E la temperatura?"

"Ancora sui 29 gradi e mezzo dottoressa Tanaka" l'infermiera si accertò che la flebo fosse messa correttamente e, guardando con una faccia sconsolata il paziente, uscì silenziosamente dalla stanza bianca, nella quale alleggiava l'odore di disinfettante tipico degli ospedali.

La dottoressa sospirò e osservò nuovamente la cartella con i dati del giovane ragazzo incosciente che occupava il letto. Era stato trovato in quello stesso stato da un gruppo di turisti in visita al monte Fuji, sdraiato sull'erba davanti alle cascate di Shiraito. Mostrava delle particolari cicatrici sulla pelle abbronzata, in particolare sui polsi e sul petto, piccole stelle bianche, che percorrevano le vene sottostanti e sembravano tanti fiocchi di neve concatenati gli uni agli altri. La dottoressa le aveva subito riconosciute, erano cicatrici che marchiavano i malcapitati che venivano colpiti da un fulmine, solo che erano di una dimensione davvero strana, come se il lampo che aveva colpito il ragazzo fosse stato più piccolo del normale. Il che è ancora più strano dato che questo ragazzo sembrava essere stato colpito non da uno, ma da tanti fulmini. Trovava ancora più assurde quelle sui polsi, che segnavano un cerchio bianco, ed erano completamente diverse da tutte le altre, sembravano più il tipo di segno che avrebbero lasciato delle manette. Ma tutto in quel misterioso ragazzo era strano.

Lo avevano trovato senza nient'altro che i suoi vestiti, se aveva avuto uno zaino o altro era andato perduto, e nelle tasche degli indumenti non avevano trovato documenti. Questi tra l'altro, erano sporchi di terra e bucati qua e là, soprattutto in corrispondenza delle piccole cicatrici, con segni di bruciature che si erano ampliate su tutto il tessuto, senza ferire in alcun modo la giovane vittima, la cui pelle non presentava nessuna abrasione o scottatura. Non sapevano chi fosse e perché si trovasse lì.

Più che il ritrovamento in sé, di bizzarro erano soprattutto le sue condizioni fisiche. Guardandolo, a parte le cicatrici da fulmine (cosa strana già di per sé, e a cui la dottoressa non riusciva a smettere di pensare, dato che non v'erano state tempeste recenti a giustificarle) sembrava stare bene, più addormentato che in coma. Peccato che la sua temperatura era assurdamente bassa e non erano riusciti in nessun modo ad alzargliela. Eppure, sembrava stare bene. Dalle analisi del sangue avevano appurato che non era un tossicodipendente o altro, ma aveva elevate quantità di colesterolo e di dopamina che avrebbero quantomeno dovuto già provocarli un ictus. Eppure, era lì, vivo e vegeto. Battito cardiaco ritmico. Respiro autonomo e regolare. Pressione arteriosa nella norma e cute rosea. Nessun segno apparente di deficit neurologico e nessun parametro vitale instabile. Eppure era praticamente un ghiacciolo. La dottoressa Yin aveva già prenotato una tac e stava aspettando i risultati delle analisi del sangue e degli altri esami che aveva appena fatto, tutti quelli che potessero farle capire come mai la sua temperatura corporea fosse pari a quella di un surgelato, ed era assolutamente determinata a scoprirlo. Mettendosi la cartella del paziente sottobraccio, prese lo stetoscopio e come già mille volte aveva fatto ascoltò il battito e il respiro del ragazzo. Lo sguardo le scivolò distrattamente sul volto di lui. Era giovane, ma neanche troppo. Sopra i venticinque sicuramente. I lineamenti ben fatti, un po' da belloccio di serie tv americane sul surf, con un accenno di barba bionda. I capelli biondi sbarazzini coronavano il tutto. Non proprio il prototipo di ragazzo giapponese a dirla tutta. La bellezza del ragazzo misterioso la colpì, e ancora una volta si chiese chi fosse, cosa ci facesse sul quel monte e soprattutto cosa gli era successo. Aveva la vaga idea che se non fosse stato lui stesso a raccontarglielo nessun esame medico, per quanto specifico e d'avanguardia, ci sarebbe riuscito.

"Dottoressa Tanaka, siamo pronti per la tac." La stessa infermiera di poco prima era tornata per avvisarla e si avvicinò al letto del paziente. La dottoressa si rimise dritta senza allontanarsi di molto dal letto.

PRECIOUS METAL: il risveglio dell'argento Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora