Capitolo IX

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Cazzo.

Rebecca si svegliò di colpo, rigirandosi nel letto, finendo per vomitare sul comodino di fianco

Cazzo.

Il suo corpo fu scosso da tremori incontrollabili, sentiva contemporaneamente caldo e freddo, come se si trovasse in un momento nel Sahara e nell'altro al polo nord con i pinguini. La poca luce che filtrava dalle spesse tende la faceva impazzire, come se non la vedesse da troppo tempo, la vista era appannata e un fastidiosissimo fischio le ronzava nell'orecchio.

Cazzo.

Si girò per evitare la luce ma sentì l'odore di vomito sul comodino accanto e ciò le fece rivoltare di nuovo lo stomaco e, girandosi dall'altra parte, vomitò sull'altro comodino.

Cazzo.

Schifata, provò ad alzarsi dal letto ma il corpo non rispondeva ai suoi comandi.

Mentre cercava di orientarsi in quella stanza sconosciuta, sentì una porta aprirsi e vide entrare una gigantesca figura, ma a causa della vista appannata non riusciva minimamente a riconoscere chi fosse. L'omone, avvolto ancora nell'ombra, avanzò verso di lei, fino a sovrastarla davanti ai piedi del letto

"Ehi"

Rebecca, che aveva osservato la figura avanzare con il cuore in gola, sobbalzò sentendolo parlare, riconoscendo però in un secondo momento la voce. Aveva una gran voglia di mandarlo a cagare e di lanciarli la lampada che aveva di fianco, ricordandosi però che era sporca del suo vomito.

Cazzo.

"stavano dando Game of Thrones giù in sala, e lo sai che sembri proprio Jeoffrey, quando l'hanno avvelenato? Con la bava alla bocca e tutto il resto?" Continuò lui, mangiando un cornetto alla crema, ignorando la faccia spaventata e anche abbastanza incazzata della ragazza.

Fanculo.

Lei roteò gli occhi, sprofondando nel letto, cercando di ignorare gli invitanti odori che impregnavano l'aria della stanza.

Fu scossa improvvisamente da un altro brivido, più forte di prima, e sentì la testa girare vorticosamente, fino a quando tutto divenne buio e l'ultima cosa che vide fu l'uomo-falco, comodamente seduto sulla poltrona di fianco alla finestra, mangiare indifferente il suo cornetto.

....

Horus socchiuse la porta che separava la suite in due stanze, la camera da letto dove c'era Rebecca e il salottino dove in quel momento si trovava lui, puntando alla televisione. Si lasciò cadere pesantemente sul lussuoso divano e afferrò svogliatamente il telecomando, sgranocchiando delle patatine prese dal mini-bar. Iniziò a fare zapping finché non trovò l'unico canale in inglese che trasmetteva un film comico, "quattro matrimoni e un funerale", una vera cagata, eppure non riusciva a distogliere lo sguardo, troppo preso dalla storia.

Rebecca, nell'altra stanza, si risvegliò ancora infastidita dal ronzio della televisione e dalla luce che continuava a filtrare, sia dalla porta chiusa, sia dalle orribili tende rosse, e tirandosi su riuscì a sedersi e a cambiare finalmente posizione

Oddio, spegnete quella dannata televisione! E tutta sta luce non dovrebbe essere legale.

Pensò sbuffando rumorosamente, sentendosi ancora male, al pari di Ron che vomitava lumache.

Il ronzio incessante, che in realtà una persona normale non avrebbe potuto sentire, la faceva impazzire, fino a quando la rabbia non si impadronì di lei

PRECIOUS METAL: il risveglio dell'argento Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora