"Am I Dead?"

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"Until I reached the point of no return,
And there's just no turning back,
When your heart's under attack,
Gonna give everything I have,
It's my destiny..."
-Cit. Justin Bieber |Never Say Never

JUSTIN'S POV:

7 giorni prima dello scadere del tempo

Mancavano solo sette giorni ormai e ad essere sincero stavo lentamente perdendo la speranza che si risvegliasse.
Il punto è che potendo scegliere, se fossi nei panni di Genny in questo momento, non so se vorrei risvegliarmi... forse solo per lei.

Genny era piccola, fragile, rotta dentro e tutto questo non aiutava molto.

Ma perchè il destino doveva essere così duro con noi?

Dall'ultima volta che Genny mi diede quel "segno" non si mosse più, nonostante questo io continuai a parlarci e a volte avevo come l'impressione che riuscisse davvero a sentirmi, ma purtroppo sapevo che quella era solo una sensazione dettata dalla mia voglia disperata di risentire la sua voce, rivedere i suoi occhi, poter sentire di nuovo i suoi abbracci e baci innocenti...
La mia immaginazione non aiutava di certo a farmi sentire meglio... ma in fondo perchè mai avrebbe dovuto?! Era solo tutta colpa mia se la mia Genny ora stava in quello stato.

Troppe emozioni mi annebbiavano la testa e a volte avevo come la sensazione di svenire, ma non succedeva mai.

In quel momento ero davanti a Genny, come sempre, e la stavo ancora osservando stare immobile nella sua quiete.

《Ti prego torna da me.》le dissi tenendole la mano vicino alle mie labbra, già sentivo la gola pizzicare e la voce infrangersi a quelle parole, per quanto piansi in quel periodo pensai anche che prima o poi mi sarebbero finite le lacrime... a quel punto sarei stato fottuto! Sarei cascato di nuovo in depressione come quando mio padre morì.
《Ti prego Angel, se mi senti torna da me. Ti prego. Ricordi quando ti ho dato il soprannome Angel e tu hai detto che l'angelo ero io? Beh ti sbagliavi Angel, sei tu l'angelo, sei il mio angelo e io ho bisogno di te. Porta via il male dalla mia vita Angel, torna da me. Ti amo.》 Piansi.

GENNY'S POV:

Cercai di riparare gli occhi dalla luce accecante con la mano, dopo tanto buio quel raggio di luce era un dolore insopportabile agli occhi, come se cento spilli mi pungessero le orbite.

Sforzai la vista per vedere meglio e piano piano riuscii ad abituarmi alla luce.

Quello che vedevo era uno spiraglio di luce in mezzo a questo muro nero, come quando da bambina la notte volevo che i miei lasciassero la porta aperta per fare un po' di luce nella mia cameretta.
Però io avevo controllato prima e non c'erano porte... da dove era saltata fuori quella? Possibile che non l'avevo sentita?

Ad un certo punto la porta si aprì completamente lasciando che quella luce accecante illuminasse completamente tutto, chiusi gli occhi per il fastidio e aspettai che si abbituassero di nuovo a questa maggiore quantità di luce.
Quando mi guardai intorno, tutto ciò che prima era nel buio più assoluto, ora era completamente illuminato e riuscivo distintamente a vedere le quattro mura che mi circondavano, però non riuscivo a vedere l'altra estremità della "stanza", quel corridoio sembrava avere un inizio ma non avere una fine.

Mi domandai quanto avessi corso...

Tutte e quattro le pareti, compresi il pavimento e il soffitto erano come infiniti schermi di proiezione dove su ognuno di loro c'era proiettato un mio ricordo. Tutta la mia vita, a partire dal mio primo ricordo, dove c'ero io neonata nelle braccia di mia madre, fino all'ultimo dove il ragazzo che amavo mi guardava con un'espressione scioccata prima che io caddi a terra senza sensi, era tutto lì, proiettato su quelle mura.

SHIVER (Sequel di IMPERFECT) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora