La metà inferiore dello schermo era occupata da una ringhiera di legno, lungo il bordo destro di una scala. Sfocò nel momento in cui la fotocamera tremò tra le mani del fotografo. Nella parte superiore dello schermo, relativamente lontano quando il video veniva registrato dalla cima delle scale, affacciato in direzione del piano sottostante, vi era un divano e delle vaghe figure sopra ad esso.
Allʼimprovviso, la visuale si avvicinò e lʼimmagine assunse una qualità granulosa che non migliorò la visibilità ma consentì di distinguere le due figure. Se il volume del telefono fosse stato al massimo, si sarebbe potuto sentire il leggero russare anche in lontananza. Sul divano, poco più che contorni e colori, vi era un intreccio di arti, il groviglio di gambe mostrato dal contrasto tra i jeans di un ragazzo e la pelle nuda di un altro, dove i pantaloncini si erano arrotolati sulle cosce. Nessuno dei due poteva essere visto, in primis perché la fotocamera non metteva a fuoco i dettagli precisi, inoltre perché uno era interamente nascosto contro il collo dellʼaltro. Braccia arricciate attorno al corpo superiore, bloccando la scritta sul maglione. Entrambi erano evidentemente addormentati. Era difficile distinguere chi fosse chi in una qualità così bassa, lʼunica cosa ovvia era che una figura stava distesa diritta e lʼaltra raggomitolata al suo fianco, metà sul petto, rischiando di scivolare fuori dal divano se non che fosse stato tenuto stretto nellʼabbraccio.
A sorpresa, una voce irruppe attraverso il microfono, con un tono da finto irritato. ʻʻ𝙎𝙩𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙖𝙨𝙨𝙞𝙚𝙢𝙚 𝙡𝙚𝙩𝙩𝙚𝙧𝙖𝙡𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙙𝙖 𝙫𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙢𝙞𝙣𝙪𝙩𝙞.ʼʼ
