𝖰𝖴𝖠𝖳𝖳𝖱𝖮 𝖬𝖤𝖲𝖨 𝖣𝖮𝖯𝖮 𝖫𝖠 𝖢𝖮𝖭𝖥𝖤𝖲𝖲𝖨𝖮𝖭𝖤 𝖣𝖨 𝖩𝖨𝖬𝖨𝖭

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𝘠𝘰𝘰𝘯𝘨𝘪 𝘷𝘶𝘰𝘭𝘦 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘴𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘷𝘪𝘤𝘪𝘯𝘰 𝘢𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘳𝘢𝘨𝘢𝘻𝘻𝘰 (𝘱𝘳𝘢𝘵𝘪𝘤𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘪𝘯𝘶𝘰)

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𝘠𝘰𝘰𝘯𝘨𝘪 𝘷𝘶𝘰𝘭𝘦 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘴𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘷𝘪𝘤𝘪𝘯𝘰 𝘢𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘳𝘢𝘨𝘢𝘻𝘻𝘰 (𝘱𝘳𝘢𝘵𝘪𝘤𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘪𝘯𝘶𝘰)

𝘠𝘰𝘰𝘯𝘨𝘪 𝘷𝘶𝘰𝘭𝘦 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘴𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘷𝘪𝘤𝘪𝘯𝘰 𝘢𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘳𝘢𝘨𝘢𝘻𝘻𝘰 (𝘱𝘳𝘢𝘵𝘪𝘤𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘪𝘯𝘶𝘰)

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𝗗𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲: 𝟤𝟢-𝟢𝟪-𝟤𝟢𝟣𝟩𝗖𝗼𝗻𝘁𝗲𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗣𝗮𝗿𝗼𝗹𝗲: 𝟩𝟦𝟥

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𝗗𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲: 𝟤𝟢-𝟢𝟪-𝟤𝟢𝟣𝟩
𝗖𝗼𝗻𝘁𝗲𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗣𝗮𝗿𝗼𝗹𝗲: 𝟩𝟦𝟥






Yoongi impiegò quattro minuti pieni nel vano tentativo dʼinfilare le chiavi della macchina di sua madre nella porta di casa prima di accorgersi che fosse già aperta. A seguire, un altro paio di minuti dove rimase fermamente in piedi, la testa appoggiata contro il legno, mentre raccattava lʼenergia necessaria per varcare la soglia. Di norma, non era mai così stanco quando smontava da lavoro, ma lʼimpiegato del turno prima aveva deciso di comportarsi da enorme stronzo e non si era presentato in negozio, cʼerano volute tre ore per cercare di contattare il suo capo e altri colleghi prima che finalmente qualcuno potesse venire ad alleggerirlo dal suo turno pomeridiano, arrivando a dodici ore consecutive. Per la maggior parte dei giorni, gli starebbe andato bene. A volte, quando non era occupato e lavorava due notti di fila, avrebbe dormito dal momento in cui rincasava fino al momento in cui doveva riprendere col turno seguente. Ultimamente, però, Yoongi dormiva a malapena. Lavorava di notte e Jimin era impegnato ad allenamento, i momenti in cui potevano trascorrere del tempo insieme erano dimezzati, il più delle volte Yoongi rinunciava al riposo a favore del suo fidanzato.

Dopo essersi quasi addormentato in piedi di fronte a casa sua, riuscì finalmente a entrare e si tolse le scarpe nel mentre percorreva le scale. Riuscì a sentire i rumori di una sparatoria proveniente dal televisore, non coprendo però gli insulti lanciati da suo fratello e dal suo ragazzo nel mezzo di un combattimento per la vittoria, ma gli servirono cinque ulteriori passi per capire che tutto ciò significava che Jimin era , nel suo salotto, non più di dieci metri di distanza.

Era così esausto che riusciva a malapena a pensare, ma rimbalzò comunque giù sui pochi gradini che aveva scalato e, con occhi semichiusi, si avviò verso il divano sul quale sedeva Jimin.

Jimin non lo guardò, ma rispose a quel saluto biascicato e assonnato con un allegro: ʻʻEhi, tesoruccio!ʼʼ Yoongi era troppo stanco per discutere per quel nome da animaletto domestico come di solito farebbe, ma, per fortuna, non era abbastanza stanco da ammettere a sé stesso quanto gli piacesse segretamente quel nomignolo. Era sicuro che comunque Jimin lo sapesse.

Il suo sguardo era incollato, inflessibile, sul gioco dove stava affrontando Jihoon, ma non si lamentò quando Yoongi sprofondò su lui. Jimin si era spostato con naturalezza, senza perdere la concentrazione, per accogliere Yoongi che si era lasciato cadere sulle sue ginocchia. Alzò le braccia, il controller tra le mani, così che potesse appoggiarsi sul suo petto. Una volta che Yoongi si era sistemato, con la testa appoggiata nellʼincavo del suo collo, le gambe allungate lungo le sue cosce, Jimin abbassò le braccia attorno al suo corpo finché non si sistemò comodamente attorno alla vita del suo ragazzo.

Quando Jihoon riuscì a uccidere Jimin, spostando il punteggio da due/diciotto a tre/diciotto, Jimin approfittò del tempo di respawn per mettere giù il suo controller. Si dimenticò del gioco per tutti i cinquanta secondi che aveva a disposizione dʼattesa, strofinando la mano in delicati movimenti circolari contro lʼanca di Yoongi. La respirazione regolare del maggiore, il quale soffiava dolcemente contro la sua clavicola a intervalli precisi, suggeriva che stesse dormendo, ma Jimin domandò comunque: ʻʻDobbiamo abbassare il volume?ʼʼ

Yoongi era abbastanza sveglio da mormorare qualcosa del tipo va bene così, era troppo stanco per far sì che gliene importasse qualcosa. Era anche abbastanza sveglio da sentire le labbra di Jimin toccargli la tempia poco prima che il suo personaggio si rianimasse e che il gioco richiedesse la sua totale attenzione. Gli ci volle tutta lʼenergia rimanente, ma riuscì a sollevare la testa il giusto da baciare alla cieca ciò che pensava fosse la sua mascella, restituendo il gesto. Riuscì a sentire la risata felice che suscitò al minore.

Yoongi era ancora, a malapena, cosciente quando Jihoon disse, infastidito: ʻʻSiete disgustosi. Me ne vado.ʼʼ

Jimin rise, di nuovo, ma non discusse.

Yoongi era riuscito, finalmente, quasi ad addormentarsi, alcuni minuti più tardi, tenuto sveglio da Jimin che sobbalzava eccitato dimenticandosi del tono della sua voce quando distruggeva Jihoon in partita, arrivando a trenta uccisioni a quattro.

ʻʻSei felice?ʼʼ Domandò Jihoon. Era un sussurro curioso. Non sembrava avere motivo di sospettare che Jimin non lo fosse, voleva solamente una conferma di ciò che già credeva.

La risposta di Jimin fu istantanea. ʻʻNon sono mai stato più felice.ʼʼ

Prima che Yoongi si addormentasse, pensò ʻanche ioʼ.





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𝖶𝗁𝖾𝗇 𝖸𝗈𝗎'𝗋𝖾 𝗂𝗇 𝖫𝗈𝗏𝖾 𝖠𝗅𝗅 𝗍𝗁𝖾 ⛎ 𝖦𝖾𝗍 𝖡𝗅𝗎𝗋𝗋𝖾𝖽Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora