9. Arabella

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Chi non muore si rivede (o, nel mio caso, si risente)

"His lips are like the galaxy's edge,
and I kiss the colour of a constellation,
falling into place"
-Arabella, Arctic Monkeys

"Come hai potuto lasciarmi fare una cosa del genere?" sospirò Liam. Avrebbe urlato ma gli faceva male la gola a causa di una combinazione dell'aver urlato ad Harry qualche ora prima e la scorsa sera. La sua voce suonò come quella di suo padre quando gli diceva "Non sono arrabbiato, sono solo deluso."

"Avevi bisogno di lasciarti andare," Disse Harry sulla difensiva "Avevi bisogno di fare scorrere le mani sul corpo di qualcun altro, sai? Hayden ti controllava, Liam."

"Non è vero!" lo interruppe, ma Harry lo ignorò.

"Non era quello giusto per te. Aveva bisogno di sapere dov'eri tutte le volte, e anche se stavi solo giocando alla x-box con me, ti faceva a pezzi. Hayden era una fottuta minaccia" Harry girò l'angolo con la macchina vicino alla via della loro casa condivisa "Odio dirti 'te l'avevo detto', ma ti ricordi la prima volta che hai portato Hayden a casa nostra?"

"Non è stata colpa sua..."

"Che cosa era successo, Liam? Oh, già, il tuo ragazzo aveva rubato la mia collana."

Liam lo derise "Non era neanche costosa."

"Però lo sembrava! Come farò a sentirmi un gangster senza quella collana?" Harry svoltò nel vialetto di casa "Comunque, non importa, il punto è che l'ha rubata."

"Non puoi provarlo."

"Ce l'ha addosso nella sua foto profilo di facebook."

Ci fu una pausa.

"Davvero?" disse Liam. Non aveva controllato il suo facebook da quando si erano lasciati.

Harry spense il motore, parcheggiando. Tirò fuori il telefono dalla sua tasca alzandosi leggermente dal sedile, lo sbloccò e andò su facebook. Dopo alcune ricerche, mostrò a Liam la foto del suo ex-ragazzo, che indossava una maglietta nera con sopra nient'altro che la collana del riccio.

"Cazzate," sospirò Liam "Giuro che non l'ha rubata. L'avrà comprata nello stesso negozio in cui l'hai presa tu."

Harry aprì la portiera e uscì dall'auto "L'unica cazzata qui è il fatto che tu non riesca ad andare avanti."

Liam provò a dire qualcosa, ma le parole non gli uscirono dalla gola. Aveva un presentimento che Harry forse, ma solo forse, avesse ragione, ma lo mandò via.

Liam era bravo in quello - a mandare le cose via.

***

Niall era un buon amico, onestamente, per essersi offerto di tornare a casa da solo a piedi. Camminava lentamente sul marciapiede, con le mani nelle tasche della sua giacca grigia.

Il cielo era nuvoloso e tutto sembrava un po' più scuro del solito, di cattivo augurio. Niall sapeva che sarebbe iniziato a piovere in meno di 10 minuti, guardando il colore del cielo, quindi avrebbe dovuto muoversi.
Ma per qualche ragione, il solo pensiero gli fece rallentare il passo.

Quando era da solo come in quel momento (cosa che non succedeva troppo spesso), gli piaceva guardare il mondo intorno a lui. Niall non fissava, perchè era da maleducati, ma osservava. Osservava il cielo e gli alberi che contornavano i marciapiedi di New York, osservava il traffico di macchine andare avanti e la gente da sola che cercava di proteggersi dalla pioggia che stava per scendere.

Per quello non si accorse quando un bambino lo chiamò da lontano, e fu per quello che continuò a non accorgesi di lui fino a quando non gli si aggrappò ai jeans.
Niall allora si tolse le cuffie dalle orecchie, bloccando la canzone di Ellie Goulding che stava ascoltando.

"Ciao bello," si inginocchiò per arrivare all'altezza del bambino, gli arrivava ai fianchi.

"Ciao signore." disse mettendo nelle mani di niall una scatolina "Hai un penny?"

Niall ridacchiò dolcemente. Raggiunse la sua tasca posteriore dei pantaloni e ne estrasse un penny, facendolo cadere nella scatola. "Ecco qui." sorrise.

Fece per rialzarsi ma il bambino lo tirò giù per un braccio. "Aspetti signore," disse con voce acuta "volevo chiederti una cosa."

"Una cosa?" chiese Niall "Che cosa?"

Il bambino annuì "Perchè ascolti sempre la musica? Ti vedo passare di qui tutti i giorni e hai sempre le cuffie. Sembri molto triste, signore."

"Non sono triste, vedi?" il viso di niall si aprì in un sorriso a 32 denti, cosa che fece ridere il bambino "sto avendo solo una giornata difficile. Perchè non ti ho mai visto qui intorno?"

"Perchè ascolti la musica..." rispose "possiamo incontrarci ogni pomeriggio che passi di qui? Vivo lì." indicò una coperta stesa sotto la fermata dell'autobus.
"Mammina ha detto che ci sposteremo però. Ci spostiamo sempre troppo presto. Finchè resto qui possiamo parlare, signore?"

Niall diede un'occhiata a quella coperta, vicino lì c'era una donna con un cappotto sporco addosso. "Certo che possiamo, amico. Come ti chiami?"

"Io sono Thomas" si indicò "tu è?"

"Io è Niall." rise Niall indicandosi a sua volta.

"Perchè parli in modo così strano?" Thomas inclinò la testa di lato "Nessuno nella mia famiglia parla come te."

"Vengo dall'Irlanda, ecco perchè. Parliamo in modo un po' diverso laggiù."

"Cos'è l'irlanda?" rispose eccitato "E' un altro pianeta? Sei un alieno signor Niall?"

Prima che Niall potesse rispondere, la donna seduta sulla fermata dell'autobus urlò "Thomas, cosa ti avevo detto riguardo al parlare con gli sconosciuti? Torna qui!"

Thomas arrossì, guardandosi i piedi "Devo andare signor alieno Niall. Mammina mi aveva detto di non parlare con gli sconosciuti. Anche se tu non sei uno sconosciuto, giusto?"

Niall riportò la mano sulla tasca dei suoi pantaloni, tirandone fuori tutte le banconote e gli spicci che aveva, arrivando a 10.60$. Li mise nelle mani di Thomas lentamente "Spero di non essere uno sconosciuto. Tieni, Thommy, portali alla mamma, forse la renderanno più felice, okay?"

Thomas annuì felice "Grazie, grazie Niall!" balbettò, allungandosi per stringere le braccia attorno al collo del biondo. "Non sei uno sconosciuto. Mi sembra di conoscerti da anni."

"Stessa cosa per me." disse Niall, lentamente, staccandosi dall'abbraccio ma mantenendo le mani sui suoi fianchi. "Ora ritorna da tua mamma, non sarà felice se saprà che abbracci gli sconosciuti, vero?"

"Penso di no, Niall. Grazie di nuovo." Thomas si allontanò e Niall si alzò, tornando alla sua altezza normale. "Cavolo, sei alto Niall. Quasi quanto mio padre!"

"Tuo padre deve essere dannatamente - cioè molto basso allora. Ci vediamo in giro allora, giusto Thommy?"

"Ciao signor alieno Niall. Ci vediamo la prossima volta che passi di qui."

"Thomas!" urlò sua mamma dall'altra parte della strada. "Cosa stai facendo?"

Thomas lo salutò con la mano e camminò fino al semaforo, aspettando pazientemente che diventasse verde, per attraversare la strada e andare da sua madre, raccontandogli tutto.

Prima che Niall si girasse definitivamente per tornare a casa riuscì a sentirlo urlare "Dì alla tua famiglia sul tuo pianeta che mi piacerebbe tanto conoscerla!"

Nel mio pianeta. Niall rise da solo e si incamminò verso casa.
Suonava bene. La sua famiglia gli sembrava lontana anni luce.

Si voltò di nuovo preso dalla curiosità e gli parve di sentire la mamma dire eccitata "Non è tanto, ma posso comprarci del pane!"

Forse la sua famiglia non gli era vicina. Pensò. Ma la sua casa era proprio a pochi passi da lui.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 06, 2021 ⏰

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