Le prossime settimane si svolgeranno gli esami finali qui da me, quindi chiedo in anticipo scusa per mancati aggiornamenti futuri.
----------"È strano,
ma morendo io vivo""Tutto ha fine
quando
vivi ma non respiri"
Krys OprieMattina - Styleville : Lily
L'oblio.
Era ciò che invadeva il mio animo.
Colpa.
Il sentimento con cui ormai mi relazionavo.
Lacrime.
La scorta che avevo finito da tempo immemore.
Amore.
La criminale, l'assassina, l'aguzzina.
La mia persa speranza.Le albe e i tramonti passavano veloci dalla mia finestra. Avevo contato tre dì, nei quali la mia disperazione si era fatta totale.
Mancava un altro paio di giornate alla fine, alla mia fine, al nostro capolinea.Come un'ottusa, avevo contrassegnato la carta che mi separava dalla vita. La carta che dava il permesso di uccidermi, sottraendomi dalla mia unica fonte d'ossigeno.
Harry.
Il suo nome doleva sulle mie labbra, doleva sul mio palato. Era un supplizio farlo uscire dal mio respiro.Harry.
Come avevo potuto? Come avevo osato far finire il nostro amore? L'amore che non era ancora del tutto sbocciato. L'amore che mi cullava nei periodi freddi, l'amore che mi sussurava parole preziose, l'amore per cui io ero importante.Harry. Harry.
Harry. Harry.
Come una cantilena, io recitavo il suo nome. Come una ninnananna, l'unica che mi faceva assopire in quelle notti.Harry. Harry.
Harry. Harry.
Come da copione, le mie palpebre, per ulteriore volta intrise di stille, si appesantirono. Mi donarono un pò di sollievo dal mio profondo sconforto.
E non mi sembrava di abbandonarmi alle braccia di Morfeo quelle lune(*1), mi pareva di arrendermi alla morsa di Poseidone.---
-Lily, destati! Su, su!, -una gentile voce mi richiamava dal mio triste sonno.
Lo strappo dalle voraci membra del mare(*2) fu immediato.-Che accade, Gemma?, -sussurrai flebilmente.
-Come che accade! Oggi dobbiamo trovare il vestito da sposa!, -mi rispose con lieve sdegno.
-E chi si marita?-.
-Come chi si marita! Tu, sciocchina, -rise di me e, non si accorse, di aver girato il coltello nella mia ferita aperta, in una maniacale lentezza.
-Oh, -fu tutto quel che uscì dalle mie labbra screpolate, troppo esauste dal ripetere continuamente il nome del mio amato.-Forza, alzati!, -mi intimò ancora e mi decisi ad ubbidirle.
-Dove ci rechiamo?, -le domandai con voce mesta.
-A LaPlusJolie!(*3), nella vicina contea di Depthole!, -esclamò con un entusiasmo che a me parve eccessivo.Col cuore nel ventre mi sciacquai il volto; dunque, mi avvolgei in una stoffa celeste che mi giungeva alle ginocchia e posai sul capo un largo cappello, sempre azzurro.
Gemma mi aspettò pazientemente, seduta sul mio letto con grazia.
Quando finii, a malincuore, uscimmo dalla stanza.-Mamma ci sta già attendendo nella carozza. Abbiamo preparato la colazione al sacco: lo consumeremo durante il tragitto, -mi spiegò con spiccata gioia, una gioia che non faceva altro che aumentare la mia pena. Annuii, mantenendo il capo chino, afflitta.
Non potevo fare a meno di chiedermi come facevano mia madre e mia sorella, a non accorgersi della mia demoralizzazione.
L'allegria le rende cieche, pensai scusandole.
STAI LEGGENDO
Home - Where We Belong
RomanceYorkshire, 1845. La vedova Lily Raymon ripercorreva i suoi passi, passi assai significativi, che la riconducevano, infine, alla sua unica e amata Styleville. Il vialetto era ancora netto nella brughiera, nonostante lo sfuggire degli anni. Nove, per...