Sento qualcuno che mi tira di prepotenza e mi giro, vedo Giovanni incazzato nero, come biasimarlo ieri sono andata via subito senza lasciargli neanche il tempo di spiegare.Vedo che i suoi occhi sono pieni di rabbia. Mi sbatte contro il muro, si avvicina piano,piano al mio orecchio e mi sussurra:"se dici a qualcuno di ieri ti ammazzo, non posso perdere la mia reputazione con una come te" con quelle parole mi si gela il cuore. Non posso credere che abbia davvero detto quelle cose. In queste 3 settimana che ci conosciamo pensavo che fosse il solito ragazzo impacciato e timido, e invece è uno stronzo bello e buono. Lo spingo via e con tutta la grazia in questo mondo mi giro e sfodero il mio bellissimo sorriso e il mio maestoso dito medio. Vedo che da terra inizia ad alzarsi velocemente e quindi inizio a correre. Finalmente raggiungo il bagno della femmine un posto in qui lui non può entrare. Mi guardo a senza neanche accorgermene inizio a piangere. Speravo che potessimo diventare amici, non pensavo che fosse quel tipo di ragazzo, non pensavo che fosse come tutti gli altri. Mi d'ho una ripassata al trucco giusto per non far vedere che ho gli occhi lucidi e gonfi e le guance tutte rosse. Esco dal bagno con molta prudenza e quando vado che non ce nessuno inizio a correre verso la mia aula.
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La prima ora vola dopo tutto era filosofia e io non me ne intendo quindi gran parte non l'ho ascoltata neanche. Finita la lezione mi alzo e mi dirigo verso l'altra classe. È praticamente dall'altra parte della scuola, l'ansia di incontrare Giovanni si fa sempre più densa passo dopo passo, inizio a camminare più velocemente quando una mano mi afferra la spalla, il mio corpo si irrigidisce e mi giro lentamente col cuore che va a mille. Aspetto di vedermi davanti Giovanni ma invece (perfortuna) mi trovo davanti a Matteo un mio amico del corso di economia.
"Ehi come stai Laura?" Mi chiede con un sorriso enorme
"Ciao Matteo io tutto bene e tu?"
"Tutto bene dai, senti ti va se dopo gli orari di corso andiamo a prendere un caffè"
"Certo mi farebbe molto piacere"
Parliamo ancora per circa 10 minuti quando all'improvviso con la coda dell'occhio vedo una capigliatura familiare e con camminata altrettanto familiare. CAZZO è Giovanni. Non mi rendo neanche conto che Matteo sta parlando che gli dico subito " scusami ma devo proprio scappare ci vediamo dopo" non gli lascio neanche il tempo di spiegare che inizio a correre verso la mia aula.