Silvaze: Story of the little Match Girl

Capther 3

Passò un anno,e a causa della sua malattia,mia mamma morì. Ero distrutta,non potevo credere che un'altra persona a me cara era ormai scomparsa. I primi giorni continuavo sempre a piangere,e non c'era nulla che poteva tirarmi su di morale. Mio padre,invece,col suo comportamento non mi aiutava di certo: stava dalla mattina alla sera ,sdraiato sul divano a guardare la tv,e alcune volte mi urlava contro impartendomi degli ordini.
Più i giorni passavano e più il cibo e i soldi rimasti scarseggiavano.
Fu così che il 30 novembre del 1812 iniziò il mio eterno incubo.

La mattina del 30 novembre,tornai a casa dal mercato a mani vuote,nonostante abbia supplicato ogni singolo venditore di potermi dare un pò di cibo.
A quanto pare,mio padre non vedeva lo sforzo che facevo,perché quando tornai a casa,mi sgridò,urlandomi contro per essere arrivata in ritardo. "Ti sembra questa l'ora di arrivare a casa?!,e poi non abbiamo più soldi,tieni!!". Mi lanciò contro una trentina di scatole,contenenti dei fiammiferi. "Fai in modo di venderli tutti!".
Io non capivo,non poteva trovarsi un lavoro? Sarebbe stato più facile per tutti e due andare avanti.
Lo guardai e risposi con un semplice: "Si papà".
Così senza neanche salutare,uscì di casa.
Andai in giro per tutto il paese a chiedere se qualcuno voleva comprare dei fiammiferi,ma nessuno aveva intenzione di aquistarmeli. 
Rimasi girovagando in paese per ore,finché non si fece sera e ritornai a casa. Pensavo che appena fossi tornata a casa, avrei potuto passare una serata tranquilla..ma mi sbagliavo.
Appena arrivai a casa,mio padre mi urlo: "sei già tornata?! Hai venduto tutti i fiammiferi?!". Io risposi: "N-no papà..mi..mi dispiace".
Lui rispose dandomi uno schiaffo e buttandomi a terra. "Non mi servono le tue scuse!!. Vattene in camera tua,non voglio più vedere il tuo volto!". Dopo quelle parole,corsi in camera mia e mi misi inginocchiata per terra,con la testa sul letto. Dopo pochi secondi scoppiai a piangere.