Chapter 1.

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Venezia gli sembrava sempre così bella e sorprendente, nonostante vivesse lì da otto anni. Ogni giorno gli appariva sempre nuova, in una sfumatura del cielo all'alba o nel sorriso di un passante al molo. Amava osservare i riflessi dell'acqua cambiare colore mentre il sole si faceva spazio nel cielo roseo, amava sentire l'odore dell'acqua marina mentre andava a lavoro. Castiel aveva trovato posto in un piccolo negozietto d'antiquariato, certo, non era il lavoro dei suoi sogni, ma dopo quello che era successo sei anni prima era stato davvero fortunato ad ottenerlo. Come ogni mattina aprì il negozio e girò il cartellino da 'chiuso' ad 'aperto', poi aprì le due finestrelle e alzò le persiane. Il tempo passò in fretta, in paese si stava svolgendo la fiera come ogni Giovedì della settimana, e questo favorì la clientela. Si fece mezzogiorno, quindi Castiel prese le chiavi e uscì per chiudere il negozio in vista della pausa pranzo, inserì le chiavi nella serratura, si girò e vide una bambina corrergli incontro:

"Aspetti! Aspetti signore, non chiuda! Per piacere!" La voce della bambina squillò nella strada.

Castiel esitò un attimo. La bambina gli si avvicinò mentre si riprendeva dall'affanno, aveva due grandi occhi verdi e i capelli castano chiaro.

"Ciao tesoro, mi dispiace ma il negozio chiude a pranzo, non puoi passare più tardi?" Sorrise alla piccola.

"Ma abbiamo fatto tanta strada per venire qui signore!" La bambina lo aggrappò per i jeans blu e li strattonò.

"Ha ragione." Una voce anche fin troppo familiare pronunciò quelle parole.

Castiel alzò lo sguardo e il suo cuore si fermò.

Un uomo dai capelli biondo scuro e gli occhi verde perla si avvicinò, aveva il viso pieno di lentiggini rosse, era leggermente sudato, indossava una camicia nera e dei pantaloni blu.

"Dean?" Castiel divenne rosso in viso, sentiva la pressione salire.

"Ciao Castiel." L'uomo gli porse la mano.

"C.. Ciao." Castiel la strinse, aspettandosi di veder spuntare qualche bella donna da un momento all'altro.

"Quanto tempo! Allora, lavori qui?" Dean sfoggiò uno dei suoi sorrisi smaglianti, che gli avevano fatto tremare le gambe fin dalla prima volta in cui si erano incontrati.

"Sì.. Dean, che ci fai qui?"

Dean sembrò sorpreso dalla domanda.

"Sono venuto in vacanza." Fece spallucce e rivolse un piccolo sorriso alla bambina.

"Oh.. Sì, giusto. Con tua figlia?"

"Diana? No, lei è mia nipote Castiel."

Castiel si rilassò alla risposta. "Bene."

"Tutto qui?" Dean fece qualche passo in avanti. "Non ci inviti a pranzo?"

Castiel sospirò nervosamente. "D'accordo, va bene. Conosco un posto, possiamo raggiungerlo anche camminando."

Si avviarono verso un piccolo ristorante di paese, durante il breve tragitto il silenzio veniva di tanto in tanto interrotto soltanto dalle domande di Diana, curiosa di conoscere la città. Si sedettero all'unico tavolo libero rimasto, il locale era pieno di gente, come ogni giorno.

"Allora Castiel, ne è passato di tempo, non vuoi sapere nulla di me?" Il tono spavaldo che lo caratterizzava spiccava nella sua voce.

"Sì, potrei chiederti tanto, per esempio perché sei sparito sei anni fa." Castiel bevve un sorso di vino.

Dean non rispose, sogghignò e mangiò un boccone del suo pesce. Castiel lo fissava in attesa di una risposta. L'uomo se ne accorse.

"Sei ancora arrabbiato con me? Davvero? Dopo tutti questi anni? Wow Castiel, non sei cambiato di una virgola." Alzò il tono della voce.

"Oh scusami se pretendo spiegazioni! Sai che ti dico? Vai a fanculo, e restaci!" Prese dei soldi dal portfolio e li sbatté sul tavolo. "Pagati il conto e poi sparisci da questo paese, pezzo di merda." Si alzò e uscì in fretta dal ristorante, mentre le persone lo osservavano indiscrete. Camminò verso il negozio mentre la vista gli si appannava, prese il cellulare e chiamò Hannah, chiedendole di sostituirlo nel turno pomeridiano. Tornò a casa, si spogliò e si fece una doccia fredda. La sera arrivò veloce, e con lei anche i ricordi: il primo bacio, la prima volta, i suoi dannati occhi verdi e la sua bocca calda... No. Non doveva ripensarci, non doveva tornare al passato. Erano trascorsi otto anni, doveva andare avanti con la sua vita e dimenticare.

Il vento di primavera.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora