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Dopo aver fatto colazione parlarono della loro vita,si chiedevano a vicenda il motivo per cui erano al Greystone.
Tate disse di avere dei "problemi con il suo cervello" sin da quando aveva 10 anni.
"Andavo spesso da vari psicologi ma tutti mi dicevano che non c'era niente da fare.
All'età di 11 anni diventai un paziente di questo ospedale e ancora non hanno potuto capire che cosa ho che non va"disse il ragazzo con un mezzo sorriso che celava i suoi veri sentimenti.
Alle sue parole Blake non resistette e lo abbracciò,poi si accorse che una lacrima stava scendendo sul suo viso finché Tate, con la sua dolce carezza non la asciugò.
Poi toccò a Blake raccontare la sua storia che non si poteva affatto paragonare a quella dell'altro.
Ma noi  la storia di Blake sappiamo quindi passiamo oltre.
Dopo essere stati per ore a ricordare il passato, i due scesero al piano terra dove c'era un grandissimo giardino e, con le mani intrecciate, fecero una passeggiata(sempre all'interno della struttura perché era severamente vietato uscirne).
Tra una chiacchiera e l'altra,si fecero le 19:00 e si diressero nell'enorme sala da pranzo/cucina dove c'erano tutti i loro "compagni di edificio" che aspettavano che le inservienti mettessero nei loro piatti vuoti la cena.
Erano tutti molto affamati e mangiavano come maiali e alla vista delle fauci che si aprivano per mettere in bocca un altra forchettata di lasagne, i due si misero a ridere a squarciagola e salirono al loro piano senza nemmeno mangiare.
"Mi è venuta un'idea" disse Tate con un sorriso che gli arrivava da un 'orecchia all'altra.
"Spara"disse eccitata per quello che aveva in mente il ragazzo.
"Che ne diresti di andarcene da qui per un giorno?"
"Cosaa?" rispose Blake entusiaste dell'idea ma anche preoccupata.
"Si.Domani.Io.Te e Time Square"
"Okay andiamoci anche se mi sembra una pazzia" rispose ancora con fremito Blake
"Blake William,se non fossimo pazzi saremmo qui adesso?".
E dopo questa frase i due si rimisero a ridere come dei bambini.
Avevano anche orchestrato un piano,anzi, in realtà lo aveva ideato quella mente criminale di Tate.
Lui conosceva ogni singola parte dell'ospedale e sapeva che in un angolo del cortile mancava circa un metro di rete,ma nessuno lo ha mai sospettato perché la rete era coperta da un sacco alti cespugli che servivano per decorazione.
Si prepararono lo zaino la sera prima e verso le 4:00 di mattina se ne andarono.
Non avevano paura dei rischi che potevano correre se il personale si fosse reso conto che non erano nelle loro stanze.
Lasciarono sul loro letto un biglietto in cui c'era scritto : "eravamo stanchi di quelle pareti bianche e così abbiamo fatto una piccola fuga. Non preoccupatevi,torneremo
domani mattina per far sì che nessuno perda il posto di lavoro.
Nel frattempo però, fateci il piacere di non avvertire i nostri genitori, si preoccuperebbero per una cosa di cui non ne vale la pena.
Baci."

Un inferno insiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora