Era una mattina di giugno, il decimo giorno del mese, quando Taylor si svegliò con un'idea bizzarra.
Aveva bisogno di compagnia.
Qualcuno che la facesse ridere, che la intrattenesse. Qualcuno che rimpisse l'altra metà del letto, la sedia dall'altra parte della tavola, proprio di fronte a lei. Taylor sapeva cosa fare, così chiamò subito la sua migliore amica, Selena.
"Pronto?" rispose dopo due squilli.
"Sel," disse. "Ho un'idea che forse ti sembrerà bizzarra, ma ho bisogno di sentire un tuo parere," aggiunse.
Selena, dall'altra parte, fece solo un suono affermativo, indicando all'amica di continuare con il suo discorso. La bionda non sapeva come avrebbe reagito la mora, avrebbe potuto urlare, come potrebbe essere felice per lei. "Allora, io ho bisogno di qualcuno," iniziò. "Così ho pensato:'Non voglio avere una vita amorosa di nuovo, non riuscirei a farcela.' Allora mi sono detta, perché non adottare una bambina?" concluse, aspettando una risposta.
"Wow," rispose Selena, sospirando. "Mi hai appena buttato un sasso enorme addosso," rise la mora, sembrando confusa da questa nuova idea.
"Non so, che cosa ne pensi?" chiese Taylor, la sua voce piccola.
"Sei pronta tu?" rispose Selena.
"Per cosa?"
"Per avere una bambina. È ovviamente una responsabilità enorme, Taylor, pensi veramente che sia una buona idea?" chiese perplessa la mora. "Non sto dicendo che sono contro questa idea, comunque," aggiunse borbottando.
"Sì," sospirò. "Sono pronta, Selena. Avere un bambino è sempre stato il mio sogno. Avrei preferito crescerlo con Karlie, ma penso che lei voglia vedermi solo felice, e avere un bambino mi renderà felice, Selena," rispose.
"Se ne sei sicura al cento per cento, allora, penso che sia una buona idea," disse. Un sorriso si dipinse sul volto della bionda, e giocherellò con le chiavi della macchina che aveva fra le mani.
"Grazie, Sel," mormorò.
"Figurati. Quando hai qualcosa che ti frulla per la testa, basta chiamare. Io ci sono e sarò sempre, Taylor," la rassicurò l'amica.
Si scambiarono i loro ultimi saluti e la bionda appoggiò il telefono sul tavolo, prendendo sulle gambe la sua borsa e infilarcelo dentro. Con le chiavi della macchina, uscì di casa, avendo una sola e unica destinatazione in mente: il cimitero.
***
C'era una leggera brezza nel cimitero. Taylor si chinò su un ginocchio, facendo il segno della croce non appena era entrata per il cancello.
In pochi passi arrivò fino alla tomba della brunetta. Posò i fiori -- tulipani -- che aveva comprato prima di arrivare qua, e tolse quelli 'vecchi', ormai morti. Li avrebbe buttati più tardi, prima di uscire.
"Ciao," disse, chinandosi davanti alla pietra, con una foto della ragazza: sorrideva nella foto, i suoi occhi verdi brillavano e i capelli biondi le cadevano giù per le spalle. Era bellissima, pensò Taylor. "Ho tante cose da raccontarti," aggiunse la bionda.
Ci fu un momento di silenzio, prima che Taylor iniziò di nuovo a parlare. "Oh! Abigail si è sposata! Ero la damigella d'onore! È stato bellissimo, credo che se c'eri anche tu, ti saresti divertita molto." disse, sorridendo tristemente e annuendo.
Taylor sospirò e abbassò lo sguardo, sentendo le lacrime bussare alle porte dei suoi occhi. "Mi manchi," sospirò, sentendo un grande nodo alla gola. "Mi manchi tanto e...vorrei che tu fossi qui, con me," aggiunse, mentre una singola lacrima le solcò il viso.
"Ho da dirti una cosa importante," affermò dopo qualche minuto di silenzio.
"Voglio adottare una bambina," riprese, sorridendo debolmente. "La chiamerei...Cristina. Sí, la chiamerei Cristina. Tu che ne pensi?" chiese eccitata. Il suo sorriso presto scomparve, e scosse la testa. "Già,"
Si alzò da terra, e iniziò ad allontanarsi. "Spero solo che tu mi guardi dall'alto," mormorò.
"Ti amo," sussurrò, prima di baciare la punta delle sue dita e appoggiarle alla foto della brunetta. "Tanto," continuò. Per non rompere se stessa e sorpassare i limiti e cadere in un cumolo di lacrime, si allontanò e definitivamente, uscì dal cimitero.
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Without You
FanfictionQuando ti succede una catastrofe, non sai mai cosa ti è capitato.