Capitolo 20

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Mentre percorro il vialetto del quartiere di Romeo, mi guardo intorno e vengo sommersa da miliardi di pensieri.
Prenderá la mia notizia sicuramente male, ma spero che sia solo una cosa momentanea e che poi mi perdonerà e mi capirà capirà, anche se ne dubito.

Anche se da una parte so che è suo diritto saperlo, so anche che la prenderà molto male e penserà che gli ho sbattuto in faccia la notizia.

A volte vorrei che le persone potessero essere in noi per un momento, così da capirci meglio.

Premo il tasto del campanello, e la porta si apre seguita da una donna sulla quaratina, con i capelli castano-scuro, lineamenti calcati e dei bei occhi a cerbiatto, le cui forme dipendono sicuramente dalla quantità di eyeliner e matita che si è messa.

Victoria la madre di Romeo.

La saluto educatamente e le chiedo dove posso trovare Romeo.

"Romeo?" mi chiede accigliata.
"Non penso che adesso voglia parlare con te" mi dice con un tono un po' aggressivo.

In meno di un nano-secondo in me si fa spazio l'idea e la paura che Romeo possa aver scoperto già tutto.

Prima che qualsiasi pensiero possa attraversarmi la mente, passo oltre a Victoria, e come se ci fosse in gioco una vita, corro come un'indemoniata sulle scale, beccandomi un'occhiata da Cruz, il fratello minore di Romeo, e andando addosso a Brooklyn,il fratello maggiore di Romeo, che tra l'altro è un figo pazzesco.

Ma non è questo il punto Giulia, concentrati.

In pochi secondi mi ritrovo sul corridoio al piano di sopra che porta alle camere, e mi catapulto davanti alla porto di Romeo.

Conosco questa casa quasi quanto la mia.

Busso ma non ricevo risposta, e con tutta la maleducazione possibile(più di quanta ne abbia giS avuta con Victoria e poi con Cruz e Brooklyn(che tra l'altro è un figo)(aspetta l'ho già detto?)(Giulia concentrati) entro nella camera, ma non trovo nessuno.

Strano ero sicura di trovarlo qui, dato che al piano di sotto non c'era.

Osservo la camera: letto disfatto(questo mi sembra strano dato che Victoria è una maniaca dell'ordine), vestiti sparsi(anche questo strano) e dei fogli per terra.
Mi avvicino ai fogli, e vedendoli da vicino mi accorgo che non sono fogli, ma foto.

Foto strappate.

Foto di me e Romeo da soli, o con gli altri.

"Merda" esclamo troppo a voce alta.

"Sei tu che l'hai portato a tutto questo" mi informa una voce.

Mi giro e vedo Brooklyn fermo sulla porta.

"Come sarebbe a dire?" domando, anche se so già la risposta.

"Giulia, ti conosco da tanto tempo, ti voglio bene ma sta volta hai fatto una stronzata"

"Mio fratello ti credeva diversa e anche tutti noi"

Queste parole sono una pugnalata allo stomaco per me.

"Dov'è Romeo?"domando con troppa rabbia anche se non dovrei essere io l'arrabbiata.

"È nella sala cinema chiuso a chiave"

"È così da un giorno intero e non siamo riusciti a farlo uscire" mi informa.

Con tutta la forza che ho in corpo, corro verso la sala cinema e inizio a bussare imperterrita.

Ancora nessuna risposta.

Ma siccome adesso sono certa che Romeo è lì dentro, lo chiamo.

"Romeo? Romeo per favore apri questa cavolo di porta, dobbiamo parlare" lo supplico.
"Non so cosa pensi o sai , ma sicuramente c'è stato un malinteso" spero veramente che sia così.

"Romeo ti supplico,esc........."

Non faccio in tempo a finire la frase che la porta si spalanca e mi trovo davanti un Romeo che non è il Romeo che conosco.

Occhiaie, occhi rossi,sudato, in pigiama, spettinato, ma soprattutto con le nocche disfate.

"Romeo ma che cavo......."

"Cosa mi devi dire?" taglia corto in modo acido.

Prendo un sospiro di sollievo prima di raccontargli tutta la verità, sapendo che probabilmente l'avrei perso.

Maybe//Daniel SkyeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora