"Dannazione!"
Urlai, le luci di un paio di case si accesero. I vicini si erano probabilmente svegliati dal mio urlare continuo.
Staccai da me Jena, forse con troppa forza. Ed entrai correndo in casa. La ragazza dai capelli viola continuò per la sua strada con un espressione calma il volto. Chiusi la porta di casa e mi precipitai su per le scale, in camera mia e di Honey. La aprii.
Lei mi guardava, furiosa."Honey... io-"
Lei cominciò a respirare affannosamente. Le lacrime che le rigavano il volto ed i suoi occhi lucidi mi fecero sentire un mostro.
"Tu niente! I-io mi sono fidata dal primo momento di te, Harriet! È tu esci, vai ad una festa e baci la prima puttana che ti si para davanti?!"
Honey cominciò a tremare forte. Mi avvicinai al suo corpo e tesi un braccio verso di lei.
"Non toccarmi!"
La moretta si strinse con le braccia, singhiozzando. Ritrassi il braccio. Mi si stringeva il cuore a vederla così. Cazzo! Perché è dovuta finire così?!
"Honey, sai che non ti tradirei mai!"
"Intanto lo hai fatto. Harriet..."
Il mio nome pronunciato dalla sua voce per me è sempre stato come il canto degli angeli. Ma adesso... mi sembrava la peggiore punizione al mondo.
Lei cercava di asciugare le lacrime, senza alcun successo. Continuavano ad uscire. Come fossero senza fine.
Dopo un pò ci rinunciò. Ancora piangendo e tremando come fosse una foglia si diresse sul letto. Era diventato un letto matrimoniale, l'avevamo comprato nuovo perché non bastava un letto singolo per entrambe. Il letto di Lee era sempre lo stesso.
Honey si sdraió dandomi le spalle. Era scossa da tremiti. Scesi al piano di sotto e chiusi a chiave la porta, andai in cucina ed aprii il frigo. C'era sono vino bianco. Avrei preferito qualcosa di più forte, infondo ero una delle due persone rimaste sobrie quella sera. L'altra era Frank.Ne versai un pò nel bicchiere, bevvi. Era buono. Ne presi ancora. Come si chiamava? Era davvero qualcosa di delizioso, avrei continuato a bere per sempre. Cuvée, era questo il nome.
Dopo tre bicchieri di quel liquido che sembrava farti rilassare oltre l'inimmaginabile (o forse stavo solo esagerando ed ero completamente sbronza) risalii e mi sdraiai accanto ad Honey sul letto. Faceva finta di dormire. La conoscevo così bene... la mia piccola. Quando dormiva aveva il respiro regolare e le labbra schiuse, i capelli leggermente disordinati ed inoltre le piaceva dormire dal fianco sinistro. Invece adesso era troppo rigida, non era affatto rilassata e poi lei odiava dormire in qualsiasi posizione non fosse quella già detta in precedenza.Fissai la sua schiena per qualche minuto, dopo non riuscii più a resistere e le misi un braccio sul fianco e la avvicinai a me. La sua vicinanza mi faceva sentire così bene ed il suo odore era sempre buono. Non resisterei mai senza di lei, ormai ero così abituata alla sua presenza che non averla accanto era una cosa angosciante... figuriamoci se avesse deciso di lasciarmi. Sarei morta per la disperazione.
Era una posizione davvero scomoda considerando il braccio infortunato. Quest'ultimo era posizionato più in alto rispetto alla testa di Honey e la spalla mi faceva un male cane. Ma questo ed altro per poterle stare accanto.
Una lacrima solitaria sfuggì al mio controllo, bagnandomi la spalla. Non poteva lasciarmi. Cosa avrei fatto senza di lei nella mia vita...?
Honey
Lei mi abbracciò da dietro. Era strano, di solito ci abbracciavamo frontalmente mentre dormivamo. La sentii piangere, era abbastanza rumorosa. Si aggrappò di più a me, piangendo fiumi di lacrime sulla mia spalla. Ricominciai anche io a piagnucolare, avevo appena smesso. Ironico, vero? Stiamo piangendo abbracciate. Non l'abbiamo mai fatto, non c'era mai stato motivo per piangere.
"T-ti a-a-amo... Ho-Honey."
Disse lei tra i singhiozzi così rumorosi da sembrare il pianto di un isterico. La stavo facendo piangere davvero tanto. Mi sentivo male, un senso di nausea che attanagliava lo stomaco ed un macigno che mi premeva sul cuore.
Era comunque una dichiarazione che decisi di non ricambiare.
***
La mattina seguente mi svegliai da sola nel letto. Lee era addormentato nel suo letto. Harriet non c'era, mi guardai allarmata attorno a me. Le sue cose erano ancora qui, non mi aveva abbandonata.
Mi alzai dal letto. Avevo i capelli arruffati, sembravo un canarino bagnato. Presi il cellulare e scesi le scale cercando di fare meno rumore possibile. Una volta in cucina la prima cosa che notai era la bottiglia di vino aperta accanto al lavandino. Subito dopo mi accorsi del vassoio poggiato sul tavolo e del mazzo di fiori, narcisi. I miei preferiti. Molto meglio delle rose, che secondo il mio parere erano troppo scontate.
Nel vassoio vi era una tazza di caffè con dei muffin al cacao. Mi si scaldó il cuore. Ne addentai uno e diedi un occhiata ai fiori bianchi. Spiccava una lettera di color azzurro cielo, la aprii.
Se non sarai più parte di me taglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte
-William Shakespeare
Sorrisi e mi portai una mano sulla guancia. Stavo piangendo di nuovo. Risi tra le lacrime e presi il cellulare. Mi veniva male a digitare il numero di Harriet per le lacrime.
"Harriet! Dove sei? Ho bisogno di te."
Corsi in salotto. Avevo bisogno di lei. Subito. Dovevo abbracciarla, baciarla, amarla. Dirle che la amo! Perché io la amo e non potrei mai smettere di amarla. Mai.
La porta di casa si aprì. Lei stava lì, con un sorriso triste e malinconico stampato in volto. Corsi verso di lei e la abbracciai, legando le gambe intorno alla sua vita e le braccia al suo collo.Non riuscivo ad essere arrabbiata con lei per più di dieci ore.
"Ti amo! Ti amo! Ti amo!"
La baciai, era mia. Solo mia e di nessun altro.
"Da oggi col cazzo che ti facci andare in giro senza di me."
Ringhiai contro le sue labbra.
Mia.
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MACCHIA DI CAFFÈ ~lesbian
RomantikHarriet: la ragazza che tutti vorrebbero, il capitano della squadra di basket della scuola. Una sicura di sé che non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno Honey: la migliore delle cheerleader, irascibile ed emotiva. Fra le due nascerà qualco...