Dopo la sfuriata di Filippo e l'entrata in cucina dei suoi genitori Senia si diresse a grandi passi per le scale verso la sua camera; imbarazzata com'era dalla situazione non voleva vedere affatto i genitori. Aprì la porta bruscamente e fece per sdraiarsi sul letto a peso morto quando un rumore proveniente dall'esterno la distolse dal suo intento. Curiosa di vedere cosa fosse si avvicinò alla finestra sulla parete opposta alla porta da cui era entrata, allungò lo sguardo indifferente e portò istintivamente una mano al vetro quando vide Filippo.Filippo era rimasto ancora lì, dopo che era uscito furioso dalla cucina e da quella casa si era diretto nervosamente verso la sua auto parcheggiata vicino alla strada bianca che collegava i terreni di Senia alla provinciale: tuttavia non si era ancora deciso a salire in macchina e ad accendere il motore. In quel momento inoltre Alec tornato dalla sua battuta di caccia iniziò a correre verso Filippo che aveva appena dato un calcio a una ruota della sua Jeep per la rabbia provocando quel rumore che aveva preso intanto l'attenzione di Senia al piano superiore la quale guardava la scena a tratti incuriosita e a tratti distaccata. Filippo si lasciò uscire anche dei trattenuti gemiti di rabbia mentre Alec lo raggiungeva con la coda scodinzolante e con un immensa voglia di giocare. Iniziò a girargli intorno ma Filippo fece finta di niente e continuò a scatenare la sua frustrazione contro le ruote e il tetto della Jeep tra calci e pugni. Quando anche Alec iniziò a capire che qualcosa di negativo girava nell'aria prese ad abbaiare contro egli stesso con il quale poco prima cercava di giocare. Senia guardava la scena dalla finestra da un lato pentita di come avesse trattato il compagno ma dall'altra parte infastidita dal fatto che egli stesso non riuscisse a capire la sua situazione e perciò anche la sua decisione di non continuare la gravidanza che lei non aveva mai voluto iniziare.
Quando ormai erano passati già dei minuti da quando quel muso illuminato da qualche raggio di sole che tardava a tramontare continuava a inveire contro Filippo, egli si decise a salire in macchina chiudendo lo sportello rumorosamente e mise in moto la Jeep non senza aver dato prima un pungo al volante. La macchina iniziò a muoversi e Alec continuò ad abbaiare a più non posso fino a che la Jeep non fosse più visibile all'orizzonte.
Senia era confusa e consapevole di aver causato una marea di problemi a Filippo e ai suoi genitori e soprattutto a se stessa. Non sapeva come uscirne, come risolvere quella situazione in cui qualsiasi decisione avesse preso avrebbe danneggiato irrimediabilmente qualcuno che amava, compresa se stessa. Ella continuava a guardare oltre la finestra quei pochi raggi che uscivano ancora dall'orizzonte poi ridimensionò la visuale e si soffermò sulle sue terre, giardini e piantagioni fino a soffermarsi sulla stalla di Ettore.
"Sarebbe ora di cavalcare!" Pensò tra se e se mentre prendeva una decisione. E così fu.
Si allontanò dalla finestra e si diresse verso l'armadio, lo aprì e prese dal fondo i suoi stivali da equitazione e la sua giacca di pelle e pecora che indossava sempre quando cavalcava Ettore . Richiuse l'armadio velocemente, si sedette sul letto e si tolse gli scarponi per mettersi gli stivali poi si infilò rapidamente la giacca e mentre si dirigeva verso la porta controllò di aver in tasca il secondo paio di chiavi della stalla cosicché non si dovesse fermare troppo di sotto a dare spiegazione alla madre e al padre.
Stava per aprire la porta quando sua madre l'anticipò di qualche secondo e aprì la porta verso la figlia che fece un passo indietro. Non appena la maniglia fu girata dalla madre Senia vide il muso di Alec spuntare dal basso che cercava di aprire la porta per salutare la sua Lord. Gli fece le feste per qualche secondo poi quando si accorse che la sua Lord non era troppo propensa a giocare si allontanò per saltare sul letto e controllare in giro la stanza. Senia dopo essersi chinata per fare due carezze al suo Alec si riposizionò dritta rivolgendo lo sguardo a sua madre che stava sulla soglia della porta con un vassoio in mano; due tazze e acqua calda.
<< Che ne dici di una tisana e una chiacchierata con tua madre? L'ho appena fatta...>> Disse sorridendo Annette verso la figlia.
"E' proprio quello che sto evitando!" Pensò Senia infastidita.
<< Madre, sto uscendo in questo momento>> Disse mentre si sistemava le tasche della giacca. Annette sapeva che quando la figlia la chiamava così non era aria. Non sapendo così cosa dire stette zitta per qualche istante mentre la figlia la sorpassava e usciva dalla stanza. Ma prima che scendesse le scale intervenne .
<< Non avrai intenzione di andare a cavallo!>> Senia si fermò.
<< Credo che faccia bene a Ettore muoversi un po' ... sono giorni che non lo cavalco>>
<< Ma sta calando la notte ,tesoro>> Disse la madre premurosa.
<< Non sarebbe la prima volta che cavalco di notte...>> La risposta della figlia turbò fortemente Annette che tuttavia non voleva interferire ricordando alla figlia il suo stato interessante. Così non sapendo cosa rispondere per non far allontanare ancor di più Senia che sapeva non voler affrontare quell'argomento e che se avesse insistito non avrebbe fatto altro che distaccarsi maggiormente dalla figlia e di conseguenza avrebbe precluso ogni sua spontanea confidenza insistette su un altro punto.
<<E la cena?>> Senia stette in silenzio per qualche secondo << Tuo padre ha quasi finito di prepararla>> Continuò Annette.
<<Non vi preoccupate, adesso ad ogni modo non ho fame ... non mi aspettate per cenare, iniziate pure, quando tornerò se avrò fame mangerò..>> Disse di fretta e furia mentre un ultimo raggio che penetrava dalla finestra sopra le scale le ricordò che doveva far presto. Così senza aver dato tempo ad Annette di rispondere scese velocemente le scale, senza salutare il padre aprì la porta di casa e si diresse verso la stalla.
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Come Over
RomanceSenia si sedette affondando i lunghi capelli nei fili d'erba. Poi si sdraiò stendendo la schiena per sentire a pieno i raggi di mezza estate sfiorarle il volto. Il sole era alto e il vento dell'ovest muoveva le folte chiome degli alberi ai piedi del...