Andare a cavallo per Senia significava più di una semplice passeggiata, soprattutto quando cavalcava Ettore, il suo cavallo che aveva ormai da più di 5 anni e che l'aveva accompagnato per i fitti boschi e per le radure delle montagne lì vicino; posti che da sola non avrebbe potuto raggiungere. Quella sera Senia si era decisa a cavalcare con Ettore fino giù al fiume dove l'aria era più fresca e la luce della luna piena creava un gioco di luci e ombre da togliere il fiato. Ettore si rinfrescava tra le limpide acque di quel fiume che proprio dove si erano fermati creava una sorta di laghetto in cui l'acqua nonostante ristagnasse si manteneva chiara e limpida. Siena era scesa da Ettore per farlo rinfrescare meglio e si era seduta al centro di tre alberi dal quale punto poteva vedere la luna piena rischiarire. Le mani piantate sull'erba, la testa buttata all'indietro per assaporare meglio quell'incantevole serata estiva e gli occhi fissi sulla luna piena.
Cercava di non pensare a niente ma fissare la luna, le stelle e il cielo le ricordò che era già la seconda luna piena durante la quale il suo organismo femminile per la prima volta non aveva rispettato il proprio orologio biologico ed era stata proprio essa a farle capire che qualcosa non andava. Così tutti i problemi da cui lei cercava di tenersi lontano con quella cavalcata le vennero in mente.
Senia non era affatto una persona affettuosa con un istinto materno accentuato, per lei quella era un esperienza tutta nuova che tuttavia non sentiva propria, non un esperienza che le potesse stare bene addosso . Lei pensava solo a se stessa e a vivere quanto più possibile ogni istante nella maniera più profonda; il doversi dedicare anima e corpo a un altro essere stravolgendo così le proprie priorità e rinunciando a vivere ogni cosa che il mondo le potesse offrire perché diventasse per lei il centro del mondo quell'esserino le sembrava impossibile e soprattutto non aveva alcuna voglia di ribaltare il proprio universo. In quel momento non ebbe nemmeno il pensiero o la delicatezza che avrebbe avuto una neo-mamma di posarsi la mano sul ventre, no, lei pensava solo a sentire sotto le mani la forza della terra e negli occhi il riflesso delle stelle: nessuna attenzione per il frutto dell'amore tra lei e Filippo. Sì, era il frutto non programmato di un amore perchè lei amava Filippo e sapeva che anche se non fossero sposati il loro rapporto era di maggior sentimento ed estremamente diverso da ogni coppia di moglie e marito. Senia giustificava la scenata di Filippo: lei voleva togliere a lui una parte di sé stesso che cresceva in lei e condivideva con lei e se si fosse messa nei suoi panni anche lei avrebbe avuto una reazione probabilmente anche maggiore rispetto a quella del compagno se egli che lei amava le avesse tolto senza prendere in considerazione il proprio parere una parte di se stessa come lei invece aveva intenzione di fare. Ma non poteva cedere. Anche se in quel momento dava ragione a Filippo lei non si era mai vista a 20 anni di distanza con una famiglia alle spalle e nemmeno la voleva. Sapeva che Filippo aveva ragione e che se avessero avuto un altro confronto vi era la possibilità che lei cedesse, ma non poteva, non poteva per il suo futuro anche se il presente le diceva che il futuro che voleva Filippo era più giusto del suo.
Senia provava un sentimento forte per Filippo tuttavia non era ancora pronta a intrecciare definitivamente i loro destini. L'essere che cresceva dentro di lei che lei rifiutava rappresentava di fatto l'unione indissolvibile dei loro futuri che non si sarebbero potuti più sciogliere. Lei temeva questo e rifiutava perciò quest'idea e quell'esserino. Ma sapeva che non poteva resistere alla ragione che aveva Filippo di reclamare quell'unione che anche se Senia negava ormai esisteva.
Senia si era resa conto di aver poco tempo e che doveva sfruttarlo il più possibile e che se fosse rimasta accanto a Filippo non avrebbe potuto pensare lucidamente . Doveva andare via, scappare per un po' di tempo. Doveva poter pensare lucidamente senza il fiato sul collo di Filippo perché anche se non glielo aveva detto esplicitamente lei sapeva che il giorno dopo egli si sarebbe ripresentato nelle sue terre.
Ettore alzò il muso dall'acqua limpida del fiume e cominciò a mangiucchiare l'erba lì intorno. Quando Senia se ne accorse si distolse dai propri pensieri e si alzò prontamente da terra. Si avvicinò al cavallo e ne riprese le redini; sapeva che l'erba gelata dalla temperatura non faceva bene al suo Ettore. Poi tentò di risalire sulla sella ma le prime volte dovette riscendere non tanto perché il cavallo tentasse di ribellarsi, anzi, ma per i suoi leggeri malesseri causati dall'intruso nel suo ventre che le facevano girare la testa quando si sforzava troppo. Anche quella disabilità che Senia odiava la portava maggiormente a pensare che dovesse risolvere il problema il prima possibile e perciò partire lontano da Filippo che le avrebbe impedito di muovere solo un dito contro quella sua parte di futuro che cresceva dentro di lei. Filippo era irrimediabilmente frustato dall'idea di non poter far niente contro la sua compagna che voleva portargli via quel che era anche suo ma che cresceva dannatamente dentro di lei.
Mentre Senia cavalcava in ritorno verso il suo casolare dove Annette e Rodolfo l'aspettavano ansiosamente in cucina realizzò che la mattina dopo si prospettava per lei un viaggio nel suo passato; si ricordò infatti che la mattina successiva avrebbe accompagnato i suoi genitori alla stazione della città più vicina perché era loro solito tornare ogni tanto per un paio di settimane nella loro città natale Roma, dove Senia aveva trascorso tutta la sua infanzia e adolescenza fino a che non si era trasferita lì,in quel suo mondo, 5 anni prima. Doveva cogliere l'occasione e partire anche lei con i suoi.
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Come Over
RomanceSenia si sedette affondando i lunghi capelli nei fili d'erba. Poi si sdraiò stendendo la schiena per sentire a pieno i raggi di mezza estate sfiorarle il volto. Il sole era alto e il vento dell'ovest muoveva le folte chiome degli alberi ai piedi del...