capitolo28

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-Io devo andare!- esclama Louis
-Io anche- si aggiunge Zayn
-Idem- dice Niall insieme a Federica.
-Ti accompagno- prende parola Harry alzandosi dal divano.
-No, non c'è ne bisogno- ribatte la mia pervi
-Non se ne parla non ti lascio andare da sola-
-Ma io non voglio stare a casa da sola però!!- dice Elisabeth.

A quelle prole mi alzo dal divano prendendo le chiavi e gli auricolari ed esco di casa di corsa.
Raggiungo velocemente il parco e appena mi accomodo al solito posto infilo gli auricolari nelle orecchie dando il via alla voce di Nitro e accendo una sigaretta, poi un altra, un altra e un altra ancora, finché le poche sigarette presenti nel mio pacchetto terminano.
Andiamo seriamente.
"Io non voglio stare a casa da sola".
Perché io che cosa sono?!
Un insetto, un essere insignificante o cosa!!
Mi manda veramente in bestia questa cosa.
Insomma è vero che preferisco rimanere da sola però ciò non vuol dire che non esisto.

Il telefono inizia a squillare e presumo sia Harry, ma quando lo prendo tra le mani sullo schermo appare il soprannome di Louis e solo ora ricordo che c'erano ancora tutti.

Non gli rispondo sapendo già cosa dirà e rimango ancora lì, immobile, pensando a quanto sarebbe stato meglio se io fossi nata in un altra famiglia o addirittura se non fossi mai nata.
Le cose di certo sarebbero state meglio per tutti.

All'improvviso qualcuno si siede accanto a me ma non alzo la testa.
Vedo una mano porgermi una sigaretta e dal tatuaggio presente su essa, riconosco la mano di Zayn.

Prendo la sigaretta, come se mi stesse porgendo dell'acqua dopo essere stata giorni in un deserto, e dopo due minuti è già finita.

Poggio i gomito sulle ginocchia e mi prendo la testa tra le mani esasperata.
In questo momento vorrei essere da sola con una lametta, ma non posso ricaderci.
Ero arrivata al punto di essere dipendente da essa e questa cosa non deve accadere mai più.
Dio il solo fatto di pensarci sta riacendendo in me la voglia di sentire nuovamente la sensazione che provocava la lama ogni volta che attraversava il polso tagliandomi, la sensazione del sangue che scorre fino a macchiare il lavandino perfettamente bianco, il dolore in quella frazione di tempo e la sensazione di piacere e leggerezza l'istante dopo.
Basta.
Devo smetterla quel questi pensieri o ci ricadrò inevitabilmente.

-Che ne dici di tornare a casa?-
-Non se ne parla-
-Okay allora prendi questa- dice porgendomi la sua felpa nera
-Non c'è ne bisogno, non ho freddo-
-Oh invece si, hai la pelle d'oca- risponde osservando le mie braccia.
In effetti ho la pelle d'oca, ma non è per il freddo ma bensì per quello che stavo pensando.
-Fidati non ho freddo-
-Okay- si arrende

Dopo minuti di silenzio prendo parola
-Allora non vuoi farmi la solita domanda, tipo cosa è successo?-
-No-
-No?-
-No, non c'è ne bisogno, so già cosa è successo e sono d'accordo con te-
-Sicuro?-
-Sì insomma, quel "non voglio stare da sola" non c'entrava niente perché c'eri anche tu in casa e poi anche se fosse sarebbe stata sola per pochi minuti, il tempo che Harry avesse accompagnato Federica e sarebbe tornato, tu invece stai giornate intere da sola e non ti lamenti mai-
Non posso crederci ha capito tutto senza che io gli dicessi niente.
-E presumo che tu sia andata via per non esplodere davanti a tutti e calmarti, almeno questo è quello che penso-
Okay io questo ragazzo me lo sposo.
-Presumi bene- gli dico alzando la testa e guardandolo negli occhi.
Lui mi fa un mezzo sorriso e appoggia un suo braccio sulle mie spalle avvicinandomi a lui ma mandamdomi contemporaneamente milioni di scosse elettriche, tipo quelle che prendi quando tocchi una persona, per tutto il corpo.
Oh no sono arrivata già a questo punto.
-Sicura di non aver freddo, hai di nuovo la pelle d'oca-
Mi dispiace caro ma questa volta sei tu la causa della mia pelle d'oca, vorrei dirgli ma mi limito ad annuire e lui mi stringe più forte a se peggiorando semplice le cose visto che le scariche elettriche aumentano.

Rimaniamo così per quella che credo sia un ora, senza parlare o altro e all'improvviso mi balena una domanda per la testa
-Zayn come hai fatto a trovarmi?-
-Oh semplice mi sono ricordato di quando ti ho trovato per la prima volta in questo parco e mi avevi detto che eri qui perché volevi rimanere da sola ed ho pensato che se le mie idee erano giuste ti avrei trovato qui e in effetti...-
-Avevi ragione- continuo io per lui
-Già!- conclude lui
Non capisco come mai sia stato bocciato, è praticamente intelligentissimo per essere riuscito ad associare le cose, ed ha una gran memoria per aver ricordato la strada non ostante l'abbia percorsa una sola volta.

Zayn pov.
So cosa sta provando Rossella, mia sorella minore mi ripeteva sempre che che i nostri genitori prestavano più attenzioni a me, essendo l'unico maschio in famiglia, che a lei non ostante fosse più piccola e si sa che di solito tutte le attenzioni vanno ai più piccoli.
E mi ripeteva continuamente di quanto fosse frustrante per lei essere quasi del tutto ignorata, e tutt'ora quando ci penso mi sento in colpa, ecco perché ho capito il motivo per cui ha reagito così.

Il telefono di lei inizia a squillare ma lei non ha intenzione di rispondere, così lo faccio io.
-Harry, sono Zayn, tranquillo è con me e sta bene, appena si sente pronta te la riporto a casa-
-Perfetto e grazie mille Zayn non so cosa avrei fatto se non ci fossi stato tu-
-Figurati non ti preoccupare-
-Me la puoi passare?- mi chiede Harry prima che io possa chiudere la telefonata
-Certo-
Metto una mano sul microfono del telefono e chiedo alla ragazza dagli occhi verdi se vuole parlare con suo fratello.
Ma lei rifiuta.
-Ehm Harry, ha detto che non vuole parlare-
-Oh okay- mi risponde con tono rammaricato e mette fine alla telefonata...

Life to London ~Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora