Capitolo 2 - Parole nel vento.

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-"Driiing"-

La campanella annunciava l'intervallo più triste della mia vita. Il tempo sembrava bloccato, non scorreva più. Tutti quelli interessati a Giorgio scesero in cortile ed io li seguii zoppicando. Si era formato un semicerchio, dove tutti ascoltavano Clara piangere. Vedere il suo dolore e quello dei suoi compagni di classe mi faceva vergognare di soffrire, perché io in fondo non lo conoscevo, non ne avevo il coraggio. Non mi sentivo in diritto di mostrare il mio dolore e accettare la compassione di tutte quelle persone che si consolavano a vicenda in giro per la scuola. La notizia di un dicianovenne morto ti scuote se la senti in televisione, prova a immaginare se il fatto succede nella tua scuola. C'era una bella ammucchiata di ragazzine a piagnucolare, evidentemente non ero la sua unica ammiratrice segreta, ma la cosa non mi stupisce più di tanto. Dopo che le persone si erano sistemate in modo che tutti potessero ascoltare, Clara iniziò a parlare con la voce spenta e graffiante.

-"Grazie a tutti per essere qui a dare il vostro sostegno. Ormai avrete capito, Giorgio è morto ieri pomeriggio, mentre i genitori erano a lavoro. Ieri avevo litigato con lui perché aveva deciso di farsi bocciare e scappare via di casa a causa di alcuni problemi, ma non mi ha voluto dire quali. Stamattina ero arrabbiata e pensavo non si fosse presentato a scuola perché aveva deciso di sprecare il suo futuro o semplicemente per non vedere me. Non pare sia stato un suicidio perché l'hanno ritrovato morto dopo esser caduto dalle scale. Vi racconto tutto questo, perché come vi ho già detto, non voglio che siano messe in giro fandonie. Non se le merita. Adesso non so chi di voi lo conosca più e chi meno, ma Giorgio si faceva amare da tutti ed era impossibile non rimanere abbagliati dalla luce che aveva dentro. Quando stamattina mi ha chiamato sua madre, non potevo crederci..."-

Singhiozzando, tenta di riprendersi per finire il discorso, ma le lacrime prendono il sopravvento e deve allontanarsi, andandosi a sedere su una panchina con due compagne di classe, proprio dietro di me.

I suoi compagni hanno preso a turni a dire quattro parole in onore di Giorgio e tutti quanti lo ricordavano come un ragazzo autentico. Vedere tutti i suoi amici mi faceva venire voglia di sparire. Io a mala pena lo incrociavo, che diamine ci facevo lì a piangere come una stupida?

Dopo un po', il ragazzo viziato scarrozza al centro e inizia a parlare con le lacrime agli occhi.

-"Buongiorno... so che molti di voi non mi hanno particolarmente in simpatia, ma conoscevo Giorgio e sono qui solo per dirvi una cosa. Lo vedevo spesso dalla finestra di casa mia mentre buttava la spazzatura e poi l'ho conosciuto sul pullman. Nonostante la mia reputazione, lui mi ha ceduto il posto a sedere. Gli chiesi soltanto il perché e lui mi rispose che anche se il mio carattere non è dei più amichevoli, non era giusto lasciarmi attaccato ai maniglioni con le gambe appese, tentando di non cadere, e che lui avrebbe potuto resistere venti minuti in balia dell'autista. Da li abbiamo iniziato a frequentarci e siamo diventati davvero amici. Lui mi ha fatto riflettere sul fatto che il tempo che abbiamo non tornerà indietro e sprecarlo a comportarmi in maniera avida, mi avrebbe procurato soltanto rimpianti. Gli ho promesso che sarei stato giusto con chiunque mi sarei ritrovato davanti..."-

Tutto il giorno non c'è stato uno spiffero e proprio quando Paolo smise di parlare, in quel momento, c'è stata una forte brezza durata pochi secondi che ha colpito tutto il gruppo di ragazzi per poi terminare all'improvviso. Ho sentito un brivido percorrermi la schiena.

Guardai Paolo e notai che i suoi occhi erano diritti verso di me. Sembrava volesse scaraventarmi all'aria col pensiero. Non ho ben capito cosa volesse, ma non mi piaceva per niente.

-"Driiiing"-

La campanella dichiarava l'inizio della quarta ora. Le ultime due ore continuai a ripensare all'accaduto e al discorso di Paolo. Perché mi ha guardato cosi? Crede che io c'entri qualcosa? La prof di matematica scriveva a stento sulla lavagna, neanche lei stava dando davvero importanza a quello che stesse facendo, noi tantomeno. La campanella stava per suonare e mi affacciai alla finestra in cerca di quella brezza d'aria arrivata prima. Notai dietro un albero, Clara e Paolo che parlavano ed entrambi stavano piangendo. Forse si stavano confortando a vicenda per la morte di Giorgio. Riuscii a leggere giusto un po' di labiale e capii le frasi "Era un bravo ragazzo" e "Non meritava di morire cosi" e poi la campanella m'interruppe.

Finalmente quella giornata orribile terminò. Non vedevo l'ora di andare a casa mia a chiundermi in camera e piangere fino ad addormentarmi. Salita sul pullman l'aria si fece ancora più pesante. Nessuno era in vena di chiacchierare e per una cinquantina di adolescenti compressi in dieci metri quadrati era abbastanza insolito. Ogni cosa mi ricordava lui e non riuscivo proprio a togliermelo dalla testa. E quella brezza, era come se mi stesse parlando, eppure io non sono proprio il tipo che crede a queste cose. Non capivo cosa mi stesse succedendo e assorta in quei bui e tetri pensieri il pullman sembrava non arrivasse mai.

Finalmente, dopo il viaggio, tornai di corsa a casa e singhiozzando mi buttai su letto. Piansi violentemente per almeno un'ora. Cerchi di non pensarci, immagini che non sia accaduto veramente e più cerchi di opporti più la mente implode. Finchè non lo accetti e lì allora ti senti sola e senza speranza, come se fossi una farfalla a cui hanno tagliato le ali.

Dopo un po' mi ripresi e andai al computer a controllare. La mia bacheca Facebook era completamente sommersa di post di condoglianze e foto di Giorgio... erano tutti davvero smossi da questa tragedia.

-"Blong"-

Mi arrivò una notifica.

-"Giorgio Mori ti ha inviato una richiesta di amicizia."-

Sentiì un brivido lungo la schiena e rimasi immobile a guardare fisso lo schermo in cerca di una spiegazione logica. La richiesta era di soli cinque minuti prima, quindi pensai che qualcuno avesse hackerato il profilo di Giorgio e avesse iniziato a fare scherzi stupidi in giro. La lasciai stare.

-"Blong"-

Dopo non molto tempo mi arrivò un'altra notifica.

-"Clara Guercio ti ha inviato una richiesta di amicizia."-

Non so perché, ma avevo la sensazione che qualcosa mi stesse sfuggendo.

Iniziai a guardare i profili di Giorgio e Clara e notai che avevano un'unica amicizia in comune. Il che fu davvero strano dato che andavano in classe insieme. L'amico in comune era Paolo Karka. Andai a controllare ed era proprio il Paolo in carrozzina. La mia mente finalmente ebbe una pausa dallo straziante tormento della morte di Giorgio e iniziò a vagare sul come questi tre ragazzi fossero collegati.

Mi stesi sul letto e iniziai a fissare il muro, pensando. Dopo un po' credo di essermi addormentata, perché quello che ho visto in seguito non poteva essere reale...

Il tempo che non riavremo indietroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora