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Passammo tutto il pomeriggio a bere, mangiare patatine, scherzare e conobbi meglio Zed.
Deco dire che è un ragazzo alla mano, sincero, socievole e a cui piace scherzare.
È un'ottima compagnia.

"Bene, allora ci vediamo domani al lavoro." disse Zed dal finestrino dell'auto mentre io mi avvicinavo per salutarlo.
"Contaci, mi ha fatto piacere passare del tempo con te..e uhm..grazie del passaggio, non dovevi."
"Ma piantala, sono le due di notte. Non potevo mai lasciarti andare sola per strada con questo buio e a quest'ora."
"Grazie Zed, davvero. Adesso vado perché sono molto stanca, a domani." mi avvicinai, e gli lasciai un bacio forse fin troppo vicino alle labbra.
"Oh..si, a domani Asti" e andò via,lasciandomi sola con i miei pensieri.

Appena entrai in casa, i pensieri felici svanirono.
Mi ritrovai mio padre sul divano, ad aspettarmi con una bottiglia di whisky in mano e che emanava una puzza nauseante.
"Dove sei stata?" mi chiese bruscamente, tanto da farmi gelare il sangue.
"D-da James..non avevo nulla da fare nel pomeriggio e beh..sono andata da lui.."
"Alicia, sai cosa ti succede quando disubiddisci, quindi..sai cosa ti aspetterà tra poco?"
"No papà ti prego, mi dispiace non accadrà più..ti supplico non farmi nulla.."
Si alzò di scatto, mi venne incontro e mi diede uno schiaffo in piena guancia.
"Quante volte ti ho detto di non pregarmi? Devi smetterla di essere una bambina, e cresci. Sennò farai la stessa fine di tua madre. Morirai, sola come un cane e soffrendo."
Detto questo la rabbia si impossessò di me, e non so come, diedi uno schiaffo a mio padre, per la prima volta in vita mia, e credo di non essermi mai sentita così libera.
"Sei solo un pezzo di merda. La mamma non era sola, tu la amavi e io la amavo. Ero sempre accanto a lei quando stava male, quando aveva bisogno delle cure e quando stava perdendo la memoria. Perché sei diventato così? Perché mi picchi? Così ci trovi di così gratificante nel vedermi soffrire?? Mi stai solo rovinando la vita papà.."
I singhiozzi già iniziavano a sentirsi.."mi stai davvero rendendo la vita un inferno. Ti amavo, eri una delle persone più importanti della mia vita, ma adesso..adesso sei solo un mostro, sei senza cuore e l'unica cosa che provo per te è odio. Ti odio, papà."
Lui mi guardò e mi sembrò che quel discorso aveva smosso dei sensi di colpa in lui, ma invece l'unica cosa che ricevetti fu un ceffone..mi prese per i capelli e mi portò in camera sua, mentre cercavo di dimenarmi ma con scarsi risultati.
Mi buttò sul letto, e mi strappo la canotta che avevo addosso e i pantaloncini da cui saltò il bottone.
Lui si slacciò la cinta, ed era anche un momento buono per divincolarmi e scappare, ma non avevo le forze, non avevo più la voglia di vivere e di chiedere aiuto perché tanto la mia pelle era già marchiata, ero sporca..sporca dentro e fuori.
Nessuno si sarebbe preso la responsabilità di aiutarmi, perciò non feci nulla. Subivo e basta.
Mi violentò per la miliardesima volta, mi picchiò violentemente, dopo un periodo di quiete..dove avevo anche iniziato a pensare che era cambiato..

Si addormentò vicino a me, e io nuda come un verme, mi alzai e andai a farmi una doccia che durò un'ora.
Strofinai così forte sulla mia pelle per togliere quello 'sporco' che diventò rossa, ma io continuavo..
Mi sentivo così vuota, insignificante..
Ero stanca di tutto ciò.
Appena mi guardai allo specchio mi spaventai, avevo uno zigomo viola che avrei coperto sicuramente con del fondotinta per evitare che qualcuno facesse domande.
Dopo di ciò, mi misi il pigiama e andai a chiudermi a chiave nella mia stanza per evitare che quella merda venisse durante la notte da me.
Mi misi a letto e spofondai in un sonno, che mi fece scollegare la mente dalla realtà per qualche ora.

Il mattino seguente mi alzai di mala voglia e andai in bagno per rifarmi nuovamente una doccia fredda perché mi sentivo ancora sporca, mi truccai per coprire quelle macchie violacee e andai a vestirmi per andare a scuola.
Nemmeno salutai mio padre che era intento a farsi il caffè, ed andai spedita fuori casa.
La mia meta era la fermata, dove al solito incontrai James che notò subito tutto quel fondotinta che avevo in viso.
"Asti, non posso continuare a far finta di niente.."
"James, per favore. Non è nulla, sto bene. Sono solo dei lividi che andranno via."
"Alicia, io.."
"NO. SMETTILA DI ASSILLARMI." sbottai così, in un momento, stanca di tutto e tutti, anche se sapevo che James voleva aiutarmi, mi infuriai..ero stanca di sembrare indifferente, ma dovevo farlo.
"Sai che ti dico? Vaffanculo. Mi importa davvero di te, e tu che fai? Continui a dirmi che stai bene. Ali, a me puoi anche dire questo, puoi mentire sul fatto che vada tutto per il verso giusto, ma non puoi mentire a te stessa. Non puoi mentire sul fatto che hai bisogno di aiuto, e vorresti essere felice, proprio come tutte le altre ragazze della tua età."
Con quel discorso mi fece ragionare tantissimo, e forse ci pensai così a lungo a quelle parole che era persino arrivato il pullman.
Aveva ragione, volevo essere felice..

Seppellire il passato.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora