Chapter One

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-è tipo la 5 volta che ripubblico questo capitolo perchè Wattpad ha deciso di prendersela con me-

Chapter one (come back)

Settembre, ho sempre amato questo mese. Il tempo non è troppo caldo o troppo freddo, le magliette non sono troppo pesanti o troppo leggere. È l'unico periodo dell'anno dove sono stabile, wow.
L'autobus su cui sono seduta puzza di sudore, di vomito e con mia sorpresa, anche di disinfettante per ambienti. Dal finestrino intravedo i meravigliosi paesaggi di Manhattan. Conosco questo posto meglio delle mie tasche ormai, e ne vado fiera. Alzo il polso e mi porto davanti l'orologio, le 8 e 15 minuti. Sono su questo autobus da parecchie ore ormai, credo di avere il sedere a forma di sedile. Senza che io me ne accorga, L'autista si ferma nella mia fermata, e frettolosamente mi avvio verso l'uscita urlandogli di non chiudere le porte. Alzo la zip della mia felpa e finalmente scendo. Sorrido, ritrovandomi davanti il mio posto preferito nel mondo.
"L'accademia dei talenti americani di Manhattan vi da il benvenuto." leggo, ancora più sorridente di prima. L'autobus riprende la sua corsa alle mie spalle, mentre io mi avvio rapidamente verso l'entrata del college.
L'ingresso è affollato, come al solito d'altronde.
-Buongiorno Susie!- Saluto felice la segretaria che conosco ormai da 2 anni.
-Isabella, (adoro quando mi chiamano con la versione italiana)è sempre un piacere vederti così felice. ecco le tue chiavi, stanza 154, piano 2-
Afferro le chiavi e con un sorriso mi allontano da Susie. Con fatica porto il mio trolley gradino per gradino, l'unica pecca di questa scuola è che non è dotata si ascensore, e non oso immaginare quei poveretti del 5 piano. Improvvisamente una mano mi aggevola il lavoro e mi aiuta a raggiungere l'ultimo gradino. Alza lo sguardo su di me,quegli occhi verdi li riconoscerei ovunque.
-Harry!- Esulto abbracciandolo
-Isa, mi sei mancata anche tu!- Dice stringendomi.
Harry è il tipico rubacuori dell'intero college, non che mio caro amico. I suoi ricci attirerebbero chiunque d'altronde. Si è iscritto qui circa 4 anni fa,alla tenera età di 16 anni, per intraprendere i corsi di canto. Ha una voce pazzesca, mi piace ascoltarlo e perdermi in ogni nota, e ammetto di invidiarlo a volte. Quando provai a cantare, il primo anno che mi iscrissi qui, lo stesso Harry mi disse "beh, insomma.. non fai proprio schifo, ma non ti chiamerei mai per cantarmi la ninna nanna"
Vabe, io ci ho provato.
-Dov'è la tua stanza?- mi chiede
-Proprio in questo piano-
-Grandioso, anche la mia. Vuoi che ti porti anche questa?- indica la mia valigia
-Oh nono, faccio io-
-Okay, ci si vede Johnson-
Mi saluta anche lui correndo nella sua stanza. Credo che anche quest'anno la condividerà con quel Tomlinson, famoso per i suoi continui richiami dal preside. Sistemo meglio la mia coda, fatta rapidamente, e anche io mi avvio verso la 154. Giro la chiave, ed un profumo di vaniglia mi invade, insieme al vapore acqueo disperso nella stanza. Vedo già delle valigie mezze sfatte sul letto vicino alla porta, e subito una figura slanciata mi appare dal bagno, avvolta da un semplice asciugamano.

-Oh santo cielo, credevo di essere sola in questa stanza!-
Urla sbrigandosi a sistemare i vestiti sparsi per l'Intera camera.
Io resto immobile. Mi ero già abituata all'idea di poter stare finalmente un anno sola in camera, dopo aver passato i due anni precedenti con una figlia dei fiori che non sapeva neanche cosa fossero acqua e sapone.
Chiudo la porta e butto il borsone per terra continuando ad osservarla.

-Quando sono arrivata qui non credevo certo di dover fare tutto da sola, non ce neanche un dannato ascensore, non sono mica una persona qualunque sai, sono la pronipote di Will Smith io!-borbotta lanciando in aria un reggiseno
-Davvero?-
-No, stavo fingendo. Ma era convincente? Credi mi prenderanno al casting?- dice girandosi verso di me e sgranando gli occhi. Io non riesco a trattenere le risate, bello come inizio.
-Senza ombra di dubbio. Fammi indovinare, corso di recitazione?-  chiedo, anche se so già la risposta. La cosa bella di questa scuola é che puoi trovarti di tutto,è sempre stato il mio sogno venire a studiare qui, da quando avevo 10 anni.
-Si, da cosa lo hai notato?-
-Dalla tua fantastica interpretazione-  Si, ehm forse devi lavorarci un po, ma è comunque fantastica.
-e da quei copioni buttati disordinatamente sulla scrivania-  aggiungo indicandole quell'ammasso di fogli.
-Oh, grazie. Comunque, io sono Sarah Payne, ~dice prendendomi la mano e stringendola~ non ho la più pallida idea di chi tu sia e tra 20 minuti ho i casting per il mio primo show dell'anno-
-Sono Isabelle Grace Johnson, ma chiamami solo Isa- dico ricambiando il gesto
-Che nome lungo e ambiguo- commenta.
Già, a scuola era il nome più lungo dell'elenco. Non è mica colpa mia se i miei genitori amavano questi nomi particolari, e poi, essendo l'ultima figlia di 4 maschi, non volevano certo risparmiarsi.
-E fammi indovinare..- riprende a parlare, distogliendomi dal ricordo dei miei fratelli chiamarmi "Gracelle" e lanciarmi in faccia il minestrone fatto con tanto amore da mia mamma. Stronzi già a 5 anni.
-Tu sei nel corso di danza classica- entenzia infine.
-Si,da cosa lo hai notato?-
Non so perché, ma per gli altri è come se avessi scritto in faccia "sono una ballerina". Mi ricordo all'età di 9 anni, quando chiesi ai miei di poter fare danza, la faccia sconvolta di mio padre e la sua frase "cosa? Non vuoi fare calcio come i tuoi fratelli?"
No, papà, no.
-Dalle scarpette rosa che escono dal tuo borsone-  riprende.
Ah, eh vabbè.
-Congratulazioni Einstein-commento, sorpassandola e buttando finalmente quel pesante borsone sul letto che mi è toccato quest'anno, vicino alla finestra.
Lei con molta grazia ritorna in bagno e accende il phon. Osservo la stanza: è piccola, ma di sicuro migliore di quella a casa mia. È colorata di arancione, il pavimento è in moquette, le due scrivanie sono piene di libri e penne. Adoro questo posto.
Velocemente mi cambio, indossando il mio vecchio body rosa. Mi posiziono davanti il piccolo specchio che ce in messo ai due letti: sono proprio strana.
Capelli castani e rigorosamente lisci. Lentiggini ovunque e due grandi occhi verdi. Non dò proprio l'aria di una ballerina classica, semmai di una cantante country. È forse la cosa che più mi da fastidio: troppo piccola, troppo timida, troppo impacciata per danzare di fronte ad un pubblico. È ciò che mi ha detto la mia insegnante di danza il primo giorno che mi presentai nella sua scuola. Nonostante io mi impegnassi a seguire le altre ragazze accanto a me, avevo troppa paura di fare il passo sbagliato, che avrebbe portato a sbagliare tutte.
Caccio via questo mio stupido pensiero e velocemente faccio un tuppo alto. Dal bagno esce Sarah, adesso è vestita con un jeans scuro e una maglietta morbida arancione. I suoi capelli sono color nocciola, e ha un adorabile frangietta, che a lei sta benissimo.
Più la guardo e più mi ricorda uno di quei dolci cupcakes alla vaniglia.
-È stato un piacere conoscerti Dirty Dancing, ma ho uno show che mi aspetta!- Dice prendendo i copioni e scomparendo da dietro la porta. Io finisco di allacciare le mie scarpette, quando bussano di nuovo.
Mi avvio frettolosamente sbruffando
-Che cosa ti sei scord..- mi blocco alla vista di quello che credevo essere Sarah. È in realtà un ragazzo con una maglietta nera e dei jeans strappati.
-Oh, ciao-
-Ciao,ce mia sorella?-
Mi chiedo per un attimo chi possa essere sua sorella, poi osservo i suoi tratti e realizzo che è spiccicato alla ragazza scappata poco prima.
-Sarah? È uscita poco fa-
-Potresti darle questo da parte mia? Era così presa da averlo messo per sbaglio nella mia borsa-
Mi dice dandomi in mano un libro abbastanza sostanzioso. "Come diventare una star"
-Certo-
-Comunque piacere, sono Liam.- mi dice, stringendomi anche lui la mano con un Po troppa forza. Sarà un vizio di famiglia.
-Isabelle.-
Mi presento, e dopo che lui se ne va rivolgendomi un occhiolino che basta per far diventare il mio viso di un altro colore, butto frettolosamente il libro sul suo letto e mi dirigo verso l'aula di danza.

-E un,due, e tre!..Signorina Johnson, sta sbagliando un altra volta!-
Ripeto di nuovo il passo, questa volta con più attenzione alle punte. Ma ce sempre qualcosa di sbagliato in ciò che faccio, una volta faccio la punta storta, una volta non ho il mento abbastanza alto. Schiena dritta, petto in fuori, spalle dentro,mento alto,delicatezza e raffinatezza. Eseguo gli ultimi passi di questa coreografia e finisco con un pliè, ringraziando la fine di quest'ora straziante con la nuova insegnante: Mrs White. L'anno scorso, al suo posto, c'era una donna dolcissima che non mi riprendeva ogni due secondi, come questa. Non credo riuscirò a sopportare un anno intero con questa figlia del demonio. Insieme alle altre compagne di corso mi dirigo verso gli spogliatoi, ma una mano mi afferra il polso.
-Signorina, è sicura di aver scelto il corso giusto per lei?- il demonio mi punta addosso quegli occhi neri aspettandosi una risposta come ovvia
-Certo che si-
-Se fossi in lei, ci ripenserei meglio signorina-
Io non ripenso a niente. So cosa sono e cosa voglio essere, non importa cosa mi diranno, non sarà certo una vecchia zitella a dirmi cosa devo fare. Poi ha anche le doppie punte.

Si beh non sapevo come finire il capitolo quindi apprezzate grazie.
E comunque LMAO scherzavo non riesco ad aspettare fino a Venerdì. E quindi boh niente, mio fratello è sulla mia pancia e credo di non avere più una milza ma #itsokaytobesadsometimes
BYE E TANTI FIGLI MASCHI

Rompo ancora le palle con
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Amnesia // Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora