Nuovi inizi

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Mi svegliai di soprassalto.
Girai la testa verso il grande orologio appeso alla mia parete.
06:27.
Bene. Avevo ancora tre minuti di sonno.
Appena riappoggiai il capo sul cuscino, sentii mia madre chiamarmi.
《Aryaaaaa!》
Addio ai tre minuti.
《Aryaa mi hai sentito?! Alza subito le chiappe da quel materasso o ti butto l'acqua gelata addosso!》 Minacciò lei.
《Ecco, ho capito, ho capito》
Mi preparai per andare a scuola molto lentamente. Ma proprio mooolto lentamente. Mi piaceva dare fastidio a mia madre, e mi da soddisfazioni tutt'ora. Che posso farci?
Quando scesi e andai in cucina per fare colazione, lei mi guardò con occhi carichi di irritazione.
《Ci vuole mezzora per infilarsi un pantalone e una maglietta?》 Chiese.
《Credevo fosse sabato》 risposi ironica.
《Certo, fai la spiritosa, continua prego. Muoviti che è meglio》
Il latte non mi piace, perciò bevvi un bicchiere di Tè freddo e due biscotti. Dopodichè presi il mio zaino e uscii di casa.
Io e mia madre entrammo in macchina e partimmo diretti alla scuola dove lei lavorava e io studiavo. Frequentavo un liceo artistico. Ma non "artistico" per sola arte, "artistico" comprendeva l'arte, la musica, la letteratura, il teatro, e tutto quello che poteva considerarsi una forma d'arte.
La campanella suonò e in classe trovai solo la metà della mia classe. Non ero e non sono una tipa molto socievole, faccio fatica a fare amicizia, perciò mi ritengo fortunata del fatto che facevo parte di un bel gruppo di amici, a scuola. C'ero io, Emma, Ginevra, Elisabetta, Flavia e poi c'erano Lucas e Alessandro.
Loro erano i miei migliori amici e senza mi sentivo sperduta. Ci consideravamo una grande famiglia.
《Giorno!》 Li salutai uno ad uno, con conseguente risposta.
《Chi mi fa copiare i compiti di Mate?》 Domandò Flavia.
《Non io, ieri non mi andava di farli. Dirò che mi sono scordata il quaderno》 risposi.
《Ma come cavolo fai ad avere 9?》 Mi chiese Elisabetta.
《Me lo chiedo anch'io》
Ovviamente la scusa funzionò dato che la prof era una vecchietta gentile e premurosa e non se la sentiva mai di mettere un due a qualcuno.
《Però la prossima volta mi porti sia quelli per quel giorno, sia quelli di oggi. Okay?》 Concluse e io annuii.
Ceeerto. Sarà proprio quello che farò, pensai sarcastica.
Nell'ora di Educazione Fisica mentre gli altri giocavano a calcio o a pallavolo, io mi ritrovai sulle scalimate del giardino, difronte al campo da calcio, seduta affianco a Lucas, che mi ripeteva la lezione sulla Belle epoque, nel quale doveva essere interrogato.
《In quel periodo nacque anche.... Ehi! Arya? Ci sei? Mi stai ascoltando?》
《Eh? Oh si, si, certo. Vai, continua pure》 risposi presa alla sprovvista.
《No, non mi stavi ascoltando. A meno che, per ascoltare tu non intenda fissare Federico con occhi sognanti》 disse ironico.
Era proprio quello che stavo facendo. Era così bello, così intelligente, atletico, simpatico, e poi, i suoi occhi! E quelle lentiggini! Come si poteva resistergli?
《Ok, ok è vero lo ammetto. Ma non posso farci niente, mi piace un sacco, lo sai. Anzi lo sanno tutti, e non capisco come faccia a non capirlo anche lui!》 Risposi sulla difensiva.
《Va bene, ho capito. È inutile continuare a parlare, tanto tu non mi senti. Andiamo dentro, tanto sono pronto》
Tutti i miei amici sapevano che ero innamorata di Federico Leucci dall'esatto momento in cui aveva messo piede in questa scuola.
Tutti tranne Alessandro.
A lui avevo preferito non dire nulla poichè avevo sempre avuto sospetti di piacergli e nel caso fosse così, non volevo rischiare di ferirlo. Era uno dei miei migliori amici.
Quando tornai a casa, vi trovai mio padre, appena tornato dal lavoro, e i miei fratelli.
Faccio parte di una famiglia numerosa. Siamo sette figli(4 femmine e 3 maschi) e mia sorella maggiore ha due figlie.
Mia madre era dovuta rimanere a lavoro per fare un'ora extra, così ero tornata da sola.
《Ciao Arya, come è andata la giornata?》 Chiese mio padre.
《Tutto bene》
Mio padre lavora alla posta e per fortuna ha quasi sempre turni mattinieri.
Quando tornò anche la mamma, i nostri genitori ci riunirono tutti in salone, dicendo di doverci informare di qualcosa di molto importante.
《Ragazzi, vi ricordate Diana? La mia amica di infanzia, quella che abita a Londra》 chiese la mamma.
Nessuno però, sembrò capire.
《Quella che vi spedisce sempre i regali a natale》 specificò, e in quel momento tutti quanti esclamarono:
《Ahhhhhh lei!》
《Beh, lei ha un figlio e, dato che lui vuole finire gli studi qui in Italia, non ha un posto dove andare. Così, io e vostro padre abbiamo deciso di ospitarlo a casa nostra per un pò...》
I commenti piovvero a una velocità impressionante.
《Cosa? No!》
《Ma perchè?》
《E dove si metterà?》
《Quando arriva?》
《Non vogliamo, siamo già troppi!》
Ma mio padre si affrettò a zittirci.
《Tanto siamo noi a decidere, non cambieremo idea, il discorso è chiuso, volevamo solo comunicarvelo. E poi Diana ha fatto tantissimo per noi quando non avevamo soldi, vi ricordate? Non possiamo abbandonarla ora, nel momento del bisogno》
《Starà in stanza con Theo, dato che la sua camera è abbastanza grande per starci in due. Arriverà domani, siate gentili con lui》 continuò la mamma.
《No mamma dai, perchè proprio con me deve stare?!》 Iniziò a obbiettare Theo, mio fratello, che aveva un anno meno di me, quindi quasi 16.
《Il discorso è chiuso》 concluse papà. Poi sia lui che mamma se ne andarono.
A me non importava più di tanto. L'importante è che chiunque fosse arrivato, non mi disturbasse.
Il giorno dopo, a scuola, dissi tutto ai miei amici e loro ne rimasero sconvolti, ma anche eccitati. Vollero saperne di più e mi dissero che appena ne avessi avuto notizie, avrei dovuto condividerle con loro.
Quando tornai a casa, i miei erano andati a prendere il tizio misterioso all'aereoporto e noi fummo costretti a radunarci all'ingresso per accogliere calorosamente il nuovo arrivato.
Quando la porta di casa si aprì, subito entrarono mia madre e mio padre con due grosse valigie in mano, e infine un ragazzo.
Era molto alto, e muscoloso, davvero tanto. Le spalle larghe lo facevano somigliare a un giocatore di rugby. Aveva due grandi occhi azzurri e i capelli corti di un colore castano chiaro, quasi sul biondo. Gli zigomi erano alti e accentuati.
Era davvero un bel ragazzo, non si poteva negare.
La casa esplose in un "Benvenuto!" generale e lui si presentò uno ad uno ad ogni membro della famiglia.
Quando si avvicinò a me, allungò la mano destra e io gli e la strinsi, salutandolo.
《Ciao, io sono Logan. E tu?》 Si presentò.
Aveva uno strano accento inglese ma sapeva parlare perfettamente l'italiano.
《Arya. Molto piacere》
A cena, tutti gli facevano mille domande e lui rispondeva cortesemente ad ognuna di esse.
《E quanti anni hai?》 Chiese poi mia nipote, Anna, la più piccola.
《17. Ne compio 18 fra qualche mese》
Quell'informazione destò in me, non poca curiosità.
《Scusa Logan, adesso che sei qui, dove andrai a studiare?》
《All'accademia d'arte, la scuola dove lavora Maria》 rispose, riferendosi a mia madre.
《Non so se lo sai, ma è anche la scuola dove vado io》lo informai.
《Si, Arya, a proposito di questo, Logan verrà nella tua stessa classe. Non sei contenta?》 Mi disse mia madre, con un sorriso.
Non so il perchè, ma in quel momento non mi sentii affatto felice.
Il giorno dopo a scuola, durante la terza ora, bussarono alla porta e la preside entrò, seguita dal ragazzo.
《Buongiorno a tutti, ragazzi. Vi presento Logan Firelli. Sarà un vostro nuovo compagno da adesso in poi. Trattatelo bene eh》lo presentò lei.
Io mi girai verso Emma, dicendole:
《È lui》
E lei dapprima fece una faccia scioccata, poi fece passa parola con gli altri.
Tutti i miei amici guardavano me e poi lui, interessati, e infine Elisabetta si affacciò dal suo banco e mi disse bisbigliando:
《È carino!》






ZONA AUTORE:
Hola!
So che come inizio è abbastanza noioso ma dovevo assolutamente iniziare in questo modo per far capire delle cose in futuro. Spero che vi piaccia, anche se per ora non è un granchè, e se vi piace spero che continuerete a leggerlo. È la prima volta che scrivo su Wattpad, quindi se volete darmi consigli o se avete domande o qualcosa da dire sulla storia, scrivetemelo nei commenti.
Scriverò il continuo al più presto.
Ciaooooo

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