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Erano le sette del pomeriggio quando Calum decise di uscire di casa, nonostante stesse piovendo.
Stava cominciando a farsi buio ma lui decise lo stesso di fare una passeggiata.
Prese l'ombrello e camminò per un bel po', guardando i suoi piedi che appoggiandosi sull'asfalto dopo ogni passo facevano schizzare l'acqua.
Oltre il rumore degli schizzi, Calum sentiva solamente il rumore della pioggia.
Nient'altro. Non una macchina e nemmeno una singola persona in giro.
E questo lo faceva sentire in un certo senso sereno.
Camminó con una mano nella tasca e l'altra intenta a reggere l'ombrello per una strada, deciso a fermarsi in un bar per prendere qualcosa.
Ma quello che vide durante il suo percorso lo spiazzò.
Da solo, seduto sulla soglia del marciapiede e con una chitarra accanto c'era un ragazzo seduto e con la testa china.
Non esitò ad avvicinarsi a lui e sentí che stava piangendo.
"Luke" pronunciò il suo nome avvicinandosi e abbassandosi al suo livello, cosí da coprire col suo ombrello entrambi.
Il biondo alzò la testa e appena vide Calum cercò di asciugarsi le lacrime in fretta.
"Che succede?" Gli chiese il moro, poggiando una mano sulla sua spalla e stringendola amichevolmente.
"Nulla." Rispose tirando su col naso e voltando il capo per ignorare lo sguardo di Calum.
"Davvero, che succede? Puoi dirmi, se ti va."
Luke gli rivolse un sorriso che non apparteneva al Luke che aveva conosciuto, un sorriso spento.
"Lascia stare. Ti aspettavo oggi." Disse, dopo aver smesso di piangere ed essersi schiarito la gola.
"Ho avuto un po' da fare. Che fai, vuoi restare cosí? Perchè non vai a casa a farti una doccia?"
Luke scosse il capo.
"No, non voglio tornare a casa. Non mi va, voglio stare qui, sotto la pioggia."
"Ma che stai dicendo? Ti beccherai qualcosa."
Luke, in tutta risposta alzò le spalle.
"Okay." Disse Calum.
Chiuse il suo ombrello, cominciando subito a bagnarsi.
Si spostò e prese posto accanto a Luke.
"Ma che fai?" Gli chiese il ragazzo che in quel momento aveva osservato i suoi movimenti.
"Quello che fai tu." Gli sorrise Calum.

Restarono in silenzio per un po', sotto la pioggia.

"Odio essere cosí." Pronunciò Luke, con lo sguardo rivolto verso il basso.
"Cosí come?" Chiese il moro. "Cosí alto? Cosí bello? Cosí biondo? Ah, anzi no. I tuoi capelli stanno diventando un po' castani, non trovi?" Disse scherzosamente, affondando una mano nei capelli di Luke, che bagnati erano diventati un po' ricci.
Il ragazzo, sentendo pronunciare quelle parole si lasciò sfuggire un piccolo sorriso e guardò Calum.
"No." Disse in tono triste. "Cosí stupido. Odio essere cosí stupido, debole e fragile. Sono cosí sensibile, e lo odio! Mi odio fottutamente." Questa volta il suo tono era aggressivo, e Calum poteva notare quanto quel ragazzo fosse arrabbiato con se stesso.
"Sai, tempo fa il mio ragazzo mi ha lasciato. E non riesco ad andare avanti, cazzo. Sono immensamente triste e arrabbiato con me stesso. Certe volte accadevano delle cose, e io pensavo che stessi riuscendo a non pensarci più, ma non era cosí. Non riesco ad andare avanti e sto male, sembro una ragazzina che sta affrontando la sua fase adolescenziale e il suo primo amore. Ma no, sono un ragazzo. Non posso reagire cosí."
"Quindi sei gay?" Chiese Calum innocentemente,
"Mi prendi per il culo?" Urlò Luke scattando in piedi e rivolgendo uno sguardo arrabbiato a Calum.
Anche il moro si alzò all'impiedi e si avvicinò a Luke.
"Calmati." Disse. "Stavo scherzando. Ascolta, non puoi pensare di essere 'un'adolescente alle prese con il suo primo amore'.  Chiunque può soffrire per amore, e non c'è un'età per farlo, e neanche il sesso. Non importa se tu sia maschio o femmina, se tu abbia 14 o 50 anni. Se qualcuno che ami ti ha ferito, non te lo scordi facilmente. Perchè ti dai colpe che non dovresti attribuirti? Non c'è nulla di male nell'essere tristi ogni tanto. Non sei stupido. E non capisco cosa ci sia di male nell'essere sensibili. Sei fottutamente umano, Luke. Tutti soffriamo. Pensi che i pezzi di merda che ci sono in giro siano soltanto dei pezzi di merda? Anche loro hanno le loro schifose croci da portare. Tantissimi motivi possono creare sofferenza, dalle cose più banali a quelle più brutte in assoluto. Perchè ti fai questi problemi? Non c'è nessun valido motivo per cui tu ti debba odiare, capito? E se ti senti solo, o stupido o quel che cazzo vuoi. Ricorda, ci sono io. Magari smettiamola di vederci soltanto in quel cazzo di parco, eh?
Magari, impariamoci a conoscere sul serio.
E intendo davanti ad un caffè o una birra, non sotto la pioggia."

Luke rimase stupito, e in men che non si dica le lacrime riapparvero a scendergli dagli occhi e a confondersi con la pioggia.
Dopotutto Calum aveva ragione.
Si fiondò su di lui abbracciandolo e affondò la sua testa nell'incavo del suo collo.
Gli sussurrò un "Grazie", e Calum semplicemente sorrise, stringendolo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 17, 2016 ⏰

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