Tornata a casa esco con lo skate e lo zaino in spalla.
Inizio a vagare per le strade, le cuffiette all'orecchio per ascoltare la musica e pensieri che non mi lasciano tranquilla un secondo.
Saluto i passanti, tutti vecchi amici dei miei e ragazzi della mia, ormai ,ex scuola, se solo sapessero cosa gli nasconde il mondo ai loro occhi.Arrivo al lago ghiacciato, chiamato così per la sua acqua perennemente ghiacciata e ammiro quello che mi circonda, mi siedo sull'erbetta appena umida e cerco nello zaino il pacchetto di sigarette è tanto che non fumo, ne prendo una poggiandola sulle labbra e l'accendo.
Quanto mi è mancata questa sensazione...sentire il fumo che ti entra nei polmoni consumandoli piano piano ma riuscendo a dare piacere, il raschiamento nella gola, per poi vedere quello che ti uccide uscire in una piccola nube bianca, quella nube bianca in cui mi ci incanto, ammiro ogni piccola sfumatura è come riuscirci a vedere il mio passato passarmi davanti in una volta sola e mi ricorda il mio presente forse ancora più incasinato.
Guardo il lagho e mi viene in mente una cosa.
Mi metto in piedi e a tutta velocità con lo skate vado alla vecchia baita.
-Alaska, che piacere vederti dopo tutto questo tempo!- la signora sulla cinquantina, Amanda, mi avvolge in un caloroso abbraccio.
-Amanda! - ricambio io.
-Solito?- chiede e io annuisco.
Per anni venivo qui prendevo i pattini e andavo a pattinare al lagho.
Da sotto il bancone prende una scatola con dentro i miei cari pattini color verde acqua con dei disegni tribali nei lati.
-Grazie.- le dico dandole un caloroso abbraccio, prendo la scatola ed esco, ma vengo fermata dalla sua presa sulla mia mano.
-Tieni Laska, piccolo regalo.- mi sorride dolcemente.
-Non posso accettarlo...- rispondo, sembra davvero tanto di valore, il bracciale.
È una catena lavorata sicuramente a mano, con quattro piccoli pendini bianchi e uno al centro più grande dei altri, un cristallo effetto auro boreale davvero particolare a forma di fiocco di neve.
-Si che puoi, devi piccola.- ritorna alla sua postazione dietro il bancone mentre io rimango a fissare il bracciale.
-Allora...ciao. Grazie del ragalo.- lei di risposta mi manda un bacio volante mentre io esco.
Riprendo lo skate sotto i piedi e torno al lagho.
Indosso i pattini e con calma li poggio uno alla volta sulla lastra.
Inizio a darmi delle piccole spinte fino a poi prendere sempre più velocità e riuscire a fare anche delle piccole giravolte su me stessa.
Allargo le braccia e mi godo il vento.
Che bella sensazione, in qualche modo mi fa sentire bene.
"Alaska." Un sussurro ha fatto sì che la mia mente ritornare alla realtà, mi giro su me stessa con l'intento di capire chi fosse, ma è tutto vuoto ci sono semplicemente io.
Continuo a pattinare, magari è solo la mia immaginazione.
"Laska!" Adesso la voce è più forte, già sentita.
"Davvero ? Non ti facevo stupida!" Linda, Sisi è lei.
-Cosa succede?- Chi mi guardasse ora mi prenderebbe per una completa pazza.
"Che parli da sola? Parla con il pensiero. Sei pronta per un viaggio?" Aggrotto la fronte non capendo di quale viaggio stia parlando.
"Bho...si..ma" un rumore strano si presenta al di sotto i miei piedi, guardo e come immaginavo il ghiaccio si sta crepando, con fretta cerco di raggiungere la riva pattinando più velocemente possibile, ma cado nell'intento, provo a rialzarmi e all'improvviso il ghiaccio si rompe sotto di me preparandomi all'impatto con l'acqua ghiacciata, chiudo gli occhi e mi rannicchio su me stessa.
sto precipitando.
Apro gli occhi di scatto e sotto di me si presenta il vuoto assoluto in cui sto precipitando, guardo in su e il lagho si è di nuovo chiuso.
Questa volta finisce tutto per davvero.
Lo vedo, vedo il fondo.
Le pareti attorno a me si presentano tutte ghiacciate, piene di cristalli di ogni colore lo stesso per il fondo.
Mi godo questo scenario, pronta, questa volta, ha un impatto ben peggiore a del semplice acqua gelata.
Si avvicina tutto così rapidamente a me...
Chiudo gli occhi e mi lascio andare per gli ultimi metri rimanenti.Sto sprofondato nell'acqua, tocco il fondo con i piedi e riemergo.
Guardo in su da dove sono arrivata e riesco a vedere il lagho.
Esco dal laghetto in cui sono caduta e mi siedo sulla riva, i vestiti si sono appiccicati al corpo così anche per i capelli.
Tolgo i pattini e mi metto in piedi, osservo i cristalli colorati che riflettono nel lagho rendendolo luminoso e colorato.
La mia attenzione si concentra in un punto dove arriva della luce, sembra una lunga galleria.
Cammino verso essa con in mano i pattini e i piedi scalzi.
Dentro quel tunnel l'aria è fredda, istantaneamente avvolgo le braccia attorno al busto, i pattini picchiettano sul mio fianco destro ad ogni mio passo e la luce piano piano si affievololisce più mi avvicino, arrivo fuori da li e metto le mani davanti gli occhi per abituarmi, le tolgo e rimango a bocca aperta il paesaggio è meraviglioso quasi surreale, una lunga cascata alla mia destra procura un forte ma dolce suono seguito da quelli degli uccelli, alla fine di esse vi sorge un lagho per poi diraparsi in ruscelli che si imbattono nella fitta boscaglia verde, le rocce completamente ricoperte di quei cristalli colorati.
Osservo meglio e solo ora mi rendo conto di essere a più di 20 metri d'altitudine, faccio qualche passo indietro per lo spavento e i brividi nel corpo, cerco un modo per scendere ma non ne trovo, ne a destra né a sinistra e non so cosa fare, se torno nella caverna non posso fare niente e qua l'unico modo sarebbe saltare, non molto carino...direi.
Pensa Alaska, pensa.
Passo l'indice e il medio sulle tempie, mi sento in meditazione, scoppio in una risata solitaria, un po per i pensieri che faccio un po per il nervoso.
Giro ancora una volta il mio sguardo e poi mi aggorco di piccole scalette in pietra che scendono, senza pensarci troppo mi incammino, neanche sicura di quello che faccio,potrebbe essere un stupido sogno e spero sia così.
Terminate le scale c'è uno stretto sentiero tutto derbetta, proseguo per quella strada sentendo il terreno bagnato a causa dei piedi scalzi.
Mi sento osservata, magari è solo una sensazione, Come quando sei per strada e ti senti degli occhi scrutarmi, ecco la stessa cosa, ma attorno a me c'è solo boscaglia.
-c'è qualcuno? - mi esce come un sussurro non nego di avere un po d'ansia mi fermo e nello stesso istante un fruscio d'alberi viene dalla mia sinistra, mi volto e niente.
- c'è qualcuno? - sta volta alzo un po la voce è da dietro un cespuglio ne esce una ragazza, poco pi alta di me snella ma con le sue curve, capelli lunghi biondi con qualche ciocca fucsia e occhi color mare.
- Non volevo spaventarti, ma è tanto che una umana non viene qua...- dice di mi da avvicinandosi.
-Umana? Perché te cosa sei? Dove mi trovo?- La voce trema e la confusione rende la testa pesante.
-Ehm...si ecco, io sono una fata.- Mette una ciocca dietro all'orecchio.
Scoppio a ridere convincendomi una volta per tutte che sia un sogno, uno stupido sogno da qui vorrei svegliarmi, smetto di ridere quando dalla sua schiena spuntano due bellissime ali cristallizzate e con colori dell'arcobaleno.
- Deve mi trovo? - Chiedo ancora volendo una risposta ben precisa.
- sei a fairylight, il mondo magico delle fate.- Risponde questa volta sicura - io sono Melody e te?- Metto un po più di tempo a rispondere, prendo un bel respiro e cerco di calmarmi.
- Alaska - allungo la mano e lei ricambia.
- sarai un bel po confusa, immagino...tanto che ti porto dal palazzo reale potrei darti delle spiegazioni o almeno ci provo.- Annuisco incapace di rispondere e lei inizia a parlare mentre ci incamminiamo.
- Sarai arrivata dal pozzo magico, quel luogo è sacro, l'acqua al suo interno viene presa dalle prime lacrime di un neonato appena nasce e per noi sono di vitale importanza per vivere. Ormai questo posto non è come prima da quando gli umani non credono in noi stiamo diminuendo e ogni giorno caliamo di numero. I cristalli che trovi in giro donano vita al luogo." Il bosco finisce e si apre in un grande pratone per poi davanti agli occhi si rappresenta un castello fatto a strati di ghiaccio, così sembra e cristalli in cima a cinque punte.-Da dove nate?- le porgo stupidamente. - dai sentimenti dei bambini; se questi durante i nove mesi di gravidanza,non hanno subito sofferenze anche indirette nasce una fata bianca o colorata, come me e quelli di fairylight...- spiega. - se invece patisce durante quei nove mesi nasce una fata nera nasce una fata nera, del nostro mondo opposto , fairydark.- finisce, il portone del castello si apre di punto in bianco e Melody mi fa spazio ad entrare e lei mi segue.
L'interno è favoloso, meglio dei castelli delle principesse Disney.
-Wow- dico sussurrato e girando mi attorno -è possibile avere una casa come questa?- Chiedo stupidamente.
La fata ride alla mia domanda - se proprio la desideri posso fare qualcosa- annuisce e poi mi viene in mente quella casa nel bosco...gliene parlerò più tardi.Bussa a una porta e risponde un voce femminile di entrare, apre e mi pare un ufficio, ma non come quelli del comune o che ne so, i medici...questo è molto più ampio, colorato, con poltrone, un lungo tavolo, libreria e sedie.
- buongiorno Melody a cosa devo la tua visita.- A tutta risposta si scansa facendo in modo che mi veda e la sua reazione un po mi sorprende, rimane a bocca aperta per qualche secondo e poi le scappa una piccola lacrima che si trasforma in cristallo.
- Non ci credo...vieni accomodati, fai come se fosse casa tua.- Sì avvicina e mi fa sedere in una poltrona - desideri qualcosa?- Chiede premurosa, sembra una mamma. - No, la ringrazio.- Le faccio un sorriso. -Dammi del tu, non del lei, mi fai sentire più vecchia di quello che sono- ci mettiamo tutte e tre a ridere.
-Come sei riuscita a venire qua?--stavo semplicemente pattinando, quando ho sentito linda parlarmi nel pensiero e mi ha chiesto se fossi pronta per un lungo viaggio...non mi ha dato tempo di rispondere che sono precipitata giù a raffica, convinta di morire e invece ora sono qua con delle fate, sbolorditivo non credete?-
-Conosci Linda?- Chiede Melody.
-bhe..si ma non di persona, mi ha fatto visita in qualche sogno e ha volte mi parlava nel pensiero.-dico.
-allora è ancora viva...chissà dove si trova sono anni che non ci fa più visita.- Dice la signora -ah giusto sono la regina Dasha e tu sei? - dice e domanda sempre con quel sorriso amorevole.
-Alaska- sta per stringerti la mano, ma la ritrae subito, mi scruta e poi dice -ora capisco di che viaggio parlasse linda...- corrugo la fronte non riuscendo a capire di che parli e notando la mia espressione inizia a spiegare. - Te sei l'ibrido...il viaggio di cui parla linda è quello che stai affrontando e che affronterai, servirà in un futuro quando arriverà la guerra, perché prima o poi i vampiri la dichiareranno e non saranno soli, come d'altronde te.
Capirai alla fine di questo viaggio e te soltanto potrai decidere cosa fare.-
Annuisco e penso un attimo al suo discorso.
-Chi ci sarà oltre i vampiri?- Chiedo un po agitata.
-tutte le creature oscure, sarà una guerra luce contro tenebre.--Ma i demoni sono dalla nostra parte...- dico incerta.
-piccola, i demoni sono persone inaffidabili, può succedere anche una piccola cosa che cambiano idea e vi si ritorceranno contro.-
- Sai dov'è linda?- Chiede la fata.
-È stata catturata dai vampiri, dicono sia fondamentale per loro, ma non procuratevi abbiamo un piano per salvarla.- Dico.
-Cos..-blocco prima che continui e mi alzo di scatto ricordando.
- ecco, sono una sciocca tanto concentrata a questo posto che mi sono dimenticata, devo andare scusate ma sta sera dobbiamo salvare linda e non posso non esserci, come faccio ad uscire di qua?- Chiedo agitata.
-Alaska devi continuare il tuo viaggio...- dice la regina.
-ma quale viaggio, ho promesso a linda che l'avrei salvata e lo farò.-
Guarda il mio polso e sorride per poi dice -questo era solo l'inizio del tuo viaggio, una altra deve essere ancora versata una volta...- sussurra delle altre parole e mi scaglia contro una luce potentissima, vedo che entrambe mi salutano e io precipito ancora una volta, cadendo in un sonno profondo.Devo essere sincera, scrivere mi è mancato molto, ma con il fatto che mia mamma è incinta devo starle dietro e aiutarla e adesso lavoro dal martedì al sabato...vorrei avere più tempo da dedicare al libro, ma pultroppo mi è difficile.
-alaska
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Oltre L'apparenza,oltre Lo Sguardo.
ParanormalAlaska,vive in una casetta in mezzo al nulla,nelle campagne dell'Olanda. I suoi genitori sono morti durante un viaggio di lavoro,un incidente stradale,con lei vive suo fratello maggiore. A scuola conoscerà un ragazzo,misterioso,ma cerca di starci al...