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"Ho uno strano dolore allo stomaco" avevo esordito un giorno.

Un dolore lancinante me lo tagliava a metà.

La fame era diminuita magicamente ancora di più.

Mangiavo solo 2 maccheroni e non riuscivo nemmeno a bere.
Oltre che anoressica, mi stavo anche disidratando.

"Se non fosse per i dolori questa cosa è magnifica, mangio quasi zero!" pensavo.

La bilancia segnava 48 kg. -2 kg in una settimana. Fantastico.

Fantastico si, se non fosse per il fatto che le mie forze scomparirono del tutto rendendomi quasi un vegetale; non riuscivo a dormire, a camminare, a parlare, a fare nulla.
Occhiaie viola mi circondavano gli occhi, il fiatone anche per due parole messe in croce, i capelli brutti e crespi, il ciclo scomparso del tutto, le ossa così appuntite contro la pelle da sembrare chiodi pronti a lacerare.

"E' ora di guarire. Devo andare dal dottore, non posso continuare così, questo dolore non mi lascia in pace, anzi, sta solo peggiorando e rendendo più difficile le cose." mi ero finalmente detta un giorno, in un momento di lucidità, mentre mi stringevo tra le braccia lo stomaco dolorante.

"Gastrite cronica e principio di anoressia." mi aveva diagnosticato l'omone davanti a me.
"Per la gastrite ci sono le medicine, per l'anoressia no. E' solo un principio, puoi farcela ancora da sola senza ricorrere già a metodi pesanti. Per favore, non ridurre la tua vita ad un ammasso di ossa, non lasciare che la malattia ti divori." aveva sentenziato cercando di farmi ragionare e capire che tutto era cominciato da un mio pensiero sbagliato. Che bastava capirlo per tornare sulla retta via.

Annuii senza aggiungere altro.

La gastrite, che mi era venuta per lo stress, l'ansia e il nervoso, effettivamente passava di giorno in giorno grazie a diverse medicine, e con tanta forza di volontà ritornai da 48 kg a 50 kg.

Poi 51 kg.

Poi 52 kg.

Urlai alla vista dell'ultimo numero.

"Non posso permettermi di tornare grassa. Guarda di nuovo che faccia, e che fianchi, e che gambe!" avevo detto davanti allo specchio che ai miei occhi proiettava una ragazza enorme che però vedevo solo io.

Il circolo vizioso si era rimesso in moto, e nella mia mente questa idea ricominciò a premere e prevalere su qualsiasi cosa.
Le voci nella mia testa tornarono più forti e agguerrite di prima.
Il cibo che durante la guarigione della gastrite mi era stato accanto senza troppi problemi, ora era tornato ad essere il mio peggior nemico.
La cyclette, sempre più presente nelle mie giornate, aveva cominciato ad apparire anche in pubblico: non mi importava se un mio amico, o un mio parente, venivano a trovarmi, io dovevo continuare ad allenarmi anche davanti a loro.

"Forse dovrei cominciare a valutare l'idea di mangiare e vomitare." avevo addirittura sentenziato un giorno, tanto ero sfinita da quei chili che non ne volevano saper niente di andare via.
Ero pronta a tutto. Anche a questo.
Non mi importava delle conseguenze.
Volevo solo vedere l'ago della bilancia scendere sempre più giù.
Non me ne fregava nulla che l'anoressia e il suo concetto mi stessero mangiando anima, corpo, vita e soprattutto mente.
Ne ero perfettamente consapevole, ma avevo la testa troppo offuscata per ammetterlo a me stessa.
Dovevo perdere quei chili, e nulla mi avrebbe più fermato; dovevo dimagrire quasi fino a scomparire.

Fino quasi a scomparire.//AnoressiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora