E siamo finalmente all'ultimo capitolo! Emozionati? Io un po' :S
Ci vediamo alla fine, buona lettura ♥
Per un attimo perdo il fiato davanti alla sagoma scura di qualcuno decisamente più alto di Jinhwan. L'istinto mi dice di urlare perché, dopo una vasta cultura di film horror, questa persona che sicuramente non è il mio amico potrebbe essere armata e approfittare del buio della stanza per mettermi a tacere. Quello che in realtà faccio, però, è afferrare il primo oggetto che mi capita a tiro e usarlo come difesa.
«Non provare a muoverti, sono armata della volontà di continuare a vivere!» e fendo l'oggetto ancora misterioso nel buio davanti a me.
«Sei impazzita?» resto stranita dal suono familiare dell'ultima persona a cui vorrei appartenesse questa voce e abbasso l'arma per accendere la luce nello sbigottimento che la situazione ha provocato in me.
«Junhoe, che cosa ci fai qui a quest'ora? E dov'è Jinhwan?»
La luce inizia a diffondersi fastidiosamente luminosa per la stanza e sono costretta a socchiudere gli occhi per non restarne troppo accecata. E' vestito come sempre di nero e penso, senza potermi controllare, che adoro il fatto che i suoi capelli siano rimasti scuri.
Fa un passo insicuro in casa e si guarda intorno per poi grattarsi la nuca come ogni volta quando si trova in una situazione per lui scomoda.
«Non è qui, ho usato la registrazione di una vecchia chiamata»
«Ma allora le registrazioni sono una fissazione» dico ironica, mantenendo un tono distaccato e che non rasenta minimamente la volontà di essere amichevole.
«Se fossi venuto qui come me, mi avresti aperto?» chiede allora, alzando le mani all'evidente inesistenza di un'altra soluzione.
Al di là di tutto, non capisco cosa lui faccia qui, soprattutto a questa tarda ora. Se proprio aveva necessità di parlarmi, non poteva aspettare che arrivasse il giorno? Non me ne vado mica di nuovo in Giappone.
«Sicuramente non lo avrei fatto e per motivi legittimissimi. Piuttosto, che vuoi da me?»
Junhoe non sembra ascoltarmi davvero perché troppo impegnato ad osservare il mio look, un pigiama verde con l'unico scopo di tenermi al caldo e non ad accogliere persone indesiderate nel bel mezzo della notte.
«Smettila di fissarmi così, non aspettavo visite» mi abbraccio con le mani in imbarazzo per questa mise forse inadeguata.
Junhoe scuote la testa e distoglie lo sguardo per curiosare in casa mia, o almeno di quello che ancora è rimasto fuori.
«Non fa niente, sei carina»
La mia mente vorrebbe lasciare libera la lingua di formulare qualche commento tagliente e probabilmente offensivo, adatto ad esprimere come io mi senta adesso nei confronti del ragazzo che ho di fronte; ma il corpo, totalmente sintonizzato su una frequenza diversa, lascia che un rossore si formi sulle mie goti, costringendomi a girarmi di spalle e fingere di sistemare alcuni oggetti di arredo che lascerò qui per mancanza di spazio, inutilmente.
Le mie orecchie restano però vigili e assegnano una posizione nella casa a Junhoe in base al rumore dei suoi passi. Ad un certo punto i suoi piedi si fermano e so, anche senza avere conferme esterne, che si trova esattamente dietro di me, in attesa che qualcosa accada. Prima che possa prendere la parola per rifilarmi l'ennesima immensa illusione, mi volto per avere un faccia a faccia, ma la vicinanza mi lega la lingua un'altra volta, facendo vincere il corpo sulla mente. E' come un dejà-vù di una situazione già avvenuta tempo fa, prima del Giappone, quando Junhoe credeva che non avremmo più lavorato insieme. Solo che, penso, in quel momento sentivo di odiarlo per ragioni decisamente diverse e senza troppe implicazioni emotive di rilevante importanza.
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Egocentric (jun)Hoe
Fanfic«Devi dire che sono il tuo preferito o vado da Yun» Spalanco la bocca alla sua richiesta, esterrefatta dall'assurdità della questione, ma nell'esatto istante in cui provo a contestarlo, muove un dito verso il pulsante dell'ascensore. [...] «E va ben...