Capitolo 9

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CANZONE DEL CAPITOLO :
ALL OF ME (JOHN LEGEND)

Mi risvegliai su un lettino d'ospedale, con una flebo al braccio e la testa che girava come una trottola:

-finalmente è sveglia!- sentii dire mia madre.

-che mi è successo?-

- Ci hanno chiamato Alice e Aurora dicendoci che eri in ospedale-

-come sta Edoardo?-

-lui sta bene, non ha niente-

-gli altri? Tutti bene?-

-non tutti...-

-chi non sta bene mamma-

-Francesco-

-che ha?-

Mamma abbassò lo sguardo e papà anche.

Vidi passarmi davanti agli occhi tutti i momenti migliori passati con lui, ed anche quelli peggiori:

-cos'ha Francesco. Cos'ha il mio Framy-

-Anna... Francesco è in coma-

-devo vederlo- provai ad alzarmi ma lei mi fermò.

-non puoi -

-devo!! Lui è il mio migliore amico!!-

-Anna. Non puoi. Guarda come stai!! -

-quando uscirò da qui?-

- Tra poche ore..-

-ma che ora è?-

-sono le 11:25 del mattino e dopo pranzo potrai tornare a casa-

-okay perfetto-

Il tempo sembrò non passar mai, dovetti anche mangiare una minestra schifosa che...poi rigettai subito.
Ma dettagli:

-tra quanto posso uscire?- chiesi all'infermiere.

-tra 20 minuti sarà pronta ad uscire- mi levò la flebo e mi mise un cerotto.

Notai poi sul tavolino di fronte al mio letto dei panni, così andai in bagno e mi cambiai.

-posso andar via? -

-prima deve andare a firmare un paio di fogli-

-certo certo-

Presi l'ascensore e scesi al piano terra, mi avvicinai ad una donna sulla cinquantina d'anni e gli chiesi informazioni:

-scusi ieri sono stata ricoverata qui, ma hanno visto che non ho nulla e sono semplicemente caduta, quindi hanno detto che sarei potuta uscire. Dove devo andare per firmare? -

-qui-

-ah okay -

-mi dica il suo nome e il suo cognome-

-Anna Alivernini-

-okay, firmi qui e qui e qui- firmai dove mi chiese.

-ora può andare-

-nono mi scusi -

-mi dica- disse tirando un sospiro.

- in che piano e stanza si trova Francesco Viti?-

-piano 3 stanza 137-

-okay la ringrazio-

Inizio a correre verso l'ascensore, spingo il bottone ed arrivo al 3° piano dove iniziai poi a cercare la stanza 137 .

Quando la trovai mi affacciai alla finestrella di vetro che si trovata alla porta e lo vidi:

Lì fermo quando lui non stava fermo un attimo.
Più bianco di quanto già non fosse.
Gli occhi chiusi quando lui aveva quegli occhi vispi per guardare il mondo e fare progetti sul nostro futuro.
Perché noi avevamo questo sogno: saremmo andati a vivere lontano dall'italia che lui tanto odiava.

Complicated - Edoardo IncurvatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora