CANZONE DEL CAPITOLO:Due giorni dopo l'accaduto ci fu il suo funerale.
Irene non la vidi più, anche se mi sembrava di averla vista nella periferia di Roma a rovistare tra i cassonetti della spazzatura: probabilmente alla ricerca di chissà cosa.
Ognuno di noi avrebbe fatto un discorso per lui al funerale, dopodiché sarei andata a casa per cambiarmi e riposare, perché il giorno dopo avrei preso da sola l'aereo per San Francisco, dove poi avrei gettato le ceneri del mio migliore amico.
Il prete stava facendo il suo solito è noioso discorso sulla vita, io mi trovavo in prima fila, insieme agli altri, ogni tanto mi voltavo verso sinistra, dove si trovava un'altra fila riservata a tutti i suoi parenti e agli amici di famiglia, come ad esempio i miei genitori e mia sorella.
Io mi trovavo nella fila riservata agli amici e i compagni di classe.
Alla fine della sua predica, il prete richiamò tutti quelli che dovevano fare un discorso, compresa me, così mi alzai in piedi, con le gambe che tremavano, e salii i due scalini .
Tutti quanti parlarono di qualche episodio vissuto insieme a Francesco, parlarono del suo carattere, anche sua cugina Martina fece un discorso su di lui.
Io ero l'ultima, avrei avuto così molto più tempo a disposizione per parlare rispetto agli altri.
- ciao a tutti- iniziai - per chi non mi conoscesse, io sono Anna, e per chi mi conosce beh, grazie di essermi stato vicino in questo periodo. - guardai Edoardo e gli sorrisi, per poi prendere un respiro profondo e continuare - ho preparato una lettera per il discorso da fare oggi, credo che Francesco abbia bisogno di un lungo discorso ecco. Se lo merita, quindi....spero vi piaccia - sfilai il foglio dalla tasca dei miei pantaloni e lo aprii, poi schiarii la gola ed iniziai a leggere - avevo solo 6 anni quando lo conobbi. Lui ne aveva 8, ricordo che mi strinse la mano e si presentò con un "Francesco Viti, ma puoi chiamarmi solo Francesco" ma io ero così sciocca che lo chiamavo Framy. Ricordo che spesso veniva davanti la porta di casa mia e con la sua faccia seria mi chiedeva di andare a giocare con lui, ed io accettavo: ero cotta di lui. Andavamo sulla collina a giocare ad "acchiapparella" oppure facevamo le capriole o qualsiasi altro gioco buffo ci venisse in mente, come quando avevo 10 anni, che Francesco mi disse che dovevo rotolare fino ai piedi della collina, ed io come un'idiota gli diedi ascolto, rompendomi poi il polso destro. Ricordo che ogni giorno i suoi genitori lo sgridavano perché combinava sempre guai e ricordo che i suoi amichetti mi prendevano sempre in giro, colpa dei fiocchetti gialli che mia zia Anna Maria mi metteva in testa quando veniva a trovarmi. Ricordo invece quando lo bocciarono per la prima volta e quando poi lo bocciarono per la seconda, finendo così a ripetere il primo superiore in classe della sottoscritta. Era un pagliaccio, le combinava di tutti i colori. Ma in fondo so che lo faceva per farmi ridere. Ricordo la gita in terzo a Berlino, ricordo che provò a rimorchiare una ragazza tedesca senza avere risultati positivi. Ricordo il giorno in cui venne a casa mia di notte. E rimase a dormire nel mio letto. Vedete, -alzai gli occhi e accartocciai il foglio- io ho scritto questo. Ma ora ho bisogno di parlare per davvero. Lui era tutta la mia vita. Lui era l'unico con cui riuscivo a condividere tutta me stessa, lui era l'unico con cui potevo sfogarmi senza essere giudicata. Lui è stato come un fratello per me, e nessuno proverà mai il dolore che provo io in questo momento, nessuno capirà il vuoto che sentirò ogni giorno, quando ogni cosa mi ricorderà il suo sorriso, quando ogni cosa mi parlerà di lui. Lui mi amava ed io non sono riuscita a ricambiare. Ma davvero avrei fatto qualsiasi cosa per lui. Lui era il mio Framy - una lacrima scese sulla mia guancia - io...spero che lui ora stia meglio, ma davvero Francesco,- alzai gli occhi al cielo - Fra' , Francesco Viti, Framy, maritoh, ti ricordi? Rimarrai per sempre nel mio cuore . E domani realizzerò il nostro sogno. Per noi.- guardai tutti e conclusi -grazie a tutti della vostra attenzione, non dimenticatevi di lui-
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Complicated - Edoardo Incurvati
Hayran Kurgu«Perché te ne sei dovuto andare complicando le cose?» --------------------------------------- Vorrei dedicare questa storia al mio idolo, Edoardo Incurvati, bassista della band italiana gli "Embrace Your Dreams" o meglio conosciuti come "My Dreams"...