Capitolo 11

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CANZONE DEL CAPITOLO :
LIFE IS WORTH LIVING  (JUSTIN BIEBER )

Rimanemmo abbracciati a guardare le stelle per ore, finché non decisi di tornare a casa.

I giorni passavano, e la mia vita sembrava una noiosa routine: mi svegliavo, andavo dallo psichiatria dove mia madre mi aveva preso appuntamento per risolvere nella mia testa la questione dell'essere stata picchiata e...altro, mangiavo, stavo con Edo, andavo a trovare Francesco, tornavo a casa, mangiavo, andavo alla collina insieme a Edo e gli altri.

Tutto sembrava andare per il verso giusto a parte Francesco che non si svegliava.

Finché le cose non cambiarono un giorno:

-cosa vuol dire che è peggiorato?!- urlai al dottore .

-il ragazzo ha avuto delle complicazioni e non sappiamo se ce la farà -

-spero stia scherzando. Sta scherzando?!?!-

-non si agiti o dovrò chiamare la sicurezza-

Mi accasciai atterra mettendomi le mani sulla testa sentendo le lacrime pizzicarmi gli occhi:

-non può abbandonarmi- in quel momento sentii dei passi e quando alzai lo sguardo mi resi conto che stavano venendo verso di me Rick, Yuri e Edo.

-Anna ?- alzai lo sguardo e corsi ad abbracciare Rick: già, avevamo risolto.

-è peggiorato, non si sa se ce la farà Riccardo- piansi singhiozzando .

Riccardo guardò me e poi il dottore come per chiedere spiegazioni:

-ci sono state delle complicazioni, mi dispiace-

-possiamo almeno andarlo a vedere?- chiese Yuri.

-mh...- il dottore esitò un secondo e poi rispose - due alla volta, dai andate.

-andiamo prima io e Anna, okay scema?- mi chiese Riccardo.

-si si-

Mi passo un braccio sulle spalle sotto lo sguardo omicida di Edoardo:

-Edo calmo che è tua- disse Riccardo, ed entrammo.

Mi sembrò di star rivivendo il primo giorno in cui andai a trovarlo.

Mi sedetti sulla poltroncina vicino il letto e chiusi gli occhi sperando di risvegliarmi in un'altro mondo, un mondo in cui tutto era positivo, un mondo in cui Francesco era acconto a me, sveglio, con la sua contagiosa risata.

-hey Fra come stai?- gli diedi un bacio sulla fronte come sempre- mi manchi tantissimo, ho bisogno di te-

Nella stanza ormai dominava un silenzio tombale, finché esso non venne distrutto da una voce, un sussurro:

-Anna- Sentii sussurrare.

Spalancai gli occhi e mi voltai verso Francesco:

-Fra- Sentii dire Riccardo.

-Francesco- mi coprii la bocca con le mani.

Rick si alzò dalla sedia ed andò a chiamare gli altri e i dottori .

-oh cristo Dio Francesco-

-scusa-

Strinsi la sua mano alla mia con tutte le forze che aveva e una lacrima scivolò sul mio volto, cadendo poi sul collo di Francesco:

-hei-

gli diedi un bacio sulla fronte:

-scusa- disse

-shh è tutto okay Framy. È tutto okay-

-scusa-

-Fra non chiedermi scusa-

Entrarono il dottore e gli infermieri correndo, mentre uno di loro mi prese per il braccio e mi trascinò fuori:

-aspetti qui, ora non può entrare-

-piccola che è successo?- Sentii dire Edoardo dietro di me, e quando mi voltai gli saltai addosso:

-Edo, è sveglio. Francesco è sveglio. È vivo-

-oh santo dio-
Mi scostai da lui ed andai ad abbracciare gli altri.

Il dottore uscì dalla stanza dopo 3 quarti d'ora con il resto degli infermieri:

-allora?! Come sta?- chiesi io.

-sta meglio, tra una settimana o poco più potrebbe uscire-

-possiamo andarlo a trovare? - chiese Yuri.

-sisi andate-

-io entro per ultima, avviso o suoi genitori e poi vado io- dissi io: avevo bisogno di parlare con lui da sola.

La mamma di Francesco rispose solo dopo uno squillo.

-dimmi Anna-

-lui...lui è sveglio-

-che cosa?!-

-Francesco si è svegliato-

-oh mio dio, chiedo un'ora di permesso, sarò lì il prima possibile!!-

Riattaccai ed aspettai che i ragazzi uscissero dalla stanza, non vedevo l'ora di parlare con lui.

Avevo bisogno di risolvere un paio di cosette.

Dopo un po' di minuti uscirono e io bussai alla porta per poi aprirla con un sorriso sul volto:

-posso entrare?-

-entra entra-

Mi sedetti sulla poltrona accanto a lui.

Il silenzio aveva invaso la stanza bianca, così decisi di parlare:

-allora...stai meglio?-

-si più o meno, cos'è successo in questi giorni?-

-mia madre mi ha mandata dalla psichiatra-

-Perché? -

-vuole aiutarmi a dimentire -

Rimase a guardarmi dispiaciuto per poi dire flebilmente:

-scusa-

-per cosa?-

-per ciò che ti ho fatto Anna. Ti ho rovinata, scusa non volevo. È solo che...-

-è solo che...?- lo incitai a continuare la frase.

-Anna ti amo, davvero. Anna io...scusa- sospirò -però voglio che tu stia bene -

-spero sarai felice Fra. E spero troverai una ragazza che ti meriti- sorrisi.

-ti voglio bene scema-

-anch'io Framy. Anchio- gli diedi un bacio in fronte ed uscii fuori dalla stanza.

Complicated - Edoardo IncurvatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora