15.0 : rispetto

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Il giorno dopo mi svegliai, infastidita dai raggi di sole che entravano dalle fessure delle tapparelle. Guardai l'orologio: erano le nove e mezza.
Teoricamente sarei dovuta andare al quartier generale, ma non ne avevo molta voglia. Tuttavia, la mia motivazione a recarmi li aumentó quando lessi il titolo che occupava la prima pagina del giornale: gli omicidi si erano interrotti, nessun criminale era più morto.
Insomma, erano passati quattro giorni dall'arresto di Light Yagami e Misa Amane, ma gia pendevano sulle loro teste forti sospetti. Mi passai le mani tra i capelli e subito dopo suonarono al campanello.
«chi è?» chiesi svogliatamente, mentre aprivo la porta.
Un uomo di circa un metro e ottanta mi afferró tappandomi la bocca e bendandomi.
Ma che cavolo?!
Mi prese per il polso  e mi trascinó giu per le scale ( si, ammetto di non sapere come mi sia stato possibile evitare cadute ); mi fece entrare in una macchina, legandomi i polsi.
Cercai per quanto possibile di rimanere lucida: calmai il mio battito cardiaco e cercai di capire dove ci stavamo dirigendo.
Ció che mi tranquillizzó fu l'odore che c'era dentro la macchina: un sottile profumo di zucchero.
No. Non ci crederó Mai.
Incominciai a divincolarmi cercando di sfilarmi il fazzoletto che avevo attorno alla bocca.
«Bwabwahatabari»
La macchina si arrestó e l'uomo misterioso mi fece scendere, facendomi camminare per un pezzo di strada abbastanza lungo.
Il repentino cambiamento della temperatura mi suggerì che eravamo entrati in un edificio.
Improvvisamente l'uomo si fermó; mi resi conto solo successivamente che non stavo opponendo alcuna resistenza.
Mi fece entrare in una stanza, facendomi in seguito sedere su una sedia.
Mi tolse la benda e il fazzoletto.
«Porca Miseria io lo ammazzo » dissi senza neanche aprire gli occhi.
«ELLE SI PUÓ SAPERE CHE MODI SONO?!» urlai a gran voce, puntando il dito contro il detective, che si trovava a pochi metri da me.
«Scusami, Faith, ma era necessaria la tua presenza... spero tu mi possa perdonare per il modo poco cortese con cui Watari ti ha scortato qui... in cambio ti offro la mia fragola» disse porgendomi il frutto.
...
Non sapevo se stesse scherzando o fosse serio.
...
Mi avvicinai e presi la fragola
«g-grazie...» dissi imbronciata
«non c'è di che»
[...]
«Signor Aizawa, la prego di comunicare a Light che da quando si trova in isolamento non sono stati uccisi più criminali.» ordinó Ryuzaki
«sono passati solo 4 giorni... potrebbe essere un caso...» dissi acida
«vedremo...» ribattè lui
«senti...» sussurrai a bassa voce, senza neanche aver impostato un discorso che potesse giustificare tale richiesta di attenzione
«Dimmi Faith» rispose lui, serafico
Sospirai, fu il sospiro più lungo della mia vita.
«Scusami. Scusami per essermi comportata in maniera così infantile e poco seria.
«Io... mi sono sempre sentita in colpa, in colpa per non essere stata in grado di eseguire i tuoi ordini, per non essere riuscita a salvare quel ragazzo.
Sono una persona che non merita la fiducia di nessuno. Eppure, sono stata veramente felice, quando mi hai affidato una parte in questo caso...
Mi dispiace per non essermi dimostrata all'altezza, per essere sempre stata un intralcio. Io vorrei tanto essere come te, sempre lucida e analitica... ci ho provato per tanto tempo, ma non ci sono mai riuscita, ne sono mai riuscita ad ammettere di tenere a qualcosa o qualcuno... perchè sarebbe stato un segnale di debolezza. E io non volevo risultare debole»
Mi interruppi: le parole che avevo appena pronunciato non avevano senso, temevo la sua reazione.
Ci furono momenti di silenzio assurdi, mai avevo provato una tale sensazione di ansia.
Improvvisamente si giró e mi guardó negli occhi, fissandomi con quelle impressionanti iridi nere e le sue scurissime occhiaie.
«lo avevo capito fin da subito: tu sei una persona estremamente orgogliosa. Ti mostri forte, distaccata e noncurante di quello che succede agli altri. Sembri tenere soltanto a te stessa. Ma alle volte questo modo di fare ti fa sentire inadeguata, perchè non ti appartiene.
... sai Faith, c'era una cosa che tradiva la tua "maschera"...
Quelle Iridi Marroni... non erano di una persona talmente egoista. Questo lo avevo notato» disse, prendendo un fazzoletto e asciugandomi le lacrime.
.
N.a.
CAPITOLO SUPER LUNGO SCUSATEMI! Ma era una parte molto feelosa xD.
Quindi niente, mi è piaciuta descriverla.
Se è piaciuta anche a voi accendete una stellina e lasciatemi un commentino❤️

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