-Mamma, posso portare il trofeo di skate? Non è poi così ingombrante...-
-E dove lo metti?-
Mamma non aveva poi tutti i torti... Forse era un po troppo ingombrante un trofeo di
1.5m/0.59m. Era alto come il mio fratellino di 14 anni. Lo avevo vinto circa 2 anni prima in una gara internazionale di 'SkateTrickMania' ed avevo vinto con la mia acrobazia vincente: il 'triplo salto all'indietro'. Purtroppo quando lo rifeci per il mio canale YouTube, non mi andò molto bene, dato che mi ruppi 3 ossa. Sbagliando si impara... Io imparai che era meglio rimanere con le rotelle belle sode a terra.
-La maglia degli ScreatFire' posso portarla?-
-la devi ripiegare però-
-mamma guarda che è in una teca in vetro-
-almeno che la teca non abbia le ali rimane qui da tua nonna.-
Che rottura. Se non avevo la testa attaccata al collo mi faceva lasciare anche quella.
Infondo infondo mi mancherà questo posto. Anche se questo piccolo, sperduto paesino italiano non mia è mai piaciuto, mi mancherà un po. Penso che mi mancherà soprattutto questa calma. La tranquillità di questi paesini italiani, dove il 97% degli abitanti sono anziani che lavorano a maglia o tosano l'erba, è quasi ineguagliabile. Ci vorrà un po ad abituarmi alla frenesia di una città vasta come la California.
La California. Vince mille a zero contro l'Italia in fatto di fascino. Palme, sabbia, villette, sole, America, ragazze in bikini, spiaggia, mare, ragazze in bikini... E credetemi, le ragazze americane sono bellissime.
-Almeno posso portare la collezione dei libri 'Dilan Dog'?-
-Quanti libri sono?-
- Tipo... Uno più uno meno... 236...-
Non occorse il no di mamma per farmi capire che anche il libri non avrebbero preso il volo assieme a noi. Cominciavo veramente a pensare che tutto quello che avevo 'costruito' in 16 anni sarebbe dovuto rimanere lì, a casa di mia nonna.
È tutto un po strano.
Il fatto che i miei genitori che non sanno neanche dire 'ciao' in inglese, abbiano deciso di trasferirsi in America, portando dietro anche noi ovviamente.
Il fatto che io e il mio fratellino (Josh) abbiamo dei nomi tipicamente americani.
Mia nonna, non conoscendo minimamente il lato a noi oltre i mari occidentale, pensa che i nomi Pate e Josh siano stati inventati dai nostri genitori. Ormai ho fatto l'abitudine al fatto che costantemente sbaglia sia il mio nome che quello di Josh. Spesso mi chiama 'Pete', 'pute' o come sa fare lei, in pieno dialetto: 'putè'. Mentre mio fratello lo conosce, e intendo lo conosce (al punto tale che se le chiedi qualcosa su Josh lei non sa di chi tu stia parlando) unicamente con il nome 'giorg'.
Ma tralasciando i dettagli (anche perché penso che tutte le nonne italiane siano così) sono molto emozionato per questa nuova avventura.
I miei dicono che ci stiamo trasferendo perché l'America ci dà una serie di opportunità che in Italia non avremo mai. Ma sinceramente secondo me c'è qualcosa sotto. Anche perché qui in Italia abbiamo una bellissima casa, e secondo me lì in America non ne potremmo avere una così bella.
'DRIIIIIINN' suona il campanello. Chi potrà mai essere? Mia nonna probabilmente non ricorda dove abitiamo, mio fratello è a scuola (ha gli esami quest'anno) mio padre è a lavoro, mamma è a casa... 'DRIIINNN'
-Arrivo!-
Urlai abbastanza amareggiato. Neanche il tempo di andare ad aprire la porta.
Mi avvicinai dietro alla porta e chiesi
-Chi è?-
Una voce abbastanza roca dall'altra parte rispose
-Sono il postino. Devo darle un pacco di Amazon Prime.-
Ora ricordavo! Il giorno prima avevo ordinato una bellissima valigia molto capiente, di un colore azzurro tendente al verde, e con delle deliziose rifiniture in argento. Ha il manico giallo con sopra delle impressioni in verde, ed ha dei motivi sul davanti che gli danno un effetto di tridimensionalità veramente efficace.
-Grazie!-
Risposi gentilmente, non so se sono strano io, ma è sempre un emozione ricevere dei pacchi.
Stavo per richiudermi la porta dietro ma il postino con una manata molto pesante risplanacò la porta trascinandosi dietro qualche disegno attaccato al muro. Io mi girai.
Per quanto cercai di essere gentile, a quel postino conveniva cambiare destinazione.
-Cosa le serve ancora?-
Gli domandai in maniera molto indelicata. E sottolineo molto
-Deve mettere una firma qui, e deve anche dare un voto da 1 a 10 sulla qualità della consegna che comprende: il pacco, la sua integrità, il servizio, il tempo di sped...-
Neanche lo lasciai finire che ribattei
-Si sì lo so. Dove devo firmare?-
-Quanti anni ha? È maggiorenne?-
-No, ne ho sedici, perché le interessa?-
Mi stavo veramente cominciando ad incavolare.
-La firma deve essere di un adulto. Occorre un genitore-.
Non potevo farmi sentir dire cosa più fastidiosa. A sedici anni non potevo firmare un postino per un pacco?! "Meglio andarsene" pensai.
-Mammaaaaa-
Urlai
-Scendi un attimo-
Ripetei.
-Sta arrivando mia madre, la prego di aspettare qui fuori un attimo. Arrivederci.
Appena mi girai feci un ghigno malefico.
Non avevo potuto firmare il pacco, ma avevo messo il giudizio:
Pacco - 10 (Lo avevo scelto io...)
Integrità pacco - 8 (Sembrava incartato bene)
Tempo di spedizione - 9 (Amazon è sempre preciso)
Servizio - 4,5
Voglio vedere cosa ci ha guadagnato quel postino ad essere così sgarbato.
A quel punto pensai solo una cosa:
"Postino, arrivederci... Anzi addio. Fra una settimana parto. Sarai quello che mi mancherà di meno".
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|California Life| #Wattys2016
Teen Fiction"E domani è un altro giorno" mi ripromettevo constantemente nelle giornate di merda. Ma non è sempre possibile essere ottimisti in così brutte situazioni... Comunque non fateci caso, sono solo molto agitato, sinceramente non ho mai avuto momenti co...