Capitolo 3 Stefy

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Mi risvegliai circa alle 4:00 di pomeriggio perché un infermiera venne a controllare come stavo.
-Piacere, mi chiamo Stefy-
Disse dolcemente lei. Era ai piedi del letto, e mi guardava molto intensamente. Prese una cartellina dal tavolo affianco alla branda. La guardai anche io molto intensamente.
Aveva dei lisci capelli biondi a formare una grande, unica treccia. Aveva qualche lentiggine qua e là. Indossava degli occhiali neri, che nascondevano due bellissimi occhi azzurri. Bufere, tsunami, tornado nei suoi occhi, come se una tavolozza piena di colori tendenti al verde e all'azzurro fosse stata rinchiusa in due piccole, lucide, sfere di cristallo.
-Scusa se ti ho svegliato, volevo solo vedere se stavi bene... Come ti chiami?-
Io ero ancora un po' rintronato dalla dormita. E anche da tutto l'accaduto precedente alla dormita.
-Mi chiamo Pate, piacere.-
Con piccoli gesti mi avvicinai alla sua mano e la strinsi. Aveva delle unghie lucide e ben tenute.
-Quanti anni hai?-
Le chiesi io. Successivamente mi accorsi che sarebbe potuto essere stato sgarbato, poiché nonno mi insegnò: "Chiedere ad una donna la sua età è maleducazione".
-Scusa non volevo...-
Balbettai io
-Non ti preoccupare. Comunque ne ho 17.-
-Sei molto giovane per fare l'infermiera-
Ribattei. Lei si appoggiò delicatamente al lato del letto dove ero girato e mi disse
-Oh no, io faccio l'Host. Sai quelle 'infermiere' apprendiste... Nulla di che-.
Mi guardò dolcemente, fece un sorriso e se ne andò
-Fra qualche ora verrai rimesso. Stammi bene Pate.-
Con queste ultime parole uscì dalla porta. Dopo qualche secondo vidi che la porta si aprì di qualche centimetro. Dietro c'era di nuovo lei che sussurrò:
-Comunque il pulsante per accendere la luce sopra di te è lì affianco al telefono. Potevi evitare di distruggere la ciabatta... Baci, ciao!-
Non aveva tutti i torti. Dovevo immaginarlo ci fosse un pulsante.
Non feci altro che pensare tutto il tempo a lei. Era bella, dolce, simpatica... "Meglio che non mi illudo però" pensai. Una settimana dopo sarei dovuto partire per l'America e quindi in ogni caso non avrebbe potuto funzionare.
Ripensai a quella cosa che avrei dovuto fare alle due e mezza di pomeriggio che non mi tornava in mente... Ma niente, non ricordavo proprio.
Presi il telefono, mandai un messaggio al mio gruppo di futuri ex amici informandoli dell'accaduto e non avendo altro da fare iniziai a messaggiare quasi con tutti i contatti che avevo.
Mentre messaggiavo ricevetti un messaggio da un numero non salvato nella rubrica: 'Messaggio da 338 57...'. Visualizzai l'immagine di profilo, ma non era per niente indicativa. Ritraeva una ragazza (all'apparenza carina) con metà volto coperto da una mano, e l'altro fuori l'inquadratura. "Ma che schifo queste mode del momento" pensai. "Tutte le ragazze, belle o brutte che siano hanno questo vizio di non riprendersi la faccia o di riprendersela solo in piccola parte. A che serve una foto?!".
Ora mi restava solo da capire chi fosse questa ragazza che mi aveva appena scritto.

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