L'angolo della frescura

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Nei giorni del sole africano corro in un posto sotto gli occhi di tutti ma che solo io conosco come "l'angolo della frescura"
È un nome vecchio, come la persona che glielo ha dato tempo addietro, senza speranza alcuna che questo nome rimanesse vivo.
E invece continua a regalare istanti di sollievo ai suoi frequentatori, molli di sudore e col fiato caldo dall'afa.
L'angolo della frescura è lì che ti aspetta immobile eppure ha dentro un moto costante, ha i sussurri della corrente che ti tirano su e ti spingono a resistere e ad approfittare del refrigerio che ti regalano in cambio di un po di compagnia.
L'angolo della frescura non ha moglie, anche l'ombra lo ha rifiutato per timore della solitudine; e così lui si offre senza pudore e lascia che l'avventore lo prenda e ne goda.
Solo i saggi conoscono l'angolo della frescura, e i vecchi, che poi sono anche saggi. E se lo tramandano e ne passano il nome di bocca in bocca perché non cambi mai. E sia sempre li, ospitale senza pretesa, fiducioso nella gratitudine del ritorno.

Il sale nel cervelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora