CAPITOLO 22

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Un brutto ricordo!

Mia mamma è dovuta uscire di nuovo per raggiungere mio papà, così salgo le scale e dopo aver dato un'occhiata alle ragazze vado a letto.
Mi tolgo la maglietta e mi infilo un paio di pantaloni della tuta, mi sdraio sotto le coperte e riesco ad addormentarmi abbastanza velocemente.


[...]

4:00 am.

Sento dei rumori così decido di alzarmi e capisco che provengono dal bagno.


"Je! Sei tu?"

Sento qualcuno piangere. Decido allora di entrare e trovo Maya seduta a terra piangendo e il lavandino sporco di sangue.

"Hey che succede?"

Mi avvicino e mi siedo accanto a lei appoggiando il braccio attorno alle sue spalle. Lei appoggia subito la testa sulla mia spalla cercando di asciugarsi le lacrime.

"Shhh...smettila ci sono qui io adesso!" le accarezzo i capelli dolcemente.

"G-grazie" riesce a dirmi tra un singhiozzo e l'altro.

***

Maya's pov.

4:00 am.

Mi sveglio e noto che sto perdendo leggermente sangue dal taglio sulla pancia così mi alzo e vado in bagno prima di sporcare da qualche parte, facendo attenzione a non svegliare Jessica.

Entro nella stanza e cerco di lavarmi subito facendo attenzione a non lasciare traccia in giro.

Mi accorgo che in realtà il sangue non proveniva dal taglio sulla pancia ma da quelli delle braccia devo averci preso dentro in qualche modo, e le cicatrici devono essersi aperte di poco riformando i tagli che mi ero fatta mesi fa.

Flashback

«Sei solo una bambina viziata! I tuoi genitori non penso siano morti davvero a mio parere ti hanno abbandonato per poi raccontarti delle cazzate!
Nessuno ti vuole!»

«No non è vero!» urlai con le lacrime agli occhi molto spaventata.

«Nessuno ti vuole sei una ragazza bruttissima! Ma ti sei vista...è ovvio che il tuo ragazzo ci abbia provato con un altra! Stava con te solo perché gli facevi pena!»

«Smettila!» mi tappai le orecchie cercando di raggiungere la porta d'ingresso ma mi raggiunse e mi bloccò la via d'uscita

«E non provare a scappare! Tu rimmarrai qui con me per sempre! E soffrirai per ciò che hai fatto! Ti umilieró come non lo sei mai stata prima....e dopo vedremo se farai ancora tanto la coraggiosa e la vittima...»

Corsi su per le scale piangendo.
Mi chiusi in camera a chiave bloccando la porta con una sedia.
Presi la lametta e mi feci altri tagli sul braccio destro, dato che il sinistro ormai era pieno.

Appena il sangue si fermò un po', presi tutti i miei vestiti e li misi dentro un borsone che mi aveva dato Gaia tempo fa, poi misi tutte le mie cose nello zaino e mi calai dalla finestra cercando di non farmi scoprire aiutandomi con i rami dell'albero che si trovava davanti alla mia finestra.
Corsi via passando per vicoli buoi con ancora gli occhi lucidi.
Raggiunsi la prima fermata dell'autobus più vicina e presi il primo che passò.

Alla mattina mi ritrovai a Londra. Mi siedo su una panchina e prendo la bottiglietta d'acqua che mi ero messa nello zaino.

«Devo trovarmi un posto dove stare senza che lei mi trovi...dove posso andare?» Pensai tre me e me.

Alla fine decisi di andare per un po' dalla mia migliore amica Alex, dopodiché avrei chiamato Gaia e le avrei chiesto cosa avrei fatto o dove sarei andata.

***

"Dai vieni con me."

Mi alzo e seguo Max fino in camera sua, dopo che mi ebbe fasciato il braccio.

"Non è come sembra." sussurro mantenendo lo sguardo basso tenedomi il braccio.

"Hey non devi avere paura, puoi fidarti di me"

Si siede sul letto davanti a me prendendomi le mani e cercando il mio sguardo.

"Dai vieni qui."

Mi fa sedere in braccio e mi accarezza la schiena. Io incrocio le mie braccia attorno al suo collo e ripenso a tutto ciò che è appena successo, o meglio, a ciò che era successo!

"Ti va di raccontarmi ciò che è successo? O almeno perché adesso?"

Mi sposto leggermente e lo guardo negli occhi cercando di sorridergli, ma inutilmente.

"Tranquillo sto bene,non è successo niente davvero!"

"Ho capito, non vuoi parlarne adesso. Ma ti puoi fidare di me davvero!"

"Lo so! Ma...scusami..." appoggio le mani sulle sue spalle.

"Hey tranquilla! Non ti preoccupare" mi sorride incrociando le mani dietro la mia schiena per non farmi scivolare.

"Beh ma parlami un po' di te invece..." cerco di cambiare argomento

"Che vuoi sapere?"

"Com'è avere sempre i genitori all'estero?"

"È difficile! Hanno iniziato a viaggiare quando io avevo 16 anni e Jessica 14...da allora mi sono sempre occupato io di lei."

"È stato difficile da accettare?" gli accarezzo i capelli.

Lui mi assomiglia molto, anche lui ha avuto una vita difficile, deve sempre contare sulle sue forze, ma almeno lui ha Jessica.

"Inizialmente non stavano via molto o comunque tornavano a casa e passavano abbastanza tempo con noi. È diventata più difficile da quando io avevo 18 anni, da quando hanno iniziato a lavorare di più."

"Capisco..."

"Non penso, tu avrai i genitori sempre vicino...credo"

"Diciamo di sì." dissi scendendo dalle sue gambe.

"Che vuoi dire? Jessica mi ha detto di aver visto i tuoi genitori e che le sono sembrati simpatici."

"È un altro mio piccolo segreto di cui non voglio parlare."

"Beh prima o poi sappi che li scoprirò" mi sorrise.

"Buona fortuna allora! Dai ora dormiamo che sono già le cinque!"

"Va bene!"

Non cambierò maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora